Dalla Bolivia al Kosovo, il filo che unisce queste due esperienze è la scelta di spendere il proprio tempo non per sé stessi ma per gli altri. Esperienze di missione che arricchiscono, trasformano, fanno crescere.
In un mondo che spesso invita a chiudersi nel proprio piccolo orizzonte, i giovani eugubini hanno scelto di guardare lontano, scoprendo che l’incontro con l’altro è la via più vera per diventare adulti nella fede e nella vita.

Le giovani eugubine in partenza per la missione in Bolivia nell’estate 2025

E così, tra le Ande e i Balcani, questa estate la Chiesa eugubina ha scritto nuove pagine di amicizia, condivisione e speranza, che resteranno impresse nella memoria di chi ha partecipato e nella storia delle comunità incontrate.

GUBBIO – Un’estate diversa, spesa lontano da casa per incontrare comunità che portano nel cuore speranze e ferite.

Cinque giovani della Diocesi di Gubbio stanno concludendo in questi giorni un mese di missione in Bolivia, mentre un altro gruppo di venti ragazzi e ragazze è in piena attività in Kosovo, nella casa di accoglienza di Leskoc.

Due esperienze diverse, ma accomunate da un filo rosso: il desiderio di allargare lo sguardo e di mettersi in gioco per gli altri, portando con sé la ricchezza della fede e la forza della fraternità.

Missione in Bolivia 

Sono partiti il 25 luglio e rientreranno il 23 agosto. Paolo Bernagozzi e Silvia Martini insieme a Anita Ferranti, Chiara Gnagni e Alessia Angeli hanno vissuto un mese intenso a contatto con le comunità boliviane, grazie al coordinamento del Centro missionario diocesano.

La loro base è stata a Santiago de Huata, la comunità guidata per vent’anni da don Leonardo Giannelli sulle rive del lago Titicaca, ma il viaggio li ha portati anche a Copacabana, Batallas, Ambanà e Chuquiñapi, tra celebrazioni, visite, incontri e giornate di lavoro con bambini, disabili e famiglie in difficoltà.

Non sono mancati momenti forti, come la partecipazione alla festa nazionale del 6 agosto o la visita all’Università locale, oltre al semplice e prezioso condividere la vita quotidiana con la gente.

Una delle partecipanti: “È un’esperienza che ti cambia perché ti mette di fronte alla povertà e all’accoglienza, alla fatica e alla bellezza. Siamo venuti con la voglia di donare qualcosa, ma torniamo con il cuore pieno”.

Per Silvia e Paolo è stato anche un ritorno, a sei anni dalla loro prima missione in Bolivia: “Camminare insieme a queste comunità significa scoprire un modo diverso di stare al mondo. Lo sguardo si allarga e non si può più tornare indietro”.

La casa di accoglienza di Leskoc in Kosovo

In Kosovo

Pochi giorni dopo la partenza per la Bolivia, un altro gruppo di giovani ha preso il via verso i Balcani. Dal 18 al 28 agosto, venti ragazzi di Gubbio e Umbertide sono in Kosovo per un campo estivo a Leskoc, la casa di accoglienza fondata venticinque anni fa dalle Caritas umbre al termine dei difficili anni della guerra.

Li accompagnano il direttore della Caritas diocesana Luca Uccellani, i sacerdoti don Francesco Menichetti e don Gaetano Bonomi Boseggia. L’esperienza coinvolge undici ragazzi e nove ragazze, dai 16 ai 22 anni, molti dei quali alla loro prima volta.

Il programma unisce vita comunitaria e servizio quotidiano: pulizie, cucina, lavanderia, animazione dei bambini ospiti della casa e dei piccoli del villaggio, in una sorta di “Grest” estivo che porta allegria e socialità.

C’è anche il centro diurno, che accoglie ogni giorno una quindicina di bambini di famiglie povere della zona, offrendo loro pasti, attività scolastiche e gioco. Per i giovani eugubini si tratta di una vera scuola di fraternità, che continua un legame venticinquennale tra la diocesi di Gubbio e la comunità di Leskoc.

Luca Uccellani: “Ogni estate non offriamo solo un campo, ma un’occasione di crescita: vivere con i più poveri e condividere la vita comunitaria lascia segni profondi nei ragazzi, che poi portano questo stile nelle parrocchie e nella vita di tutti i giorni”.

Foto e comunicato stampa