Lettera di Don Stefano a Cronaca Eugubina: “C’è anche la fragilità, sempre troppo poco raccolta, di tanti ragazzi che stanno pagando un prezzo altissimo dal punto di vista relazionale e psicologico

GUBBIO – Essere un adolescente e un giovane è dura in ogni circostanza, e il coronavirus (COVID-19) lo rende ancora più difficile.

Con la chiusura delle scuole e la cancellazione di tutti gli eventi, molti ragazzi e ragazze stanno perdendo alcuni dei più bei momenti della giovinezza, oltre che tutti quegli attimi di quotidianità come chiacchierare con gli amici e frequentare le lezioni.

Il distanziamento sociale e l’impossibilità reale di assembramento in una stagione in cui il far gruppo e lo stare insieme costituisce un bisogno essenziale credo che rappresenti, per i nostri ragazzi, un sacrificio immane di cui pochi, molto pochi, parlano.

 Si! Lo so! Per un bene “superiore” com’è quello della salvaguardia della salute a questi ragazzi è stato chiesto di sacrificare una parte considerevole della loro giovinezza. Io direi che gli è stato chiesto di “rinunciare” ad essere giovani per salvaguardare i più deboli e i più fragili a livello medico, quali sono gli anziani. Per carità è giusto! Ci stà! è importante, infatti, che i nostri ragazzi assumano un reale senso di responsabilità verso la società e specialmente verso le fasce più deboli ed esposte della popolazione.

Inoltre siamo realmente in un tempo emergenziale di pandemia dove bisogna tutti stringere i denti e darsi una mano a vicenda. Io vorrei, però, che si affrontasse di più e meglio il problema della fragilità dei ragazzi e dei giovani, così come si affrontano altre criticità. Questa pandemia, infatti, sta facendo emergere diverse fragilità.

C’è la fragilità biologica di quelli colpiti più direttamente dal virus ma c’è anche una fragilità incrementata dalle conseguenze socio-economiche che questa pandemia ha generato e sta generando e poi c’è anche la fragilità, sempre troppo poco raccolta, di tanti ragazzi che stanno pagando un prezzo altissimo dal punto di vista relazionale e psicologico.

Ne vogliamo parlare? Magari insieme a loro e trovare, sempre insieme, una soluzione? O continuiamo solamente a multarli perché non rispettano le regole o a mandarli via dai loro consueti luoghi di ritrovo? Mi sembra che la soluzione è sempre e solo quella di chiudere le porte e mai di comprendere i bisogni di questi ragazzi che, spesso, diventano il capro espiatorio di ogni cosa.

C’è anche chi afferma che la colpa è dei giovani se è esplosa la seconda ondata perché questa estate non si sono regolati con la movida mentre si sa benissimo che la seconda ondata in autunno è un fenomeno normale in ogni epidemia ….

E delle discoteche aperte? Dei viaggi internazionali? Dei trasporti pochi e affollati? Di chi è la colpa? dei Giovani???  Ricordiamoci sempre che se gli anziani sono la nostra memoria storica e il nostro solido fondamento, i giovani sono il nostro presente e anche il nostro futuro.

Stiamo attenti a non diventare complici nel rubargli la speranza e i sogni. Ne dovremo tutti quanti rendere conto, alla storia e, per chi è credente, a Dio.

Don Stefano Bocciolesi