La Signora era sola in casa quando ha esondato il Sentino. “Il portone si è spalancato: gli armadi, la legna e il congelatore si sono rovesciati bloccando l’ingresso. Io non potevo muovermi, ero bloccata in casa. Poi fortunatamente è arrivato mio figlio che vive a Gubbio e con l’aiuto di tre persone sono riuscita ad uscire“.

La piena del Sentino
Tra le persone accorse Maria Luisa ci tiene a ringraziare don Gaetano, per tanti anni parroco di Scheggia poi trasferito ad Umbertide, così come don Fausto Panfili con il diacono don Giorgio Cardoni senza pensarci due volte hanno impugnato pala e stivali per fornire contributo e supporto alla popolazione di Cantiano.
SCHEGGIA – Raggi di sole irradiano fango e detriti. Oltre al dramma e alla paura scaturite nei territori colpiti dall’alluvione di giovedì 15 settembre, arrivano anche testimonianze di speranza.
Dietro alle immagini che hanno sconvolto l’intera Penisola e scosso i cuori di tutti i cittadini umbri e marchigiani ci sono, prima di tutto, le persone che in un attimo hanno visto spazzare via parte della loro vita, assistendo inermi alla compromissione di case, fondi, aziende e attività lavorative.

Ingresso di casa della signora Maria Luisa bloccato dai mobili rovesciati
Maria Luisa
Una significativa testimonianza arriva da Scheggia, precisamente da Ponte Calcara, dove abita Maria Luisa che ricorda bene gli attimi di quel tardo giovedì pomeriggio che non avrebbe mai voluto vivere: “Ero sola in casa, i due miei figli non c’erano, in un attimo il fiume Sentino ha esondato e il portone si è spalancato: gli armadi, la legna e il congelatore si sono rovesciati bloccando l’ingresso. Io non potevo muovermi, ero bloccata in casa.
Poi fortunatamente è arrivato mio figlio che vive a Gubbio e con l’aiuto di tre persone sono riuscita ad uscire. Da quel momento in poi non siamo più stati soli: gli amici di mio figlio ci hanno aiutato a spalare il fango fin da subito.
Il giorno dopo, venerdì, la Protezione civile e tutti i volontari hanno fatto un lavoro eccezionale, tante persone, tanti amici tra messaggi e aiuti concreti non ci hanno mai lasciati soli e nel mentre è tornato anche il mio secondo figlio che era fuori Italia”.

Cronaca Eugubina n.239
Tra le persone accorse Maria Luisa ci tiene a ringraziare don Gaetano, per tanti anni parroco di Scheggia poi trasferito ad Umbertide, che non ha tentennato un secondo a tornare dal suo popolo. Così come don Fausto Panfili con il diacono don Giorgio Cardoni senza pensarci due volte hanno impugnato pala e stivali per fornire contributo e supporto alla popolazione di Cantiano.
“I danni sono stati tanti: dalla macchina alla parte bassa della casa. – continua Maria Luisa – Ma ciò che voglio che venga diffuso è il bene che ho ricevuto dalle persone, dagli amici dei miei figli e da quelli dei miei amici che con messaggi e aiuti concreti non mi hanno mai lasciato sola”.
Gli aiuti
Tanto l’aiuto ricevuto dalle popolazioni colpite anche tramite il tamtam social utile per informare su come mobilitarsi. Tanti gruppi ed associazioni dei comuni limitrofi si sono presentati per dare una mano, portando con sé pale, guanti, torce e beni di prima necessità. Inizialmente sono stati gli stessi ragazzi di Cantiano a chiedere cosa servisse e quelli di Gubbio e dei territori limitrofi hanno risposto recandosi sul posto.
Prezioso infine anche l’aiuto dei concittadini lontani dalle loro case d’origine ma che si sono comunque attivati per offrire aiuti concreti come nel caso di Giacomo, nato e cresciuto a Cantiano ma oggi residente a Roma, che in un solo giorno è riuscito a raccogliere oltre 11mila euro poi dirottati nell’IBAN attivato successivamente dal Comune di Cantiano, ad oggi ancora tra i più colpiti dall’alluvione.
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Caterina Panfili