Il Presidente della Famiglia dei Santantoniari: “Spesso si sente dire che Gubbio vive di soli Ceri, invece io penso che i Ceri rappresentano la nostra identità di essere eugubini con tutti quei valori che sono l’essenza della nostra vita. Supereremo questo momento, per la gioia di ritrovarci alla prossima. E immagino che sarà bellissima

GUBBIO – Nell’intervista che proponiamo di seguito, con il Presidente della Famiglia dei Santantoniari Alfredo Minelli tocchiamo alcuni tra i temi più attuali legati alla Festa dei Ceri, che il 15 maggio 2020 non si terrà per l’emergenza Coronavirus che stiamo vivendo.

Per Alfredo Minelli, il giorno della Festa è particolare perché, alla felicità dei Ceri, si unisce quella per il suo compleanno. “Non le dico come sono abituato a viverlo perché se lo può immaginare, ma in quel giorno ho intorno un numero di amici che pochi possono vantare. Gioia pura. E quindi sarà un compleanno tanto diverso”.

Ma andiamo con ordine e iniziamo dalla prima domanda.

Alfredo Minelli (Foto Photostudio Gubbio)

Presidente, dopo i primi mesi dell’anno molto intensi dal punto di vista degli appuntamenti ceraioli, a causa dell’emergenza Coronavirus è stata annullata la Festa dei Ceri.

Come ha vissuto lei, i momenti e le riunioni del Tavolo nei giorni in cui è stata presa la decisione?

Credo che nessuno di noi poteva immaginare questa situazione. Trascorsi quindici giorni dai nostri vejoni ceraioli, però, ho capito che ci saremmo trovati di fronte a questa eventualità. Un disagio profondo lo sentivamo, è innegabile, insieme ad una sensazione di perdere qualcosa che ci appartiene, che fa parte della nostra anima.

Ma noi abbiamo vissuto questa fase con un senso di profonda solidarietà e con vera preoccupazione per la nostra Nazione di fronte al propagarsi di questa pandemia e al dolore che vedevamo nei telegiornali. Anzi, per come siamo, ci siamo attivati in molte iniziative in questa direzione. Del resto questo è il nostro modo di sentire. In un quadro così drammatico le sensazioni che provavo erano quelle della piena consapevolezza di dove eravamo, e di quale era la nostra posizione.

La mente correva per la impossibilitò di celebrare la Festa alle guerre mondiali e alla considerazione che anche allora però, non era certo finita per questo. Tanti pensieri, ma anche la constatazione che la Festa non poteva avere spazio in un momento così doloroso. I sorrisi non sarebbero stati gli stessi, e neanche gli abbracci, ammesso che fossero stati possibili. La Festa vive nella sua coralità, e non è fine a sé stessa, si nutre del popolo tutto, della illimitatezza della condivisione.

Stirati durante la riunione online del tavolo dei Ceri a Palazzo Pretorio

Credo che l’annullamento della Festa dei Ceri fosse giusta e inevitabile. Ma non solo perché la nazione vive un momento terribile, ma anche perché c’è un divieto, quanto perché la Festa è incompatibile con il dolore e con l’isolamento.

Stare insieme appartiene al senso della Festa dei Ceri, anzi, ribadirlo ancora oggi significa rappresentare la più grande peculiarità della Festa dei Ceri, ciò che davvero distingue questa nostra manifestazione dell’essere, da tutte le semplici rievocazioni in costume di cui il folclore umbro e nazionale è alquanto ricco.

La Festa dei Ceri non è una festa in costume, non è una rievocazione, non è una rappresentazione scenica.

Noi non portiamo un ‘costume’ ma una ‘divisa’, perché il costume veste la rappresentazione scenica, la divisa veste un ruolo. E noi tutti abbiamo un ruolo nella Festa, fondendoci in essa. La Festa dei Ceri è Gubbio stessa, siamo tutti noi. E in questo contesto credo che non avremmo potuto esprimere tutto ciò.

Il giorno in cui il Sindaco ha portato all’attenzione del Tavolo la sua nota che di fatto sanciva l’annullamento della Festa l’ho vissuta con tristezza e amarezza come del resto credo tutti gli eugubini, ma al tempo stesso con una forte senso di responsabilità per quanto sta accadendo“.

