Questa mattina, nell’Aula degli Affreschi della Corte di Assise del Tribunale di Perugia, nuova udienza del Processo per l’esplosione del laboratorio di Canne Greche di Gubbio, del 7 maggio 2021, in cui persero la vita Elisabetta D’Innocenti e Samuel Cuffaro con due feriti Alessio Cacciapuoti e Kevin Dormicchi che riportarono lesioni gravissime.
La titolare di un’Azienda di Gubbio che coltivava cannabis sativa, e per questo motivo era entrata in rapporti con i titolari di Greenvest e Green Genetics e aveva avuto accesso al laboratorio, ha riferito in aula di aver detto all’epoca dei fatti: “Ragazzi qui l’ambiente non è adatto per questo tipo di lavoro, non giocate al piccolo chimico“.

L’Avvocato Ubaldo Minelli

La Signora ha poi aggiunto: “Non c’era un impianto di areazione”.
Un ingegnere ha presentato una consulenza tecnica sulla necessità di demolire lo stabile attiguo a quello del laboratorio esploso. Demolirlo e ricostruirlo costerebbe 140 mila euro.
Un’attività eugubina, di muratura e giardinaggio, che qui aveva sede, per molti mesi non ha potuto lavorare perchè lo stabile era sotto sequestro. 

PERUGIA – Nella giornata di giovedì 9 maggio, nuova udienza del Processo relativo all’esplosione del laboratorio di Canne Greche a Gubbio, avvenuta il 7 maggio 2021, in cui persero la vita Elisabetta D’Innocenti e Samuel Cuffaro con due feriti Alessio Cacciapuoti e Kevin Dormicchi che riportarono lesioni gravissime.

L’udienza si è tenuta presso l’Aula degli Affreschi della Corte di Assise del Tribunale di Perugia, presieduta dalla Presidente Dottoressa Carla Maria Giangamboni, con Giudice a latere la Dottoressa Elena Mastrangeli, alla presenza dei Giudici popolari.

Non è potuta essere presente in aula il Pubblico Ministero Dottoressa Gemma Miliani, sostituita per questa udienza dal Pubblico Ministero Dottoressa Mara Pucci.

In apertura di udienza è stato sentito l’ultimo test del Pubblico Ministero, vale a dire la titolare di un’Azienda eugubina che coltivava cannabis sativa, e per questo motivo era entrata in rapporti con i titolari di Greenvest e Green Genetics.

La signora ha riferito di aver avuto accesso al laboratorio di Canne Greche, che per i macchinari e le attrezzature che venivano utilizzate, gli era sembrato un locale non idoneo, dotato di una sola finestra, senza un impianto di areazione.

La Signora titolare dell’Azienda eugubina ha riferito in aula di aver detto all’epoca dei fatti: “Ragazzi qui l’ambiente non è adatto per questo tipo di lavoro, non giocate al piccolo chimico“. La Signora ha poi aggiunto: “Non c’era un impianto di areazione”.

Tribunale di Perugia, prima udienza del Processo per i fatti di Canne Greche

E’ stata poi sentita una Psicologa e Psicoterapeuta eugubina, che ha seguito la mamma di Elisabetta D’Innocenti, e ha parlato di disturbo da lutto traumatico.

Si è proseguito quindi con le audizioni dei testi delle difese di parte civile Elisabetta d’Innocenti.

E’ stato sentito per primo il marito di Elisabetta D’Innocenti, che ha parlato di legami affettivi fortissimi tra Elisabetta e i figli, e ha parlato dei contraccolpi di natura psicologica sui loro figli, e sul modo in cui stanno cercando di reagire alla tragedia.

E’ stata sentita anche la cognata di Elisabetta D’Innocenti, che ha testimoniato sulle stesse cose evidenziate dal marito di Elisabetta, cioè dal fratello.

E’ stata poi sentita la cugina dei figli di Elisabetta, che ha descritto i giorni e le settimane successive la tragedia del 7 maggio 2021, giorni in cui vide i cugini provati e angosciati per la tragica morte della madre.

Un Ingegnere e un eugubino, sono stati sentiti relativamente alla posizione di una delle parti civili, il titolare di un’attività di Gubbio, proprietario dell’immobile contiguo al laboratorio di Canne Greche esploso, che hanno testimoniato sui danni subiti dallo stabile.

Lo stabile andato a fuoco a Sette Strade

L’ingegnere ha realizzato una consulenza tecnica acquisita dalla Corte, nella quale ha escluso la possibilità di procedere alla riparazione dei danni subiti dall’immobile, ma al contrario ha indicato come necessario l’intervento di demolizione e ricostruzione dello stabile.

Ha stimato per questo intervento un costo prevedibile di circa 140 mila euro.

Un altro testimone ha parlato delle conseguenze dell’esplosione sull’attività lavorativa del titolare di attività di Gubbio, muratore e giardiniere, che ha subito una forte contrazione perchè per diverso tempo l’immobile è rimasto sotto sequestro.

L’immobile era l’alloggio degli attrezzi dell’attività eugubina, e quindi il titolare non ha potuto esercitare per un certo tempo il proprio lavoro.

Per ultimi, sono stati sentiti due vicini di casa di Elisabetta D’Innocenti a Sigillo, che hanno ricostruito i rapporti di vicinato e il nucleo familiare di cui era composta la famiglia della signora Elisabetta.

La prossima udienza è stata fissata per il 30 maggio. Saranno sentiti i testi delle parti civili Alessio Cacciapuoti e Kevin Dormicchi.

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Francesco CaparrucciFotografie Cronaca Eugubina