Pozzo dei Sodi perchè la cima del Monte è brulla, a sodo, per il pascolo degli armenti. Qui dopo l’8 settembre 1943, in una grotta profonda decine di metri, che serviva anticamente per il ricovero degli animali in caso di tempeste invernali, si nascosero 11 giovanissimi ragazzi di Scheggia per sfuggire all’arruolamento nella RSI (Repubblica Sociale Italiana). 
Un gesto eroico di un paesano li salvò dai tedeschi che erano saliti sulla vetta del monte Forcello per ucciderli. Domenica 10 agosto il sindaco Fabio Vergari e alcuni cittadini sono saliti sulla cima del Monte per inaugurare una targa commemorativa e per issare la bandiera italiana all’ingresso del Pozzo dei Sodi. 

La bandiera italiana a Pozzo dei Sodi all’ingresso della grotta

LA PEZZA (Scheggia e Pascelupo) – La storia di undici ragazzi di Scheggia che dopo l’8 settembre 1943 si nascosero nella grotta del Pozzo dei Sodi per sfuggire all’arruolamento nella RSI (Repubblica Sociale Italiana o Repubblica di Salò).

Una targa e la bandiera italiana all’imbocco della grotta, ricordano oggi questa incredibile e drammatica storia della Seconda Guerra Mondiale, che ha avuto esito positivo perchè, nonostante fossero ricercati dai sodati tedeschi, gli undici giovani ragazzi di Scheggia riuscirono a salvarsi.

E’ il 1944 e l’Italia è spezzata a metà: a sud gli Alleati avanzano dopo lo sbarco in Sicilia, mentre al centro e nel nord Italia c’è la Repubblica Sociale e la ferocia dei tedeschi è provata dai documenti storici.

I soldati tedeschi, grazie ai loro informatori sul territorio di Scheggia, vengono a sapere del nascondiglio della grotta del Pozzo dei Sodi e salgono fino sulla cima del monte Forcello per ucciderli.

La targa commemorativa al Pozzo dei Sodi

Un paesano di La Pezza, venuto a conoscenza della spedizione tedesca, si incammina lungo le pendici del Monte e cerca di raggiugere la vetta prima dei tedeschi. Ce la fa, e riesce a mettere in salvo gli undici ragazzi renitenti alla leva militare che lì si nascondevano.

I tedeschi spararono nella grotta già vuota. Quest’uomo salì a piedi la montagna in meno di un’ora per avvisare i ragazzi, riuscendo ad arrivare prima delle truppe tedesche. Da quel giorno venne soprannominato “gambalesta“.

Domenica mattina 10 agosto, il sindaco di Scheggia e Pascelupo, Fabio Vergari, insieme ad alcuni cittadini del posto, è salito sul monte Forcello per inaugurare una targa che ricorda quel pezzo di storia del territorio, e per issare la bandiera italiana.

E’ stato un momento di forte commozione e di memoria storica. Un gesto eroico di un comune cittadino scheggino salvò la vita a undici ragazzi del posto.

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Francesco CaparrucciFotografie Professore Fernando Sebastiani