Intervista alla Dottoressa Maria Carmela Colaiacovo: “Quest’anno la stagione estiva è in calo del 20%, con poca presenza internazionale. Occorre un prodotto integrato tra eventi e servizi che duri tutto l’anno.
Per realizzare tutto questo serve una rete di contatti a livello nazionale e internazionale che portino la città di Gubbio in contatto con altri tipi di realtà.

Cronaca Eugubina n.280
Per attrarre flussi turistici bisogna lavorare in maniera scientifica. Bisogna far si che l’artigianato di qualità seguiti a sopravvivere, bisogna dare un’offerta enogastronomica e culturale di qualità, e una filiera agro alimentare che possa suscitare l’interesse di venire in questa città“
GUBBIO – La stagione estiva del turismo che sta per terminare, non è stata entusiasmante quanto a presenze in città nei mesi di giugno, luglio e agosto. Pochi turisti e soprattutto pochi stranieri.
Insieme alla Dottoressa Maria Carmela Colaiacovo, Presidente di Confindustria Alberghi, e titolare del Park Hotel Ai Cappuccini, facciamo il punto sulla situazione del turismo a Gubbio e sulle prospettive future.
Dottoressa Colaiacovo, giugno e luglio sono stati due mesi particolarmente neri quest’anno per il turismo a Gubbio, con la città che è stata deserta per interi fine settimana, sotto un’afa insopportabile.
L’inizio di agosto non è stato incoraggiante, fiacco il Ferragosto, mentre nella seconda quindicina del mese c’è stato più movimento.
In assenza di dati ufficiali, lei che idea si è fatta sulla stagione 2024?
“Si, è vero, quest’anno la stagione estiva ha segnato un po’ un rallentamento, e questo non è accaduto solo a Gubbio, ma in diverse destinazioni e città d’arte. Sicuramente il gran caldo, e sicuramente per quanto riguarda Gubbio la poca presenza di clientela internazionale, che invece nei mesi di giugno e luglio è presente in altre città d’Italia.
Anche altre città d’arte hanno avuto un calo intorno al 20%. Per quanto riguarda il Park Hotel Ai Cappuccini, mentre ancora a luglio ha avuto un turismo legato a eventi congressuali, posso dire che la stagione è andata abbastanza bene”.
Da molti anni si parla di “Gubbio città del turismo”, ma che cosa manca in sostanza per arrivare a realizzare questo obiettivo?
“Per essere una destinazione turistica non bisogna essere soltanto belli, ma dobbiamo essere soprattutto attrattivi, e avere un prodotto integrato tra servizi ed eventi che coprano in maniera scientifica tutte le stagioni dell’anno.
E per realizzare tutto questo serve una rete di contatti a livello nazionale e internazionale che portino la città di Gubbio in contatto con altri tipi di realtà”.

Cronaca Eugubina n.280
E’ anche un problema di qualità di presenze. Sembra che Gubbio non riesca ad attrarre un turismo “ricco”, ma soltanto mordi e fuggi. Come può invertirsi questa tendenza?
“Non si può parlare di un turismo ricco, avere un turismo ricco significa avere un’ospitalità e un’offerta turistica di alto livello. Non è quello che Gubbio presenta. Gubbio è una città d’arte bellissima, deve avere le sue strutture tenute bene e con un livello medio buono, unitamente alle sue bellissime campagne.
Ma non possiamo avere assolutamente l’idea di portare a Gubbio un turismo ricco, una struttura come il Park Hotel Ai Cappuccini ovviamente può farlo perchè ha degli standard tali che lo può fare, ma l’importante è avere delle presenze qualificate e costanti nel territorio”.
Però forse è anche un problema di noi eugubini, che non riusciamo ad entrare nell’ottica di dare servizi per attrarre presenze. Forse è arrivato il momento di ripensare il modello di accoglienza locale?
“Non è un problema di noi eugubini, dobbiamo avere una città che offre servizi ma deve offrire anche dei prodotti attrattivi. Bisogna far si che l’artigianato di qualità seguiti a sopravvivere, bisogna dare un’offerta enogastronomica e culturale di qualità, e una filiera agro alimentare che possa suscitare l’interesse di venire in questa città.
Inoltre non sono assolutamente da sottovalutare le nostre montagne, che possono aiutarci per tutti i flussi di turismo sportivo che possono diventare un unicum per un turismo più particolare insieme ad altre mete del centro Italia. I settori sport e montagna vanno tenuti in grande considerazione.
Per attrarre flussi turistici bisogna lavorare in maniera scientifica. Non sono argomenti che possono essere presi alla leggera, In Italia tutti sanno di turismo e di calcio, ma sono entrambe materie difficili, affascinanti, da affrontare con dei professionisti”.
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Francesco Caparrucci