Un commerciante storico: “Per migliorare la situazione ci vorrebbero dei tecnici del settore”. Un giovane commerciante: “Mi sono trasferito a Milano perché qui mi sento apprezzato

GUBBIO – Il centro storico di Gubbio è stato da sempre attrazione per i turisti che visitano la città e per i residenti che un tempo venivano qui a passeggiare nelle ore serali e nei fine settimana.

Negli ultimi anni però si è registrata una crescente crisi, che ha interessato principalmente Corso Garibaldi. Il Corso, la via principale di negozi e attività, si è vista piano piano svuotarsi, molte attività hanno definitivamente chiuso o hanno preferito trasferirsi in zone più accessibili della città, in periferia e nelle nuove zone di espansione urbana.

Le cause che hanno portato a tutto ciò sono molte: principalmente gli affitti sempre più onerosi e quindi la necessità da parte di alcuni commercianti di trasferirsi in zone più economiche ma allo stesso tempo più funzionali, dotate ad esempio di parcheggi, la mancanza di servizi che permetta al turista o al residente di poter accedere facilmente alle attività principali.

I varchi elettronici e la necessità di una migliore informazione riguardo agli orari di accesso. In tutto sono sette al momento le attività commerciali che hanno abbandonato o chiuso i battenti in Corso Garibaldi. A questo proposito abbiamo sentito alcuni commercianti di Corso Garibaldi, registrando le loro impressioni riguardo al problema e chiedendogli quali possono essere le soluzioni da attuare.

Maurizia, commerciante : “I problemi sono tanti, hanno portato via tutti i servizi, hanno fatto di tutto per portare via la gente dal centro. Il commercio è cambiato sicuramente, la gente adesso preferisce acquistare online. La soluzione non lo so quale sia, è un insieme di cose, tra cui la crisi economica, la gente non spende e i giovani vanno via”.

Catia, commerciante: “Principalmente va abbellito il Corso, perché è lasciato andare, magari ci sono delle vie che non sono principali ma sono tenute meglio, più belle. Per quanto riguarda i negozianti che se ne sono andati, un po’ c’è la crisi, un po’ il fatto delle telecamere e la gente che ha avuto paura a salire per le multe.

Secondo me si dovrebbero incentivare i negozianti di fuori a tornare al centro, per avere un corso pieno di negozi. Per ultimo va portata la gente, fare dei pulman che permettono al turista di visitare la città, visitarla a piedi, così che possono osservare e avere il tempo giusto per entrare nei negozi”.

Franco, commerciante: “Per migliorare la situazione ci vorrebbero dei tecnici del settore, per rivitalizzare la zona, purtroppo questa è una zona morta, non vengono più le persone. Prima c’era il passeggio adesso anche i giovani sono chiusi nei club”.

Giuseppe, commerciante: “Questo è un annoso problema che risale da quando è stato fatto uno sviluppo delle nuove parti commerciali. Si può notare uno squilibrio per quanto riguarda la parte destra della città, con il monte Ingino alle spalle, dove usufruisce di parcheggi gratuiti, come la zona di San Martino dove nuove attività hanno investito e hanno creato un quartiere vivo e vivace, anche perché comunque ci sono attività legate alla ristorazione che è un comparto di mercato che sta andando bene.

Corso Garibaldi non ha più l’appeal di un tempo e la cosa è preoccupante per noi commercianti e anche per i proprietari dei negozi che si vedono ridotte le proprie entrate in quanto hanno negozi sfitti o con un valore commerciale molto ridotto.

Stanno chiudendo sempre più negozi o hanno chiuso attività di grande calibro dove non c’è stato il ricambio generazionale. Non ci sono servizi e questa è la cosa più importante, perché se uno è costretto ad andare in un punto ne beneficia la banca, il ristorante, il bar e i negozi di vicinato”.

Un’altra importante testimonianza è sicuramente quella di un giovane commerciante di corso Garibaldi che ha deciso di trasferire la sua attività in un’altra città, Milano. Così ci ha spiegato le sue motivazioni:

Diego, commerciante: “C’è stata indifferenza a vendere i miei prodotti nei negozi del centro, la gente è indifferente, non acquista più. È nato un progetto, abbiamo creato un prodotto di lusso a basso costo, così ho deciso di trasferirmi a Milano perché credo in tutto questo e qui sono apprezzato”.

Viviana BarbiFoto Gavirati