In definitiva, il bilancio comunale si costruisce da solo ed al Consiglio Comunale non spetta altro compito che quello di alzare la mano

GUBBIO – Con la stesura del Bilancio comunale siamo alle solite. Provvidenziale è stata la proroga dei termini fino al 30 aprile 2016, che consente all’amministrazione Stirati di continuare a ragionare “per dodicesimi“. Cioè a navigare a vista, com’è nelle corde del sindaco “digiuno” di capacità manageriali.

D’altra parte, amministratori di una complessa “società” qual è quella comunale non ci si inventa da un giorno all’altro. Non si può passare al ponte di comando di “un’azienda” da cinquanta milioni di euro l’anno, come dicono i francesi “d’emblée” o, come diremmo a Gubbio, “de botto ‘e chioppo” . Siamo al terzo bilancio dell’era stiratiana e, non dico l’impronta, ma nemmeno lo zampino di una novità si è avvertito in città.

La prima scusa che Stirati & C. tirano fuori, una volta l’anno, è che gran parte del bilancio comunale è composto da “voci necessarie“, “capitoli invariabili“, pressoché immodificabili. Puntuali come i treni svizzeri arrivano, poi, i tagli dallo Stato e dalla Regione, per cui i margini di manovra “politica” sono sempre più risicati. In definitiva, il bilancio comunale si costruisce da solo ed al Consiglio Comunale non spetta altro compito che quello di alzare la mano. Se così fosse, un sindaco serio si dovrebbe dimettersi per constatata inutilità del suo ruolo. Ma così non è, vivaddio, e la realtà è fatta di altre cose.

Dello strapotere dei dirigenti, per esempio, che a causa dell’ignoranza tecnica della politica se la cantano e se la suonano come vogliono. Senza contraddittorio. O dell’ignavia verso forme virtuose di contenimento della spesa pubblica, oggi più che mai necessarie per ridare dignità al decoro pubblico. Anche quest’anno prepariamoci ad investimenti in manutenzioni pari a zero. I soldi servono per le consulenze esterne, per i premi a coloro che sono già stati premiati dalla vita, per mantenere un carrozzone pubblico quale certamente è la società Gubbio Cultura e Multiservizi, che drena centinaia di migliaia di euro l’anno dalle casse comunali.

Una sorta di bancomat nelle mani degli amministratori di turno che, non potendo coltivare in altro modo il clientelismo, si servono di una società di diritto privato che dovrebbe produrre profitto. Attendiamo con ansia la nomina del nuovo amministratore unico, scelto per concorso ad insindacabile giudizio del sindaco.

Francesco GagliardiConsigliere comunale “Centrodestra eugubino”