La vicenda giudiziaria incentrata sulla ricostruzione post terremoto in Abruzzo è durata 9 anni (2016/2025), con 50 udienze in Tribunale a Pescara, e si è conclusa giovedì 3 luglio con l’assoluzione di tutti gli imputati dalle accuse di associazione per delinquere, tentata estorsione, falso ideologico, corruzione della pubblica funzione, induzione indebita e turbata libertà degli incanti.
Tra gli assolti perchè il fatto non sussiste anche il perito edile eugubino Angelo Riccardini, assistito dall’Avvocato Mario Monacelli, che ha accolto l’assoluzione con grande soddisfazione ma anche con amarezza. 

GUBBIO – E’ giunta a conclusione la vicenda processuale nata nel 2016 dall’inchiesta della Procura della Repubblica di Pescara, sulla ricostruzione post terremoto in Abruzzo, con riferimento specifico ai lavori eseguiti sugli edifici privati nei Comuni di Bussi sul Tirino e Scuola elementare di Bugnara (L’Aquila).

Si ipotizzava l’esistenza di un cosiddetto “Piano Abruzzo“, che avrebbe portato alla creazione di un monopolio sull’affidamento dei lavori di ricostruzione post terremoto. Si parlò di “affari” per 29 milioni di euro.

Nell’ottobre 2016 scattarono le misure stabilite dal GIP (Giudice Indagini Preliminari) di Pescara, e vennero sequestrati oltre 330mila euro che si ritenevano funzionali al “Piano Abruzzo”.

La vicenda giudiziaria è durata 9 anni (2016/2025), con 50 udienze in Tribunale a Pescara, e si è conclusa giovedì 3 luglio con l’assoluzione di tutti gli imputati dalle accuse di associazione per delinquere, tentata estorsione, falso ideologico, corruzione della pubblica funzione, induzione indebita e turbata libertà degli incanti.

Tra gli assolti perchè il fatto non sussiste anche il perito edile eugubino Angelo Riccardini, assistito dall’Avvocato Mario Monacelli, che ha accolto l’assoluzione con grande soddisfazione ma anche con amarezza.

Al nostro giornale, il perito edile Angelo Riccardini ha infatti dichiarato: “Resta l’amarezza di un giudizio tardivo che ha compromesso dieci anni di vita e di lavoro per un’indagine infondata“.

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Francesco CaparrucciFotografie Cronaca Eugubina