C’è soddisfazione per la sentenza definita giusta, visto che le pene indicate sono considerate proporzionate alla gravità dei fatti. Ora si aspetta di conoscere le motivazioni delle sentenza per decidere le azioni future. 

Il 118 a Canne Greche il giorno dell’esplosione 

Alessio Cacciapuoti e la sua Famiglia hanno seguito il Processo con grande dolore e sempre nel ricordo delle vittime Elisabetta e Samuel. Alessio non era presente in aula a Perugia alla lettura della sentenza di primo grado perchè ha preferito vivere questo momento in maniera riservata. 

PERUGIA – La Presidente Carla Giangamboni, giudice a latere Dottoressa Elena Mastrangeli, alla presenza dei giudici popolari, ha letto la sentenza di primo grado del Processo per l’esplosione del 7 maggio 2021 al laboratorio di lavorazione della cannabis light a “Canne Greche” di Gubbio.

Nell’esplosione persero la vita Elisabetta D’Innocenti e Samuel Cuffaro, con due feriti Alessio Cacciapuoti e Kevin Dormicchi che riportarono lesioni gravissime.

Il Pubblico Ministero dottoressa Gemma Miliani, nell’udienza del 27 marzo scorso, aveva chiesto la condanna a 20 anni di reclusione per ciascuno dei cinque imputati (M.G, M.M.G., R.A., R.L. e M.G.), ritenendo il dolo eventuale in capo a tutti gli imputati.

La Corte d’Assise di Perugia ha riqualificato il reato di omicidio doloso e lesioni dolose in omicidio colposo e lesioni colpose, condannando a 18 anni e 1 mese R.A., a 14 anni e 20 giorni M.G., a 14 anni e 20 giorni R.L., a 14 anni e 20 giorni a M.G., a 10 anni 6 mesi e 15 giorni M.M.G.. 

Il Processo ha interessato le aziende Greenvest e Greengenetics operanti a Gubbio all’epoca dei fatti. Tutti gli imputati sono stati condannati in solido al risarcimento delle parti civili, da quantificare in sede civile.

La Corte ha riconosciuto una provvisionale immediatamente esecutiva a tutte le parti civili: 150mila euro a favore di Gaetano Cuffaro e Alonge Fiorella (genitori di Samuel), 75mila euro a favore dei loro figli, 40mila euro a favore di Giacinto D’Innocenti (fratello di Elisabetta), 50mila euro ciascuno a favore dei figli di Elisabetta D’Innocenti, 20mila euro a favore di Kevin Dormicchi, 200mila euro a favore di Alessio Cacciapuoti, 50mila euro a favore dei suoi genitori Biagio e Patrizia.

L’avvocato Francesca Pieri

La Corte con questo dispositivo di sentenza ha di fatto considerato M.G. socio confermando la prospettiva accusatoria del Pubblico Ministero. La Corte si è riservata 90 giorni per il deposito delle motivazioni della sentenza.

Le parti civili 

Avvocato Francesca Pieri: “Possiamo ritenerci soddisfatti in termini di pena riconosciuta agli imputati in quanto proporzionate alla gravità dei fatti.

Attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza per valutare il percorso logico giuridico che ha portato la Corte a riqualificare l’omicidio e le lesioni come colpose.

Continueremo a supportare l’impianto accusatorio della Procura in ordine in particolare a quegli elementi che riteniamo dirimenti per la configurabilità del dolo eventuale”.

Avvocato Ubaldo Minelli: “Prendiamo atto della decisione assunta dalla Corte di Assise, aspettiamo il deposito delle motivazioni per comprendere il percorso logico giuridico che ha portato i giudici a ritenere inconfigurabile nelle condotte degli imputati il dolo sotto la forma del dolo eventuale. 

Sottolineo tuttavia che la Corte ha inflitto pene abbastanza pesanti, pur ritenendo, come detto, inconfigurabile l’elemento soggettivo del dolo eventuale“.

C’è soddisfazione per la sentenza definita giusta, visto che le pene indicate sono considerate proporzionate alla gravità dei fatti. Ora si aspetta di conoscere le motivazioni delle sentenza per decidere le azioni future.

Alessio Cacciapuoti e la sua Famiglia hanno seguito il Processo con grande dolore e sempre nel ricordo delle vittime Elisabetta e Samuel. Alessio non era presente in aula a Perugia alla lettura della sentenza di primo grado perchè ha preferito vivere questo momento in maniera riservata.

La replica del Pubblico Ministero

Brevissima l’udienza di giovedì mattina 29 maggio, durante la quale soltanto il Pubblico Ministero, Dottoressa Gemma Miliani, ha replicato, in merito al capo di imputazione “F” inerente al reato di detenzione di canapa ai fini delle cessione a terzi.

Il Pubblico Ministero ha elencato Leggi e Decreti legge in vigore all’epoca dei fatti, sottolineando l’illiceità dell’abbattimento del THC (principio attivo della cannabis light) con il pentano, parlando di procedura “contra legem“. Le parti civili e le difese hanno confermato le conclusioni già prese nelle udienze precedenti.

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Francesco CaparrucciFotografie Cronaca Eugubina