Il Capodieci Stefano Rossi: “I miei maestri Baratieri, Cucchetto e Giacomo Cernicchi“
GUBBIO – La Festa dei Ceri è alle porte. Tra poco più di un mese le tre macchine di legno torneranno ad attraversare le monumentali vie del centro storico tra due ali di folla. Nell’edizione 2016 a guidare i ceri saranno Stefano Rossi per Sant’Ubaldo, Matteo Battistelli per San Giorgio e Michele Gaggiotti per Sant’Antonio.
Abbiamo intervistato il Capodieci Stefano Rossi, che avrà l’onore di “alzare” il Cero del Santo Patrono, con il quale abbiamo parlato dei Ceri a tutto tondo, dalla carriera fino ai temi di più stretta attualità.

La muta della Farmacia delle Case Popolari
Allora Stefano, ci puoi parlare della tua carriera ceraiola fino ad oggi?
“Sono cresciuto in una famiglia santubaldara doc, che ha avuto già la fortuna di avere un Capodieci al suo interno, mio padre Raffaele nel 1979. La mia carriera ceraiola, così come quella di tutta la mia famiglia, l’ho vissuta nella Manicchia delle Case Popolari; una zona che ha sempre fatto dell’unione, del gruppo, dello stare insieme i suoi princìpi fondamentali.
Ho vissuto il Cero all’ombra di grandi maestri che mi hanno insegnato ad essere prima uomo e poi ceraiolo. Persone come “Baratieri” (Bruno Capannelli), “Cucchetto” e Giacomo Cernicchi, uno di quelli che non ha avuto l’onore di tirare la brocca, ma che è stato una guida vera per tutto il Cero di Sant’Ubaldo. Per quanto riguarda il Cero portato, ho cominciato a dare le prime spallate fin dal Cero piccolo e poi con il mezzano.
La prima con il Cero grande l’ho data quando avevo appena 18 anni e fino ad oggi le mute con cui ho condiviso la mia vita ceraiola sono state quella della Farmacia, la muta de Mjiarini e il pezzo a capodieci sull’ultimo stradone“.

Al Mausoleo dei Quaranta Martiri negli anni ’70
Ti stai impegnando per riunificare e riappacificare il Cero di Sant’Ubaldo. Stai incontrando più ostacoli o porte aperte?
“Si deve essere prima uomini e poi ceraioli, e ci tengo a precisare che è tutto il Cero di Sant’Ubaldo ad aver intrapreso un percorso di dialogo al proprio interno. Sto cercando un rapporto diretto con le persone. Ognuno ha deciso di fare un passo indietro per l’unità del cero, anche a costo di fare nottata o di litigare. E’ così che stiamo invertendo la rotta degli ultimi anni.
L’essenza della Festa è condividere le emozioni, se no per me si perde il valore della Festa stessa. Abbiamo il dovere di insegnare alle future generazioni i veri valori della Festa, che si possono tradurre in una sola parola: rispetto sia all’interno del nostro Cero, ma anche verso gli altri due Ceri.

I fratelli Rossi e amici santubaldari nel 1979
Inoltre sono fortunato anche nell’aver “pescato” dei capitani e dei capodieci con cui ho instaurato un ottimo rapporto di amicizia. In definitiva posso dire che tra i santubaldari sto trovando più porte aperte che ostacoli“.
Modifiche alla Corsa dei Ceri: sei d’accordo con la proposta dell’Università dei Muratori di anticipare l’Alzatella in via Baldassini?
“Sono favorevole a tutte le migliorie, ma in questo caso penso che non sia questo il problema perché credo che l’Università dei Muratori possa dare il suo contributo decisivo a risolvere alcuni problemi della Festa, come ad esempio la sfilata o la Porta della Basilica, cui va posto rimedio“.
Cosa ti aspetti dalla Festa dei Ceri del 2016?
“Vivrò un mix di emozioni che spero di trasmettere anche agli altri. Ho voglia di esserci, condividere le emozioni e le pacche sulle spalle con tutti perché la cosa più bella è la condivisione (a tal proposito è confermata la festa il 7 maggio alle Case Popolari).

I fratelli Rossi e amici santubaldari nel 1979
Voglio condividere tutto questo, come detto, anche con gli altri capodieci perché credo che il rispetto verso gli altri Ceri renda più forti e non più deboli“.
Ultima domanda sull’arrivo in Basilica. Chiuderete la Porta o ci sarà ingresso comune dei Ceri?
“La decisione sarà condivisa con i santubaldari, per i quali ho convocato una riunione apposita che sarà decisiva sulla questione. Ci tengo a precisare che a prescindere dalla decisone che verrà presa, ciò che pretendo è un atteggiamento dignitoso e rispettoso nei confronti del Patrono“.
Giovanni Alessi – Fotografie Stefano Rossi