Gli storici dell’arte Ettore Sannipoli e Cesare Coppari hanno spiegato il significato delle opere dei grandi Maestri eugubini Enrico “Chico” Mancini, Nello Bocci e Luigi Stefano Cannelli contenute all’interno della Prima Cappelluccia riqualificata nel 2008. 
Sono Annunciazione di Maria di Luigi Stefano Cannelli, Sant’Ubaldo e Immacolata Concezione di Nello Bocci, Via Crucis, 14 pannelli, di Erico “Chico” Mancini. 

Annunciazione di Maria di Luigi Stefano Cannelli

GUBBIO – La Famiglia dei Santubaldari continua i festeggiamenti per i 50 anni dalla sua fondazione, con un’iniziativa culturale incentrata sulla Prima Cappelluccia, riqualificata nel 2008 anche attraverso un’intensa opera di restauro di opere d’arte realizzate dai Maestri Enrico Mancini, Nello Bocci e Luigi Stefano Cannelli.

Opere uniche nel loro genere, di elevata qualità artistica, che fanno della Prima Capelluccia sul monte Ingino un simbolo identitario della cultura eugubina e della tradizione ceraiola.

Il significato e l’importanza artistica di queste opere recuperate, sono stati fissati in un volume intitolato “Bocci, Cannelli, Mancini nuove opere per la Prima Cappelluccia“, curato dagli storici dell’arte Ettore Sannipoli e Cesare Coppari, edito da Grafiche Minelli srl.

Il Presidente della Famiglia dei Santubaldari, Avvocato Ubaldo Minelli: “Sono opere d’arte che completano la riqualificazione della Prima Cappelluccia, opere realizzate dai grandi Maestri eugubini in una sorta di dialogo senza tempo tra passato e presente, senza vezzi estetici“.

Il sindaco di Gubbio Vittorio Fiorucci: “La Prima Cappelluccia è un luogo identitario che si trova lungo il cammino dei Ceri. E’ un simbolo dell’identità del popolo eugubino“.

Famiglia dei Santubaldari

Il Sindaco è anche intervenuto sulla riqualificazione degli Arconi di Palazzo dei Consoli. “Un argomento strumentalizzato.

Nel 2009 abbiamo intercettato fondi per la musealizzazione degli Arconi, relativamente alla quale il Soprintendente dice che non può esserci una cucina industriale, ma una moderna caffetteria, con la cucina storica che verrebbe spostata nell’ultima sala in fondo. 

Ho ereditato questa situazione senza accettarla passivamente. Ho parlato con la Soprintendenza anche con toni forti. Ci hanno concesso la soluzione provvisoria che conosciamo. La decisione finale deve passare per un dialogo forte con tutti. Non abbiamo ancora sottoscritto progetti definitivi. 

Non stravolgeremo nulla, ma quei luoghi devono essere recuperati e non possiamo rimanere indietro neppure rispetto agli standard di mercato. Come a Siena, le Associazioni eugubine devono creare una rete di supporto alla comunità locale“.

Il Presidente della Famiglia dei Santubaldari, Ubaldo Minelli, facendosi portavoce della decisione assunta dai Santubaldari in una recente riunione, ha auspicato che sull’argomento Arconi venga convocata un’assemblea generale nell’Arengo di Palazzo dei Consoli.

Sant’Ubaldo e Immacolata Concezione di Nello Bocci

Il Rettore della Basilica di Sant’Ubaldo don Pietro Benozzi: “Le tre Cappelluccie sul monte Ingino avevano tre nomi storici di Santi già nel ‘600 che poi si sono persi. Tutto il territorio eugubino era pervaso dal culto dei Santi. I Santubaldari, con questa iniziativa, accrescono la religione e la cultura“.

Lo storico dell’arte Ettore Sannipoli ha parlato delle opere del Maestro Luigi Stefano Cannelli. “Oggi ricordiamo Massimo Bedini, santubaldaro e balestriere, interprete genuino della cultura sammartinara. 

La Prima Cappelluccia è molto importante dal punto di vista storico perchè lì dove si trova, secoli fa c’era uno stradello scavato sul pendio della montagna con una Porta d’accesso che portava a Villamagna. Questo stradello serviva per il transito dei muli, e allo stesso tempo era parte della difesa naturale della città di Gubbio.

All’epoca, la città non era ancora difesa dalle mura storiche che ci sono state tramandate, ma era difesa da creste naturali che la cingevano completamente. Tutto questo si ritrova in parte nell’Annunciazione di Maria del Maestro Luigi Stefano Cannelli, pala d’altare centinata dipinta a olio su tela con dorature“.

Lo storico dell’arte Cesare Coppari ha parlato delle opere di Nello Bocci contenute nella Prima Cappellucci sul monte Ingino. Coppari ha parlato di opere che portano evidentissime i segni distintivi del genio artistico di Nello Bocci, in particolare nelle torsioni dei corpi. Opere che sono state pensate e realizzate per nicchie preesistenti.

Le opere sono Sant’Ubaldo e Immacolata Concezione, sculture in bronzo dipinto e dorato, nelle quali spicca l’interazione tra figurativo e astratto. “Persino in queste opere a carattere religioso, l’esigenza di rendere riconoscibili i soggetti rappresentati convive con quella di proporre al pubblico elementi che mirano a produrre un effetto astratto, aniconico, contemporaneo, pur continuando a servire l’esigenza figurale senz’altro prevalente“.

Ettore Sannipoli e Cesare Coppari hanno poi parlato insieme della figura storica e artistica di Enrico Chico Mancini, che il Presidente Ubaldo Minelli ha definito “un ceraiolo della stanga“.

E’ stata mostrata una foto scattata da Renato Rossi nel 1978, un fotomontaggio che mostra Enrico Mancini che gioca a carte con se stesso. Questo per spiegare l’anima e il carattere assolutamente unici di Chico Mancini, che tanto si ispirò al Maestro Ajò. Questo rapporto è fondamentale per capire la cifra artistica di Enrico Mancini.

Via Crucis, 14 pannelli, di Erico “Chico” Mancini.

Ettore e Cesare: “Chico Mancini ha trasformato i modelli di Ajò in un linguaggio più immediato e vernacolare. Interprete di un mondo sammartinaro che incarna lo spirito eugubino. Chico ha frequentato l’Accademia di Belle Arti arrivando a una formazione strutturata. 

L’obiettivo è di realizzare un catalogo di tutte le sue opere da rintracciare nelle collezioni private. Aveva una grande capacità compositiva. All’interno della Chiesa di Padule si può ammirare la sua Via Crucis più bella. 

Oggi parliamo della Via Crucis, 14 pannelli in maiolica graffita e dipinta in policromia, presente sulle pareti laterali e controfacciata della Cappellina della Madonna Annunziata sul monte Ingino“.

Il furto del 1983

Nel 1983 ignoti rubarono all’interno della Prima Cappelluccia una tela dell’Annunciazione delle Vergine del Cannelli. La tela venne ritrovata nel 1993 e successivamente dissequestrata. I Santubaldari ipotizzano che si trovi all’interno dei magazzini comunali dove potrebbe essere ricercata e riportata alla luce.

Il sindaco Vittorio Fiorucci e la Famiglia dei Santubaldari si impegneranno in questo senso, per restituire alla collettività eugubina un’opera d’arte di uno dei suoi grandi Maestri.

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Francesco CaparrucciFotografie Cronaca Eugubina