Roberto Guidarelli: “Oltre a mio nonno, nel 2016, ci ha lasciato Checco Casagrande. È stato anche grazie al figlio, Luciano Casagrande, che ho preso il Cero a Santa Maria

Vorrei ricordare con piacere anche Peppe Rogari ‘Sorcino’, mentre tra coloro che mi hanno cresciuto a livello ceraiolo e con cui ho la fortuna di condividere questa vittoria mi piace ricordare Massimo Morelli, Roberto Bossi e Guerrino Mischianti ‘Verro’

In particolare, il mio pensiero va ad un ragazzo dal cuore puro e dall’anima pura che non c’è più, Riccardo Monacelli, che porto sempre nel cuore

Foto Roberto Guidarelli

Il Capodieci Roberto Guidarelli ospite del notiziario di Cronaca Eugubina 

GUBBIO – Questa sera (martedì 10 gennaio) è stato ospite del notiziario di Cronaca Eugubina il neo eletto Capodieci del Cero di Sant’Ubaldo Roberto Guidarelli, che abbiamo intervistato per sapere da lui quali sono state le emozioni che ha provato il giorno dell’elezione in Taverna e le persone che lo hanno ispirato durante il suo percorso ceraiolo.

Che emozione si prova ad essere eletti Capodieci?

Come ho già detto, provo un senso di gratitudine verso tutte le persone che mi hanno portato a questo percorso, con grande forza e grande determinazione. Persone che vanno da Mocaiana a Padule, passando per le varie manicchie del centro storico. Insomma è una candidatura che, fortunatamente, è andata a buon fine ed è venuta da varie parti del Cero, dalle manicchie interne e da quelle esterne.

Ci descrive e racconta la sua “carriera” ceraiola?

La mia carriera, nel Cero grande, è iniziata molto presto. A 15 anni ho avuto la fortuna di entrare sul buchetto, a 17 anni sono stato altrettanto fortunato ad entrare nella muta del ‘distributore’ e poi a 19-20 anni sono entrato a Santa Maria dove ho fatto per 12 anni il ceppo, dopodiché mi è stata chiesta la disponibilità di uscire da ceppo a Santa Maria e di entrare come barelone sul Corso e da lì ho iniziato un altro percorso di 8 anni.

Lo stesso anno che sono entrato a Santa Maria, ho lasciato ad un ragazzo molto valido il posto nella muta del distributore e mi sono messo a fargli da braccere, perché per me è fondamentale condividere il Cero con chi ti sta vicino. Poi ho fatto le girate della sera a barelone per diversi anni. E un anno, precisamente nel 2011, il Capodieci delle girate della sera ha avuto un impedimento e io l’ho sostituito. Su ogni muta ci ho lasciato il cuore perché ognuna di queste ha creato un’unione tra le persone al di là del Cero.

Tra queste la muta della Roscia, sullo stradone dei pini, ha un valore importantissimo visto che per tantissimi anni ho avuto la possibilità di condividere il Cero proprio con gli amici con cui sono nato e cresciuto”.

Il Capodieci di S. Ubaldo Roberto Guidarelli

Lei è il nipote di una figura storica del Cero di Sant’Ubaldo, Bruno Capannelli “Baratieri”. Che cosa le ha insegnato sui Ceri?

Mi ha insegnato tutto, il valore del rispetto, dell’amicizia, soprattutto del mettersi a disposizione del Cero. Questo è un elemento fondamentale per me perché le scelte che ho preso, le ho fatte seguendo il suo consiglio. Io ho sempre pensato che fare il ceppo a Santa Maria fosse il massimo, invece lui mi disse: ‘Sono 12 anni che fai il ceppo, se il Cero ti chiama ti devi mettere a disposizione del Cero, quindi devi fare questo passaggio perché è giusto per il Cero’. Così è stato anche l’anno che ho fatto le girate della sera a Capodieci al posto di farle da barelone, lui mi fece lo stesso discorso.

