Ferma presa di posizione del “Comitato No Antenna”, lunedì incontro a Padule con l’Amministrazione comunale

GUBBIO – Abbiamo lottato tanto, abbiamo lottato con tutte le armi in nostro possesso ma nonostante tutto il “mostro” è stato issato. Cosi per ora la vittoria è loro. Per ora perché comunque l’ultima parola spetta al Tribunale amministrativo. Sarà il Tar ad aprile ad esaminare tutti i punti oscuri della questione, primo tra tutti quello che vede i termini per la realizzazione dell’impianto decaduti il 21/02/2015 ed un permesso a costruire comunque rilasciato in data 27/07/2015.

Vogliamo ancora una volta porgere questa domanda a tutti i cittadini eugubini: cosa sarebbe successo ad un comune mortale, ad un cittadino normale, ad uno di noi insomma, se avessimo agito con una parvenza di illegittimità?

Secondo voi avremmo avuto anche noi tutta questa libertà di azione? Noi cediamo di no…. Siamo profondamente delusi, in questi tre mesi ne abbiamo viste e sentite di tutti I colori…. Mille verità ci sono state nascoste. La politica ha fallito. Ha fallito perché un sindaco con delega all’urbanistica si dichiara non a conoscenza che in una frazione del suo comune verrà issato un “mostro” da trenta metri. Come se fosse cosa di tutti i giorni issare un traliccio con nove antenne sopra in una frazione già toccata duramente dall’inquinamento

Ha fallito perché la volontà di millecinquecento firme non ha avuto nessuna importanza. Padule è la frazione più popolosa della nostra città e non può essere vista solo come un bacino di voti. La nostra voce doveva essere ascoltata e la nostra dignità doveva essere rispettata. La concessione per costruire un impianto cosi fortemente impattante doveva essere valutata tenendo in considerazione la situazione di fatto del territorio.

Non è questa la sede giusta per ricordare cosa Padule ha dovuto subire in questi anni, dall’amianto alla diossina nell’aria…non c’è famiglia della zona che non si sia vista strappare un proprio caro da un tumore bastardo o da una leucemia stronza. Perché continuare a infierire? Perché non tutelarci? Perché issare un mostro di trenta metri a ridosso del centro abitato e a pochi metri da un asilo nido? Non poteva essere valutata una locazione alternativa?

Non vogliamo che qualcuno possa incappare in sciocchi luoghi comuni, per questo ci preme sottolineare che la nostra frazione non è contraria al progresso, non è contraria alla tecnologia, non promuove uno stile di vita Amish. Abbiamo chiesto una locazione alternativa. Avremmo voluto solo una giusto contemperamento tra la tutela della salute e lo sviluppo tecnologico.

Richiesta cosi assurda?

Un pensiero vogliamo rivolgerlo a tutti i proprietari che concedono i loro terreni per la costruzione di impianti del genere. È vero che nulla svolgono contro legge, ma è vero anche che nella vita ci sono valori e principi importanti, questi dovrebbero comunque tener conto delle ansie e delle preoccupazioni che possono scaturire nella popolazione soprattutto quando questi impianti vengono costruiti in centri abitati, non sempre tutto è barattabile con il denaro.

Quando anche il rispetto per la salute di una frazione o di una città viene meno crediamo che poco altro resti.

Comitato No Antenna Si Salute