I titolari: “La difficoltà maggiore di questo tipo di attività è che richiede impegno soprattutto in termini di tempo.

Il Martintempo
Fare orari notturni a volte è pesante, perché di giorno bisogna fare un’altra parte importante del lavoro, ci sono la contabilità, gli ordini ai fornitori, la consegna delle merci, insomma tante cose che si aggiungono a quello che la gente è abituata a vedere una volta che si apre la porta la sera alle 18:30“.
GUBBIO – Tra le attività principali presenti nel centro storico di Gubbio, c’è sicuramente il Martintempo di Marco Taccetti e Luca Fofi, un locale che si è affermato negli anni per la qualità che riesce a offrire ai clienti, che sono eugubini e turisti nei mesi di maggior presenze in città.
Marco e Luca, potete riassumerci la storia della vostra attività?
“Il Martintempo nasce nel 2011 per iniziativa di altri soci e prima io (Marco) poi Luca siamo entrati a far parte della società liquidando i vecchi proprietari e cercando di portare il Martintempo verso la realtà che oggi tutti conoscono”.
Il Martintempo è uno dei locali più importanti di Gubbio. Che cosa l’ha reso tale?
“Sicuramente uno dei punti di forza è che abbiamo cercato di essere sempre costanti nel lavoro e nella qualità sia il lunedì che il sabato, di essere un punto di riferimento per far trovare a tutte le persone che varcano la porta del locale un’atmosfera piacevole e confidenziale in qualunque sera, essendo aperti 7 giorni su 7.
Questo impegno necessita di tante energie anche perché questo tipo di lavoro richiede molto la presenza dei titolari, però i nostri clienti riconoscono tutti gli sforzi che facciamo e questo ci fa grande piacere”.
Quanto è difficile oggi gestire un’attività come la vostra? E come ha inciso la pandemia sul vostro lavoro? Quanti sacrifici sono richiesti al titolare di un locale?
“La difficoltà maggiore di questo tipo di attività è che richiede impegno soprattutto in termini di tempo.
Fare orari notturni a volte è pesante, perché di giorno bisogna fare un’altra parte importante del lavoro, ci sono la contabilità, gli ordini ai fornitori, la consegna delle merci, insomma tante cose che si aggiungono a quello che la gente è abituata a vedere una volta che si apre la porta la sera alle 18:30.
La pandemia purtroppo ho inciso in maniera molto negativa considerando che noi abbiamo potuto lavorare veramente poco, non tanto durante il primo lockdown nel quale eravamo tutti a casa, ma soprattutto nei sei mesi da ottobre 2020 ad aprile 2021 in cui abbiamo lavorato meno di due settimane solamente fino alle 18 di sera.
Per fortuna però, quando c’è stata data la possibilità di aprire, la gente chiaramente si è riversata nei locali quindi durante l’estate abbiamo recuperato qualcosa”.
Come vedete il vostro lavoro proiettato nel futuro?
“Se ci permetteranno di lavorare in tranquillità e verranno tolte tutte le limitazioni attuali, torneremo alla normalità e ci lasceremo alle spalle questi due anni bui, che rimarranno solo un brutto ricordo.
Il lavoro non sarà molto diverso da prima, dovremo solo fare quello che sappiamo fare meglio, prenderci cura dei nostri clienti e rendere piacevole il tempo che spendono al Martintempo”.
Francesco Caparrucci