Alfredo Minelli

Lei è Presidente della Famiglia dei Santantoniari, e in questa veste rappresenta tutti i ceraioli di Sant’Antonio. Che cosa le dicono quando le capita di sentirli, quali sono i messaggi che le giungono dal popolo ceraiolo?

Io sono Presidente della Famiglia che è un contenitore per statuto e scopo più ampio dei ceraioli in senso stretto. Essi sono rappresentati dal loro capodieci: Andrea. Questo momento lo viviamo con una certa amarezza, un po increduli, e rimarrà indelebile nella storia della Festa dei Ceri.

Ma devo dire che c’e’ anche tanta consapevolezza e un alto senso di responsabilità che mi piace evidenziare dove tutti i santantoniari hanno condiviso quanto è stato deciso, sopratutto perché sarebbe venuto meno quello spirito santantoniario dello stare insieme e condividere i tanti momenti non solo del 15 maggio ma anche tutti gli appuntamenti precedenti“.

Alzata Festa dei Ceri 2018 

Informalmente si parla della data dell’11 settembre, come alternativa al 15 maggio 2020, qualora vi fossero le condizioni sanitarie per tenere la Festa dei Ceri. Qual è la sua opinione in merito? Si rischia da questo punto di vista di dividere la città, piuttosto che unirla?

Di questa opportunità non ne abbiamo parlato e credo che ad oggi sia difficile poterlo fare anche in considerazione del fatto che nessuno può immaginare l’evolversi della diffusione del virus e quali comportamenti dovremmo assumere in futuro.

Credo che oggi stiamo vivendo in mondo sospeso dove le certezze di oggi posso essere smentite da fatti del giorno dopo.

Gli stessi scienziati lo stanno dimostrando muovendosi con molta cautela difronte ad un qualcosa sconosciuto e quanto tale difficile da studiare per trovare i dovuti rimedi. Ma al di la di questo credo che la parola per una edizione dei Ceri a settembre aspetterà a tutto il popolo eugubino con una decisione corale che eviti sopratutto il doversi dividere, cosa che non farebbe altro che aggravare il momento così difficile dove invece serve unione“.

La “spallata” della solidarietà

La Famiglia dei Santantoniari è sempre in prima fila per iniziative solidali. In questo momento storico caratterizzato dall’emergenza Coronavirus, in quali progetti di solidarietà siete impegnati?

Stiamo portando avanti con tutte le altre componenti legate alla Festa dei Ceri l’iniziativa ‘La spallata della Solidarietà’ una raccolta fondi per venire incontro a tutte quelle realtà eugubine che a vario titolo sono chiamate a fronteggiare l’emergenza Coronavirus.

La raccolta sta riscuotendo un bel successo e questo fa capire che il modo legato ai Ceri ha uno spirito solidale molto forte che è anche un valore della Festa“.

Santantoniari il 15 maggio

Presidente la Festa non si terrà. Ma lei come vivrà il giorno del 15 maggio e che cosa si sente di dire a tutti i ceraioli eugubini?

Intanto le dico che il giorno dei Ceri è il mio compleanno, lo so che le sembrerà una coincidenza particolare ma è così. Non le dico come sono abituato a viverlo perché se lo può immaginare, ma in quel giorno ho intorno un numero di amici che pochi possono vantare. Gioia pura.

E quindi sarà un compleanno tanto diverso. Condividere con il telefono non è la stessa cosa. Ma penso alla Festa. Al buco nero di quella giornata che sentiremo tutti. Ai Santatontoniari posso solo dire di vivere non solo il 15 maggio ma anche il 16 maggio (Festa del nostro Patrono Sant’Ubaldo) con molta serenità e semplicità, e senza neanche eccessivi rimpianti. Si può condividere anche in un momento di riflessione, e con l’anima.

E’ un giorno importante per tutti noi, ma non siamo dei fanatici, viviamo con profondità un amore sano, vero, e così faremo quel giorno, anche se mutilati della fisicità della Festa, nessuno potrà toccarci la parte spirituale.

Spesso si sente dire che Gubbio vive di soli Ceri, invece io penso che i Ceri rappresentano la nostra identità di essere eugubini con tutti quei valori che sono l’essenza della nostra vita. Supereremo questo momento, per la gioia di ritrovarci alla prossima. E immagino che sarà bellissima“.

Francesco Caparrucci