Il padre Franco Minelli; “Il giorno della Festa dei Ceri, Roberto seguiva tutto il percorso mattutino, e talvolta nemmeno pranzava per stare dietro ai Ceri. Era ceppo di Sant’Antonio ai Ferranti, in via XX Settembre e sulla terza Capeluccia

“Concerto di Pasqua” 2019 in ricordo di Roberto Minelli

GUBBIO – Sono passati già sei anni dalla scomparsa di Roberto Minelli, classe 1979, un ragazzo a cui tutti volevano bene per la sua correttezza e per la capacità che aveva di stare in amicizia in compagnia.

Tra le sue grandi passioni il sassofono, la Festa dei Ceri e lo sport in generale, con il calcio e il ciclismo prima di tutti.

Ogni anno a Pasqua in ricordo di Roberto si teneva un concerto a Santa Maria al Corso, che quest’anno a causa dell’emergenza Coronavirus è stato annullato.

Nel 2019 il concerto vide l’esibizione della Banda Musicale di Madonna del Ponte diretta dal Maestro Stefano Mancini, con la partecipazione solista dei Maestri Cesare Bedini e Fulvio Falleri, che è stato anche il Maestro di Roberto Minelli, e la cui presenza fu particolarmente gradita dalla famiglia.

Memorial “Filippo Uccellani – Roberto Minelli”

A  luglio, presso gli impianti sportivi A.N.S.P.I. di Madonna del Ponte, si tenne un torneo giovanile di calcio a 5 dedicato alla memoria di Filippo Uccellani e Roberto Minelli, con i genitori Franco Minelli e la signora Giovanna che premiarono le squadre vincitrici al termine delle partite. Una bella serata di sport.

Tanti i ricordi di Roberto, che il padre Franco vorrebbe raccontarci al telefono, con l’emozione nella voce.

Partiamo dall’ufficio di Roberto in mansarda, dove sono ancora custoditi i quaderni delle scuole elementari, con il maestro Ambrogi della Scuola di Madonna del Ponte che insegnava ai giovani studenti a disegnare brani di narrativa classica.

Papà Franco li conserva tutti, e ogni tanto li sfoglia, e tra le righe ritrova la calligrafia e i tratti della matita propri del figlio Roberto. Papà Franco racconta: “Roberto mi diceva sempre, le cose capitano“, riferendosi alla malattia che lo aveva colpito negli anni più belli della sua vita. Ma nonostante ciò, ha continuato a lavorare e a interessarsi al lavoro, come se niente fosse, dimostrando grande forza.

Roberto Minelli a Bardolino prima della Partita Verona-Gubbio

“Mi capita sempre di incontrare i suoi amici.spiega Franco MinelliParlo in particolare degli amici del Velo Club e dei Santantoniari. Quando a Madonna del Ponte si alzava il pennone, si faceva sempre una grande cena, e Roberto era uno degli animatori.

Lo vedevo uscire di casa con il sassofono, e mi diceva ‘papà, lo porto con me perché se non lo portassi, mi chiederebbero di venirlo a riprendere’.

Lui era fatto così, era un compagnone, suonava tutta la sera e animava la festa. Quest’anno non abbiamo potuto invitare i suoi amici a cena, e questo ci dispiace molto.

Ultimamente, sto mettendo a posto un locale nel centro storico di Gubbio, dove voglio sistemare per bene tutte le cose di Roberto perché lui aveva tante passioni e collezionava tante cose. Ad esempio, abbiamo una raccolta di macchinine Ferrari, molto belle, e di dischi e altre cose che ci tengo a conservare bene“.

Roberto Minelli si era diplomato al Conservatorio di Perugia, suonava molto bene il sassofono e il pianoforte e gli piaceva la musica leggera. Frequentò i corsi di Economia del Turismo ad Assisi, e lavorò presso la Prep e da Giacometti nel corso della sua vita.

Roberto Minelli sotto la stanga di Sant’Antonio e in bicicletta 

Il giorno della Festa dei Ceriracconta il padre Franco MinelliRoberto seguiva tutto il percorso mattutino, e talvolta nemmeno pranzava per stare dietro ai Ceri. Era ceppo di Sant’Antonio ai Ferranti, in via XX Settembre e sulla terza Capeluccia. 

Mi piace ricordare tre episodi della vita di mio figlio legata alla Festa dei Ceri. Il Pontificale di Sant’Ubaldo, a cui assistevamo insieme la mattina del 16 maggio in Cattedrale. La sera del 15 maggio, quando tornando giù dal Monte Ingino andava a casa di Ubaldo Gini a mangiare i passatelli.

Ma soprattutto, un anno che era appena uscito da sotto il Cero dopo aver percorso a ceppo la calata dei Ferranti. Mi abbracciò in un modo così intenso, che non me lo scorderò più“.

Francesco Caparrucci Si ringrazia per le fotografie la Famiglia di Roberto