Una tradizione storica che si è rinnovata la sera del Venerdì Santo per le vie del centro storico di Gubbio completamente illuminate.
La Processione del Cristo Morto è partita dalla Chiesa di Santa Croce della Foce e si è diretta al “pietrone”, per poi compiere l’antico itinerario che permetteva di mostrare il Cristo Morto alla venerazione di Monasteri, Conventi, Confraternite, luoghi di sofferenza e fedeli: uniche soste al “pietrone” e alla Casa di Riposo “Toschi Mosca.
A San Martino si sono vissuti momenti di grande intensità e commozione, con il Cristo che è stato posizionato all’interno del padiglione di ingresso, dove gli anziani della Casa di Riposo Toschi Mosca lo hanno potuto vegliare e pregare per alcuni minuti.
Nel pomeriggio il rito antichissimo dell’Unzione delle Sante Piaghe di Gesù con il Coro delle Pie Donne di Cantiano. L’Unzione consiste nel mettere nelle cinque ferite di Gesù della bambagia e del balsamo di Cantiano, conosciuto fin dall’antichità e utilizzato per la cura di ferite e scottature, per poi prendere dei fiocchi di cotone in segno di devozione e preghiera.
Lo struggente Miserere, alternato ai Canti della Passione, ha accompagnato i simulacri e tutti i simboli della Passione in un clima di silente devozione fino al rientro nella Chiesa di Santa Croce della Foce dove i cori si sono alternati nel canto finale.

Processione Venerdì Santo in Corso Garibaldi
GUBBIO – All’imbrunire del Venerdì Santo si è rinnovata a Gubbio la sacra rappresentazione della Processione del Cristo Morto, che da secoli è riferimento religioso e culturale di tutto il popolo eugubino.
La Sacra Liturgia è partita alle ore 19.30 dalla Chiesa di Santa Croce della Foce dirigendosi verso il “pietrone” per poi compiere il solito e antico itinerario che permetteva di mostrare il Cristo Morto alla venerazione di Monasteri, Conventi, Confraternite, luoghi di sofferenza e fedeli: uniche soste al “pietrone” e alla Casa di Riposo “Toschi Mosca”.
A San Martino si sono vissuti momenti di grande intensità e commozione, con il Cristo che è stato posizionato all’interno del padiglione di ingresso, dove gli anziani della Casa di Riposo Toschi Mosca lo hanno potuto vegliare e pregare per alcuni minuti.

Coro Pie Donne di Cantiano
Le Pie Donne di Cantiano
La partenza della Processione del Cristo Morto da Santa Croce è stata preceduta dal rito antichissimo dell’Unzione delle Sante Piaghe di Gesù.
L’Unzione delle Sante Piaghe consiste nel mettere nelle cinque ferite di Gesù della bambagia e del balsamo di Cantiano, conosciuto fin dall’antichità e utilizzato per la cura di ferite e scottature, per poi prendere dei fiocchi di cotone in segno di devozione e preghiera.
Si tratta di un rito che è stato aperto dalla recita dell’antica “Preghiera delle Cinque Piaghe“, con il coro delle Pie Donne che, con i canti della Passione, ha accompagnato le donne durante l’unzione delle Sante Piaghe di Gesù.

Processione Cristo Morto a Gubbio
Il Coro del Miserere
Per le vie del centro storico di Gubbio, lo struggente “Miserere”, alternato ai “Canti della Passione”, ha accompagnato i simulacri e tutti i simboli della Passione in un clima di silente devozione fino al rientro nella Chiesa di Santa Croce della Foce dove i cori si sono alternati nel canto finale.
Tradizione particolarmente sentita è l’Ostensione del Cristo Morto con l’offerta di fiori: le sacre immagini di Gesù Crocifisso e della Vergine Addolorata potranno essere venerate fino a domani, Sabato Santo, nella Chiesa di Santa Croce già dalle ore 7 della mattina.
Durante tutta la mattinata del Sabato Santo, sempre nella chiesa di Santa Croce, saranno presenti i sacerdoti per le confessioni.
Alle ore 21.15 del Sabato Santo i confratelli compiranno il gesto della “Reposizione di Gesù Crocifisso” nella nicchia dell’altare maggiore. Le vie del centro storico della città erano tutte illuminate stasera. La Processione è transitata anche in Piazza Quaranta Martiri dove i lavori di riqualificazione proseguono ininterrotti.

La Processione del Venerdì Santo a Gubbio
La Processione del Venerdì Santo è stata guidata dal Vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini, insieme al Padre Guardiano Francescano Marco Bellachioma.
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Fotografie di Simone Grilli