L’esibizione si è tenuta sul prato antistante l’Hub Hotel in via Perugina. Il progetto musicale ha richiesto un impegno di lavoro di due anni, e ha portato alla riscrittura delle colonne sonore di 15 cortometraggi tra i più iconici, divertenti e ancora fortemente attuali, del celebre capolavoro del cinema di animazione degli anni ’30, Betty Boop.
Percorsi audiovisivi inediti che andavano dalla musica funk e afro a paesaggi sonori ambient, nati da una profonda conoscenza del mondo del Sound Design.
“Possiamo dire che nella serata è avvenuto un piccolo “miracolo”… Betty Boop ha ripreso di nuovo vita, tornando fra di noi con una veste che profuma di nuovo, di moderno, di surreale, come d’altronde lei è sempre stata.

Esibizione di Michele Fondacci a Gubbio
Ci auguriamo che questo miracolo possa avvenire spesso in altri luoghi, magari sempre sotto un cielo calmo e stellato, alla presenza di un numeroso pubblico“.
GUBBIO – Sul grande prato antistante l’HubHotel di Gubbio, sotto un cielo calmo e stellato, alla presenza di un numeroso pubblico, si è esibito il musicista eugubino Michele Fondacci, abile percussionista e geniale compositore di musica elettronica.
Un originale evento con musica e immagini, che fa tappa al Correnti Jazz Festival in collaborazione con Gubbio No Borders.
Il progetto musicale dal titolo Michele Fondacci plays Betty Boop, ha richiesto un impegno di lavoro di due anni, ed ha portato alla riscrittura delle colonne sonore di 15 cortometraggi tra i più iconici, divertenti e ancora fortemente attuali, del celebre capolavoro del cinema di animazione degli anni ’30, Betty Boop.
La protagonista, che impersona diversi ruoli nelle più svariate situazioni, aldilà della sua apparenza frivola e ammiccante, è indipendente, irriverente e simbolo di emancipazione.

Michele Fondacci
I pochi secondi iniziali di ogni cortometraggio riproducevano la musica originale, per poi dare vita ad una esecuzione strumentale che fondeva il suono di batterie acustiche ed elettroniche, a quello di vibrafoni e sintetizzatori analogici, di oggetti alternativi con quello di suoni elettronici preregistrati.
Percorsi audiovisivi inediti che andavano dalla musica funk e afro a paesaggi sonori ambient, nati da una profonda conoscenza del mondo del Sound Design.
Alla fine del concerto, avvicinandoci all’angolo degli strumenti e delle apparecchiature utilizzate, abbiamo visto una batteria acustica e poi, in maniera del tutto inaspettata, un ramo di ciliegio, una padella modificata, il telaio metallico di un sellino di bicicletta, una lastra metallica ed altro ancora, tutto ciò collegato ad un mixer analogico da dove poi si snodavano pedali per effetti vari.
Apparentemente tutti questi oggetti sono insoliti in ambito musicale, ma in questo contesto hanno donato un sound unico, frutto anche di una ottima conoscenza, da parte dell’autore, del mondo del Foley, ma anche della Sound Art, spesso utilizzata anche per opere di musica contemporanea.
“Possiamo dire che nella serata è avvenuto un piccolo “miracolo”… Betty Boop ha ripreso di nuovo vita, tornando fra di noi con una veste che profuma di nuovo, di moderno, di surreale, come d’altronde lei è sempre stata.
Ci auguriamo che questo miracolo possa avvenire spesso in altri luoghi, magari sempre sotto un cielo calmo e stellato, alla presenza di un numeroso pubblico“.
Lettera firmata