L’altro aspetto che mi ha trasmesso e che io ho portato avanti per anni è lo spendersi per i giovani sia nel Cero che nella vita. Ha sempre avuto una passione per i giovani. Andavo a casa di mio nonno insieme ad alcuni amici a qualsiasi ora. Anche se era a letto si alzava e veniva a parlare con noi e di seguito si alzava anche mia nonna a cucinarci qualcosa. Lui era sempre aperto ai giovani, la cosa più bella è che ha sempre pensato che i giovani fossero il futuro nel Cero come nella vita”.

Foto Roberto Guidarelli

Guidarelli durante l’intervista

Parlando del futuro, più precisamente del 15 maggio 2017, che Corsa dei Ceri sarà? Come se la immagina?

Mi aspetto una corsa strepitosa, nel senso che come sempre ci prepareremo per dare il massimo. Predisporremo cuore e spirito nel modo giusto e poi ogni 15 maggio è a sé. Andrà come deve andare, ma noi saremo tranquilli di aver fatto e dato il massimo.

Noi ci mettiamo tutto quello che ci dobbiamo mettere, poi la Festa va al di là delle persone, c’è qualcosa di più grande che la guida e su questo siamo tranquilli.

Qual è stata la prima cosa che ha pensato subito dopo l’elezione a Capodieci?

Ovviamente il pensiero va, com’è giusto che sia, alle persone che non ci sono più. Non solo a mio nonno, negli ultimi anni molte persone care alle quali ero profondamente legato se ne sono andate. Oltre a mio nonno, sempre nel 2016, ci ha lasciato Checco Casagrande. È stato anche grazie al figlio, Luciano Casagrande, una persona di grande riferimento per me, che ho preso il Cero a Santa Maria.

Vorrei ricordare con piacere anche Peppe Rogari “Sorcino”, mentre tra coloro che mi hanno cresciuto a livello ceraiolo e con cui ho la fortuna di condividere questa vittoria mi piace ricordare anche Massimo Morelli, Roberto Bossi e Guerrino Mischianti “Verro”.

In particolare, il mio pensiero va ad un ragazzo dal cuore puro e dall’anima pura che non c’è più, Riccardo Monacelli, che porto sempre nel cuore. Il grosso della brocca è grazie a lui e non è un caso che molti giovani, anche suoi amici, mi hanno sostenuto pur non sapendo del forte rapporto d’amicizia che mi legava a lui, e devo ammettere che in questa cosa ci vedo un qualcosa in più”.

C’è qualcuno in particolare a cui dedica questo successo?

La dedico a tutte le persone che mi hanno portato con forza, agli amici di sempre con i quali ho condiviso il Cero ed anche ai ragazzi più giovani.

The interview of the Capodieci of St.Ubaldo for the Festa dei Ceri 2017

This evening (Tuesday 10th January) we have interviewed to the centre of Cronaca Eugubina the new Capodieci of St. Ubaldo Roberto Guidarelli to know what they have been the emotions that he have felt the day of the elections and the people who have inspired him during his career in the Cero.

Obviouslyhas affirmed Guidarellimy thoughts goes to, as it is correct that is, to the people who are died. Not only to my grandfather, in the last years a lot of dear people, with which I was deeply tied up, have died. Besides my grandfather, always in 2016, Checco Casagrande has died. It has also been thanked to his son, Luciano Casagrande, a person of great reference for me, that I have taken the Cero in Santa Maria.

I would want also to remember with pleasure Peppe Rogari “Sorcino”, while among those people who have grown me as a ceraiolo and with which I have the fortune to sharethis victort. 

I would like to remember Massimo Moreeli, Roberto Bossi and Guerrino Mischianti “Verro”. Particularly, my thoughts goes to a boy from the pure heart and the pure soul who has died, Riccardo Monacelli, who I always bring into my heart.

The big one of the pitcher is thanks to him, and it is not a case that many young people, also his friends, have supported me, not knowing about the strong relationship of friendship that tied me to him, and I must admit that I see something more in this”.

Fotografie Cronaca Eugubina e Photostudio