Monsignor Mario Ceccobelli: “Noi amiamo Cristo? Lo amiamo davvero? Tutto il nostro essere cristiani dipende dalla sincerità della nostra risposta“.
GUBBIO – Grande festa per la Diocesi di Gubbio e per tutto il popolo eugubino. Nella giornata di domenica è stata infatti inaugurata la nuova Chiesa della parrocchia di Madonna del Ponte dedicata alla “Madre del Salvatore“.
La cerimonia di Dedicazione del nuovo tempio è stata presieduta, contrariamente a quanto previsto dal programma (per problemi di salute il cardinal Bagnasco non è potuto essere presente ndr), dal Vescovo di Gubbio Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Mario Ceccobelli, alla presenza del Sindaco Filippo Stirati, delle Autorità civili e militari e della compagnia Sbandieratori di Gubbio.
Un evento, questo della Dedicazione, che è stato seguito da un foltissimo numero di fedeli che hanno letteralmente riempito la chiesa e gli spazi circostanti con fede, curiosità e gioia nel vedere portato a termine un progetto così importante e prestigioso.
“E’ con grande entusiasmo e passione che celebriamo l’inaugurazione di questo nuovo luogo di culto nella nostra città – ha esordito nel suo saluto il Sindaco – e voglio ringraziare pubblicamente il Vescovo, l’architetto Solano e tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nella realizzazione di questo progetto. Questa chiesa sia un grande dono per tutta la città, la quale non può fare a meno di mantenere viva la sua Diocesi“.
Il progetto architettonico
Dal punto di vista strettamente tecnico, il nuovo tempio ha una concezione totalmente moderna, ma che non “dimentica” il passato. E’ moderno perché la chiesa in sé per sé è un grande spazio aperto a base triangolare che ospita fino a seicento posti. Davanti all’entrata della chiesa c’è un elegante chiostro contenuto tra due ali laterali, che ospiteranno le attività parrocchiali in un ideale abbraccio che vuole essere quello della chiesa eugubina verso ogni uomo.
Dicevamo, non dimentica il passato perché sotto al campanile sono state lasciate alla vista dei visitatori le fondamenta della vecchia pieve di campagna che in passato era presente nella zona. Il filo conduttore della celebrazione è stato sicuramente la gioia, come testimoniato dalle parole accorate del Vescovo nella sua omelia.
L’omelia di Monsignor Mario Ceccobelli
“E’ con grande emozione e gioia, carissimi fratelli e sorelle, che oggi dedichiamo questa chiesa alla Madre del Salvatore, ed è un sentimento questo che desidero condividere con tutti voi, anche perché forse, attraverso l’impedimento del cardinal Bagnasco, il Signore ha voluto che fossi proprio io, nel mio ultimo anno di ministero, a dare un ultimo segno della mia opera di Vescovo.
Questo edificio è il risultato di una sinergia perfetta tra tecnici, curia, Comune ed associazione ANSPI. Soprattutto però voglio ringraziare tutti quegli italiani che destinando il loro otto per mille alla Chiesa Cattolica hanno finanziato la costruzione di tutto questo. L’augurio che faccio a tutti noi è di saper custodire con entusiasmo quello che Dio oggi ci ha donato, facendoci accompagnare da Maria, la Madre del Salvatore.
Non dobbiamo avere paura di incontrare Dio perché dice il Signore: ‘Io sono la porta; se uno entra in me sarà salvato’ e solo in questo modo potremo gustare la gioia di stare insieme con Lui. Solo l’incontro con Cristo ci conforta e ci dà il coraggio di affrontare la vita ed essere misericordiosi verso noi stessi e verso gli altri”.
Il Vescovo ha concluso parlando della parola appena proclamata: “Il Vangelo che abbiamo ascoltato ci parla dell’apparizione di Gesù agli Apostoli sul lago di Tiberìade, del quale voglio farvi riflettere su due aspetti: Gesù dice agli Apostoli che sarebbe stato Lui a cuocere il pesce che avevano pescato.
E’ Gesù che ci prepara la tavola; che ci dà da mangiare; che si fa cibo per noi. La nostra fede si racchiude tutta nel momento del dialogo tra Gesù e Pietro nel quale il Signore chiede ripetutamente all’apostolo ‘Mi ami?’ e Pietro, quasi incredulo e infastidito per questa insistenza di Gesù dice ‘Si Signore, lo sai che ti voglio bene’. Noi amiamo Cristo? Lo amiamo davvero? Tutto il nostro essere cristiani dipende dalla sincerità della nostra risposta“.
Giovanni Alessi – Fotografie Pietro Biraschi