Il quadrato del Niger potrebbe essere un omaggio, forse neo-templare, a Caterina de’ Medici: la Regina Nera di Francia

Foto Quadrato di Gubbio

Quadrato di Gubbio

GUBBIO – Due studiosi locali, Mario Farneti e Bruno Bartoletti, nel 2003 ritrovano a Gubbio, su una parete della grotta di Sant’Agnese (anche detta della sibilla Eugubina), un’incisione di epoca rinascimentale e di possibile origine neo-templare: cinque parole di cinque lettere ciascuna, in lingua latina, che formano un quadrato “magico” ovvero palindromo, cioè leggibile in modo identico da tutte le parti.

Farneti e Bartoletti lo pubblicano nell’articolo Gubbio: la Rennes-le-Château italiana (Hera, n. 43). La prima e l’ultima parola del quadrato sono «Niger Regin» (Regina Nera), perciò il simbolo viene ricondotto ad un culto templare della Madonna Nera.

Nel 2012 il reperto viene inspiegabilmente distrutto e a riportare la cronaca dell’evento è lo stesso Farneti nell’articolo Incomprensibile atto vandalico (Eugubino, n. 5/2012).

In questi giorni, l’antropologo Teodoro Brescia, esperto di simbologia sacra ed ermetica, pubblica una ricerca dal titolo Sator-Micuc-Niger: Caterina de’ Medici e l’enigma del quadrato magico (Punto Zero, n. 2/2016), in cui riporta una nuova decifrazione di quel simbolo e dell’identità della “Regina Nera”.

Foto Quadrato di Pompei

Quadrato di Pompei

Può spiegarci cosa è emerso da questa sua nuova ricerca?

Occorre partire dal più famoso “quadrato magico” 5×5, il Sator. Ad oggi, i suoi esemplari più antichi sono stati rinvenuti negli scavi di Pompei, distrutta nel 79 d.C. dall’eruzione del Vesuvio.

Nel 2005 ho formulato una nuova decifrazione legandola al simbolo dello Spirito, presente in molte antiche civiltà, compresa quella ebraico-cristiana in cui è noto come Stella Ebraica.

Si tratterebbe di un gioco allo specchio: tre elementi o parole più il loro inverso. Tenet è usato una sola volta perché vale per entrambe le triplette.

Sono stati poi ritrovati almeno altri due quadrati magici 5×5, seppure successivi e meno famosi: quello peruviano del Micuc, databile fra il XIII e il XVI sec., e quello rinascimentale del Niger, nella vostra Gubbio. La mia decifrazione funziona con tutti e tre“.

Foto Decifrazione del Sator

Decifrazione del Sator

Lei conferma che quello di Gubbio è un simbolo neo-templare?

È probabile. Di certo si tratta di un simbolo ermetico, quindi segreto e scritto in codice. L’ermetismo è infatti la corrente che, attraverso il recupero della cultura egiziana, ha maggiormente caratterizzato il Rinascimento e il cui epicentro è stato la Firenze de’ Medici, seguita nella prima fase da Padova e Urbino, del cui ducato faceva parte Gubbio.

Ma è stata proprio l’ipotesi neo-templare lo spunto di questa mia nuova ricerca sul quadrato di Gubbio. Premesso che il passaggio da “Regina Nera” a “Madonna Nera” non è scontato, il culto della Vergine (che qualcuno collega anche, come per l’Iside egiziana, all’antichissimo culto della Dea Madre) è fondamentale nei templari, ma viene indicato col termine specifico di Nostra Signora e non è sempre una Vergine nera.

Peraltro, di raffigurazioni di Madonne con pelle scura ve ne sono tantissime nel mondo: se ne contano diverse centinaia fra Italia, Francia, Spagna, Polonia, Africa, ecc. Infine, il Sator era già fra i simboli templari. Perché dunque idearne un altro equivalente, non specifico e sempre in lingua latina? Probabilmente, mi sono detto, le parole utilizzate avevano un senso specifico per i circoli ermetici e neo-templari di Gubbio“.

Foto Teodoro Brescia

Il professor Teodoro Brescia

Ed è così? E soprattutto chi è allora la “Regina Nera”?

Come dicevamo, la più nota famiglia promotrice dell’ermetismo nel Rinascimento è stata quella fiorentina de’ Medici. Gubbio apparteneva all’epoca al ducato di Urbino e divenne la seconda residenza della famiglia ducale. Agli inizi del 1500 il ducato fu retto per alcuni anni da Lorenzo II de’ Medici che ebbe una sola figlia, Caterina, unica erede e quindi duchessa di Urbino e Gubbio.

Appassionata di ermetismo e protettrice di circoli ermetici, sposò un re di Francia, divenendo così regina. Per la sua fredda determinazione in alcune azioni politiche, e poiché dalla morte del marito decise di vestire sempre di nero, venne “ufficialmente” definita la «Regina Nera». Ma c’è di più.

Se Niger regin sta per «Regina nera», cosa significano le altre tre parole erani, galag e inare? Erani vuol dire protezione e inare vuol dire arare. Quindi una “Regina nera” che protegge campi, terre o raccolti? Ma è proprio galag la parola più enigmatica, specie tenendo conto che è quella centrale su cui si regge tutta la struttura del quadrato.

Ebbene, galago era l’antico modo di dire gallico ovvero francese, poiché l’antica Francia era la Gallia (dove è stato ritrovato anche il primo esemplare di Sator). Galago è ancor oggi, ad esempio, il nome di una piccola scimmia notturna del Senegal. Le fu dato, a fine Settecento, dal suo scopritore il biologo francese Étienne Geoffroy Saint-Hilaire, proprio in onore della sua patria.

Foto Caterina de Medici

Caterina de Medici

In seguito, tutte le scimmiette della stessa famiglia vennero dette galagidi o, più comunemente, galagoni. Inoltre, proprio Caterina de’ Medici fu la prima a riportare a corte un cane già utilizzato dai faraoni egiziani: il levriero (raffigurato poi anche su alcune monete di Lorenzo il Magnifico). Vi era in Francia, infatti, un antico ceppo di levrieri risalente forse al VI sec. a.C., poi importato in Spagna nel IV secolo a.C. e lì ancor oggi esistente. Questa specie si chiama galgo, dal latino canis gallicus ovvero cane originario della Gallia (l’antica Francia, appunto).

Il termine galag, quindi, sembra riferirsi alle terre di Francia (la Gallia), di cui Caterina de’ Medici, la «Regina nera», fu regnante e protettrice; e anche al galgo (cane di Francia), di cui ella fu altrettanto protettrice e appassionata, così come lo fu dei culti e dei gruppi ermetici, come quelli che all’epoca frequentarono a Gubbio la grotta della sibilla. In definitiva, il quadrato del Niger potrebbe essere un omaggio, forse neo-templare, a Caterina de’ Medici: la Regina Nera di Francia”.

Per ulteriori approfondimenti vi invitiamo a leggere l’articolo di Teodoro Brescia, Sator-Micuc-Niger: Caterina de’ Medici e l’enigma del quadrato magico (Punto Zero, n. 2/2016, pp. 74-81).