Domenica mattina Monsignor Luciano Paolucci Bedini ha celebrato la Messa all’aperto, nel pomeriggio sono arrivati oltre 500 visitatori, che le Monache di Betlemme hanno guidato a gruppi attraverso il Monastero mostrando e spiegando loro i luoghi simbolo della vita monastica e di solitudine.
Si cammina anche tre ore al giorno nella natura parlando del Vangelo, si mangia tutte insieme soltanto la domenica in Refettorio, mentre il lunedì è il giorno della preghiera e del silenzio“, spiega Suor Jerusalem che ci accompagna nella visita.
La Famiglia monastica di Betlemme è nata il 1° novembre 1950 in Piazza San Pietro a Roma. Nel 1981 raggiunsero l’Umbria e l’Eremo di Monte Corona che ristrutturarono lasciandolo ai Confratelli uomini. Nel 1990 l’arrivo a Gubbio accolte da Monsignor Ennio Antonelli. 

Monsignor Luciano Paolucci Bedini durante la Messa al Monastero “Madonna del Deserto”

Sopra Mocaiana e Nerbisci, c’era una vecchia Chiesa dedicata a San Giovanni Battista e una vecchia Scuola, entrambe abbandonate e in rovina.
Farle risorgere è stato duro, ma le Monache di Betlemme ce l’hanno fatta grazie all’aiuto di tanti volontari, amici, benefattori, fino alla realizzazione dell’attuale Monastero della “Madonna del Deserto” che dista pochi chilometri da Mocaiana. 
La sensazione alla fine della giornata è piacevolissima. Qui il tempo sembra essersi fermato, oppure la modernità convive con tradizioni vecchie di secoli, in un’armonia perfetta fatta di fede e di speranza.

GUBBIO – “Non abbiamo opere apostoliche da realizzare. Siamo delle contemplative, un tempo si diceva di clausura. Contempliamo Dio e qualsiasi cosa facciamo deve essere un messaggio di Dio. La nostra è una vita liturgica e di solitudine“.

Con queste parole, Suor Jerusalem, ci introduce alla scoperta della vita più intima e segreta del Monastero “Madonna del Deserto” di Mocaiana (sopra Nerbisci), che domenica pomeriggio in via del tutto eccezionale ha aperto le porte ai visitatori per far conoscere a tutti la vita monastica delle Monache di Betlemme, che qui vivono dai primi anni ’90 del secolo scorso quando iniziarono la ristrutturazione del Monastero diroccato.

La Famiglia monastica di Betlemme dell’Assunzione della Vergine Maria e di San Bruno, è nata il 1° novembre 1950 in Piazza San Pietro a Roma nel momento in cui Papa Pio XII proclamava il dogma dell’assunzione della Vergine Maria elevata in corpo e anima nella gloria della Santissima Trinità, nascosta per sempre con Cristo in Dio.

Il Monastero “Madonna del Deserto”

La Famiglia monastica è arrivata in Umbria nel 1981, accolta da Monsignor Cesare Pagani nella Diocesi di Perugia, nell’Eremo di Monte Corona che all’epoca era un rudere abbandonato.

Le Monache di Betlemme vissero qui nove anni, ricostruendo in parte l’Eremo, e lasciandolo ai Confratelli uomini di Betlemme, per spostarsi definitivamente a Gubbio (sopra Nerbisci) accolte da Monsignor Ennio Antonelli.

Qui c’era una vecchia Chiesa dedicata a San Giovanni Battista e una vecchia Scuola, entrambe abbandonate e in rovina. Farle risorgere è stato duro, ma le Monache di Betlemme ce l’hanno fatta grazie all’aiuto di tanti volontari, amici, benefattori, fino alla realizzazione dell’attuale Monastero della “Madonna del Deserto” che dista pochi chilometri da Mocaiana.

Sorella Jerusalem ci spiega come si vive nel Monastero: “Ogni suora vive in solitudine all’interno della propria cella, dove ha a disposizione degli spazi per mangiare e dormire, per pregare il Signore e anche per lavorare e realizzare piccoli manufatti di artigianato quali icone e statue sacre. Come base bianca per i dipinti si usa la colla di coniglio“.

Solo la domenica le sorelle mangiano tutte insieme al Refettorio, mentre lunedì è una giornata dedicata fortemente alla preghiera, con soltanto una Messa silenziosa la sera. La liturgia ha una struttura bizantina: “Veniamo dalla Trinità e andiamo alla Trinità“.

Monastero “Madonna del Deserto”, la biblioteca bizantina

Si cammina molto nella natura che circonda il Monastero, anche due o tre ore al giorno di passeggiate nei boschi a parlare del Vangelo. Si cerca di immergersi completamente nella natura, raggiungendo una sorta di simbiosi con essa.

Suor Jerusalem ci guida alla scoperta del Monastero, dei suoi interni più intimi, come la Chiesa della preghiera silenziosa di fronte al grande crocifisso, il refettorio, le celle delle sorelle, attraverso tutta la parte nuova di recente costruzione.

Per ragioni di igiene non si può visitare il biscottificio, dove le suore realizzano i famosi biscotti del Monastero “Madonna del Deserto”, che sono conosciuti ovunque.

Incontriamo anche don Bruno Pauselli parroco di Burano Morena, e l’architetto Stocchi, che contribuirono in maniera determinante alla ristrutturazione del Monastero dalle rovine.

Domenica mattina Monsignor Luciano Paolucci Bedini ha celebrato Messa all’aperto, sotto il sole cocente di giugno, poi erano arrivati i primi visitatori e alla fine della giornata se ne sono contati oltre 500.

C’è anche la possibilità di venire a pregare e di vivere nel Monastero brevi periodi di contemplazione personale e spirituale, soprattutto per persone che amano il silenzio, la solitudine, il “ritrovarsi con se stessi e i propri pensieri“. “Qui venne a pregare anche Terence Hill“, ci raccontano le sorelle.

Monastero “Madonna del Deserto”, le celle interne

La sensazione alla fine della giornata è piacevolissima. Qui il tempo sembra essersi fermato, oppure la modernità convive con tradizioni vecchie di secoli, in un’armonia perfetta fatta di fede e di speranza.

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Francesco CaparrucciFotografie Cronaca Eugubina