Interviste a Stefano Luchetti (Cristo), Antonietta Bussotto (Maria di Nazareth), Giuseppe Alessandrini (Caifa), Francesco Rosati (Giuda). “Il Paese sarà illuminato con le torce”.

Francesco Rosati interpreta Giuda – Foto Augusto Rosati
Stefano: “Sin da piccoli a Cantiano per Pasqua si respira questo clima particolare“. Antonietta: “Per chi è credente, per chi sente questo tipo di eventi storici e religiosi, la Turba è sempre una fortissima emozione“.
Giuseppe: “Ricordo i miei colleghi di palco che sono scomparsi e mi si stringe il cuore, ogni Turba va a loro il mio pensiero”. Francesco: “Vivo la Turba da 55 anni e interpreto Giuda da ben 17 anni. Non ripasso più la parte prima dell’evento, cerco invece lo stato d’animo che si avvicini di più al personaggio“.
CANTIANO – Già da tempo Cantiano è in fermento per quello che è sicuramente l’evento più atteso ormai da tre anni: la Turba. È innegabile che per i cittadini quest’anno, più che per gli altri, sarà un’emozione forte.
Le tre croci, accese, sono un memorandum profondo, nell’attesa che si odano gli zoccoli dei cavalli e i tamburi, mentre il Paese è illuminato dalle sole torce. Gli attori si calano nelle vesti dei personaggi che ogni volta commuovono una moltitudine di visitatori.
Stefano Luchetti è Cristo: “Sin da piccoli a Cantiano per Pasqua si respira questo clima particolare. A circa 15 anni ho cominciato ad interpretare un popolano e ho continuato per diversi anni, negli ultimi dei quali, dal 2010 al 2014, ero Capo Popolo. Dal 2015 ho iniziato ad interpretare Gesù.
Ho cercato di vincere la timidezza e avendo buona memoria ho imparato in fretta la parte grazie anche a Francesco Rosati (Giuda) che mi ha dato alcune dritte sulle pause da tenere.
Questo è il primo anno dopo i tre di stop forzato. Il momento più emozionante per me è la preghiera nell’orto degli ulivi dopo l’ultima cena. Lì mi immedesimo e mi emoziono veramente. Anche la crocifissione di Pilato è un momento coinvolgente, oltre che per me anche per gli spettatori”.

Antonietta Bussotto è Maria di Nazareth – Foto Giovanni Capodacqua
Antonietta Bussotto è Maria di Nazareth: “Per chi è credente, per chi sente questo tipo di eventi storici e religiosi, la Turba è sempre una fortissima emozione. Negli anni ho interpretato molti ruoli: ho fatto parte del popolo, sono stata ancella, la Pia donna, la moglie di Pilato e ora la Mamma di Gesù, calandomi sempre nel personaggio.
Nei miei ricordi c’è un anno in particolare in cui era piovuto molto, eravamo tutti bagnati fradici e nonostante questo l’atmosfera era magica e ancora, ogni volta che sento suonare i tamburelli che segnano l’inizio della processione, riesco a commuovermi”.
Giuseppe Alessandrini capo del sinedrio: gran sacerdote Caifa. “Lo interpreto dal 1983, è stato l’unico ruolo dopo il mio arrivo a Cantiano come medico. Ho splendidi ricordi di chi era con me all’epoca tra cui Antonio Angradi, personaggio storico cantianese. Rivivo la scena di lui che girava con il cappotto durante le prove.
È sempre un’emozione come se fosse la prima volta, un lavoro di squadra e ogni anno ha le sue particolarità da raccontare. Ricordo i miei colleghi di palco che sono scomparsi e mi si stringe il cuore, ogni Turba va a loro il mio pensiero”.
Francesco Rosati è Giuda: “Vivo la Turba da 55 anni e interpreto Giuda da ben 17 anni. Non ripasso più la parte prima dell’evento, cerco invece lo stato d’animo che si avvicini di più al personaggio. Mi isolo fisicamente e mentalmente con poco tempo a disposizione e quando arriva il momento provo una sorta di espiazione che non mi fa vergognare di piangere davanti a tantissime persone.
Anche mio nonno era Giuda alla Turba e arrivava persino a strapparsi i capelli durante l’evento. Non si tratta solo di rappresentazione scenica, è il cuore che è coinvolto”.
Serena Agostinelli – Fotografie Augusto Rosati e Giovanni Capodacqua