Il Primo Capitano: “Un altro ricordo importante è legato alla Calata dei Ferranti, quando la terminavo e uscivo da sotto le stanghe c’era sempre mia moglie ad aspettarmi, all’epoca eravamo fidanzati“

Eric Nicchi Capodieci del Cero Piccolo di Sant’Ubaldo nel 1979
GUBBIO – Il Primo Capitano Eric Nicchi ha partecipato al Tavolo dei Ceri, che ha preso la decisione di annullare la Festa del 15 maggio 2020 per l’emergenza Coronavirus.
“Una decisione saggia. – la definisce – E’ la prima volta forse nella mia vita, che mi allineo completamente al parere di tutti nel modo di pensare e di fare, ma con il Coronavirus non si scherza. Che Festa sarebbe con le limitazioni? Non sarebbero più i Ceri“.
Circola informalmente la proposta della data dell’11 settembre 2020, in alternativa al 15 maggio, se vi fossero le condizioni sanitarie. Lei cosa ne pensa?
“E’ tutto prematuro. La prima cosa è la sicurezza del popolo eugubino. Per me i Ceri sono soltanto il 15 maggio, Sant’Ubaldo è morto il 16 maggio.
Quindi sono contrario ad un’eventuale Festa l’11 settembre e non scendo a compromessi su questa cosa. Certo, dal punto di vista umano è bello ripartire con la vita, ma perché prendere i Ceri? Potremmo festeggiare anche in altro modo.
Il 14, 15, 16 maggio tutto quello che eventualmente si potrà fare, sono cose che hanno significato in assenza della Festa? Tutto ciò che è scritto nei social sono sciocchezze, mi impegno a non farlo“.

Alberto Nicchi nel 1981
Cambiando argomento, qual è il ricordo più bello che ha della Festa dei Ceri?
“Ne ho tanti, perché ogni anno è bello a modo suo. Ricordo quando lo zio Alberto Nicchi (“Gonnella”) fece il Primo Capitano nel 1981. Fu un momento bello perché già dall’allora sognavo un giorno di fare il Capitano della Festa dei Ceri.
Ricordi molto belli anche quelli legati a mio padre, Walter Nicchi (“Marietto della Candida”), grande ceraiolo della manicchia di Santa Lucia e San Benedetto. Ancora mi commuovo quando ne parlo. I suoi pezzi principali erano la Calata dei Neri e l’Astenotrofio Mosca.
Nel 1979 ho alzato il Cero Piccolo di Sant’Ubaldo, e fu una grande emozione. Un altro ricordo importante è legato alla Calata dei Ferranti, quando la terminavo e uscivo da sotto le stanghe c’era sempre mia moglie ad aspettarmi, all’epoca eravamo fidanzati“.
A questo proposito, lei è molto legato alla famiglia, e soprattutto alle donne della sua famiglia, a sua madre Irma e a sua moglie Federica.

Eric Nicchi con la moglie e la mamma
Cosa le dicono, o quali consigli hanno per lei, in questo momento particolare?
“E’ vero, siamo una famiglia molto legata. Adesso sono molto dispiaciute perché era trent’anni che aspettavamo questo momento.
Voglio ricordare le parole che ha scritto mia moglie: ‘la grande devozione per il Santo Patrono ci aiuterà a fermarci un attimo e riflettere, a ricordare chi abbiamo perduto e chi sta male, e ad attendere un anno per tornare a rinascere, abbracciarci e fare festa’“.
In conclusione, che cosa si sente di dire il Primo Capitano a tutti i ceraioli?
“Che dobbiamo vivere il giorno della Festa con gioia, serenità e passione. Ma anche con umiltà, in devozione di Sant’Ubaldo“.
Francesco Caparrucci – Fotografia di copertina Photostudio Gubbio