Il Sindaco di Gubbio: “Oggi lo stato d’animo è di amarezza e tristezza, ma dobbiamo guardare avanti e trovare la forza di ripartire. Dobbiamo rinascere e i Ceri sono una grande motivazione. Guardando al futuro costruiremo momenti belli di gioia e solidarietà. Come Sindaco ho il compito di dare i giusti messaggi alla città”

Il Sindaco Stirati la sera del 15 maggio 2018
GUBBIO – Mercoledì sera, 15 aprile, il Tavolo dei Ceri riunitosi via Skype ha deciso l’annullamento della Festa dei Ceri 2020 a causa dell’emergenza da Covid-19.
E’ stata una decisione che il Sindaco Stirati ha definito “dolorosa e struggente“, ma inevitabile data l’emergenza sanitaria che tutto il Paese sta vivendo, con i Decreti emanati dal Governo per fronteggiarla e superarla con la misura, tra le altre, del distanziamento sociale.
Questa mattina (giovedì 16 aprile) abbiamo intervistato su alcuni temi di stretta attualità che riguardano la Festa dei Ceri 2020, il sindaco Filippo Stirati. Di seguito le sue parole.
Sindaco, nella nota diffusa nel tardo pomeriggio del 15 aprile, in cui lei annuncia alla città l’annullamento della Festa dei Ceri 2020 a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19, definisce la scelta “dolorosa e struggente”. Quando, con esattezza, ha capito che si doveva assolutamente prendere questa decisione?
“Già nei giorni precedenti, con il comunicato stampa del Tavolo dei Ceri del 2 aprile, era evidente che i margini perché la Festa dei Ceri 2020 si tenesse erano ridotti al lumicino. Abbiamo voluto attendere dopo Pasqua per prendere una decisione definitiva, per rendere consapevole il Tavolo dei Ceri visto che si tratta di un atto di solennità e storicità che andava assunto con più ponderatezza e consapevolezza possibili.
Abbiamo quindi coinvolto i Capodieci, i Capitani, il Vescovo, certi di rappresentare in questo modo i sentimenti più vasti di tutto il mondo ceraiolo”.

Stirati durante la riunione online del tavolo dei Ceri
Nelle scorse settimane, si è diffusa informalmente la notizia che la Festa dei Ceri potesse tenersi, in alternativa, l’11 settembre 2020. E’ realistico questo scenario, a suo avviso? Oppure è più verosimile ragionare già sulla Festa del 2021?
“E’ evidente che ci sono due questioni rilevanti: la prima è la possibilità per nulla remota che la misura sul distanziamento sociale possa essere ancora attuale a settembre, seppur nel frattempo alcune attività riapriranno, e la vita in parte ripartirà, ma è alto il rischio che anche a settembre non ci siano le condizioni per tenere la Festa dei Ceri.
Poi c’è anche il fatto che non tutti rispetto a questa possibilità la pensino allo stesso modo, e non è questo il momento di dividere la città. Papa Celestino III, nella bolla papale, scrisse che ogni anno si doveva festeggiare allegramente Sant’Ubaldo, per cui se noi riuscissimo a soddisfare ciò, non sarebbe fuori luogo parlare della possibilità di tenere la Festa a settembre.
Ma questo non è stato un tema di approfondimento trattato nell’ultima riunione del Tavolo dei Ceri. Vediamo nei prossimi mesi, se ci saranno le condizioni almeno per parlarne, anche se addirittura viene messo in discussione il ritorno a scuola per quel periodo dell’anno. Se ne potrà parlare, soltanto se ci sarà una schiarita sostanziale della situazione attuale”.

Corso Garibaldi nel 1975
In questo momento storico, c’è un ricordo particolare, che le torna alla memoria, legato alla sua esperienza ceraiola, visto che lei è stato anche per tanti anni ceraiolo sangiorgiaro?
“Certo, i momenti belli legati alla Festa dei Ceri nella propria dimensione personale sono molti.
La Festa dei Ceri è un’esplosione di gioia, di forza, di devozione. Quel giorno abbracci una persona che non vedi da tanto tempo, ma che è unita a te dagli stessi sentimenti condivisi verso la Festa dei Ceri.
Il momento più bello è quando arriva il Cero e tu entri sotto. Dobbiamo purtroppo confrontarci con questa realtà, avevamo letto nei libri la sospensione della Festa per eventi eccezionali lontanissimi nel tempo, ora la viviamo e la consegniamo agli annali della storia”.

La discesa dei Ceri in città
Già in queste ore, molti cittadini, soprattutto nei social, stanno dicendo come “vivranno” il 15 maggio da casa.
C’è chi dice ad esempio che esporrà comunque gli stendardi alle finestre, chi propone tre giorni di luci accese ai balconi in onore di Sant’Ubaldo e delle persone defunte…
Che cosa si sente di dire alla città, da questo punto di vista?
“Mi fa molto piacere la spontanea volontà di festeggiare il Santo Patrono. A questo proposito, ci riuniremo di nuovo con il Tavolo dei Ceri per sensibilizzare la città e per aspetti organizzativi, sempre nell’ambito di ciò che si può fare rispettando i Decreti governativi.
Si tratterà di un momento di grande solidarietà e condivisione, di grande vicinanza tra la comunità. Ovvio che il 16 maggio si terrà il Pontificale in onore di Sant’Ubaldo. Al momento avvertiamo tutti un comune stato d’animo”.
Lei, Sindaco, come vivrà il 15 maggio 2020?
“Ancora non lo so, non me ne rendo conto. Oggi lo stato d’animo è di amarezza e tristezza, ma dobbiamo guardare avanti e trovare la forza di ripartire. Dobbiamo rinascere e i Ceri sono una grande motivazione. Guardando al futuro costruiremo momenti belli di gioia e solidarietà. Come Sindaco ho il compito di dare i giusti messaggi alla città”.
Francesco Caparrucci – Fotografia di copertina Photostudio Gubbio