Fabrizio Cece: “Il 15 maggio 1917 i fanti eugubini fecero la Festa alle pendici del Col di Lana, nelle immediate retrovie del fronte. Tra il 1942 e il 1945 la festa fu fatta a Gubbio con l’uso dei Ceri mezzani. Nel 1942-1943 la fecero il 16 maggio, nel 1944 e nel 1945 si svolse il 15 maggio

Festa dei Ceri 2018

GUBBIO – Mercoledì 15 aprile è stata annullata la Festa dei Ceri 2020, a causa dell’emergenza Coronavirus per la quale il Governo ha emanato dei Decreti volti ad arginarla e superarla.

Con il ricercatore storico Fabrizio Cece, abbiamo fatto il punto sulla storia della Festa dei Ceri negli ultimi 350 anni, di seguito l’intervista completa, con riferimenti ai testi contemplati da Cece nel corso dei suoi studi approfonditi.

Cece, lei che è quotidianamente impegnato nella ricerca storica, può dirci con esattezza in quali altre circostanze storiche si prese la decisione di annullare la Festa dei Ceri?

Per quanto riguarda la storia degli ultimi trecentocinquanta anni, per i quali abbiamo una documentazione sicura, la festa dei Ceri fu annullata durante le due guerre mondiali, dal 1916 al 1918, dal 1941 al 1945. Ci sono però da fare alcune precisazioni.

Il 15 maggio 1917 i fanti eugubini fecero la Festa alle pendici del Col di Lana, nelle immediate retrovie del fronte. Tra il 1942 e il 1945 la festa fu fatta a Gubbio con l’uso dei Ceri mezzani. Nel 1942-1943 la fecero il 16 maggio, nel 1944 e nel 1945 si svolse il 15 maggio.

I Ceri sul Col di Lana

E’ chiaro, però, che quella dei Ceri è una festa di popolo e senza di esso non ci può essere quel rito che gli antenati ci hanno trasmesso. In altre circostanza, tra Otto e Novecento, la festa fu solo rimandata, mai soppressa. Non vi fu anno che i Ceri non “andarono secondo il solito”.

All’epoca, quali organi decidettero l’annullamento della Festa?

Per quanto riguarda la Prima Guerra mondiale la festa fu sospesa dal Sindaco, conte Giammaria Della Porta, in accordo con la Giunta comunale, con il Prefetto e con i Capitani.

Vi fu una protesta, sottoscritta da trecentocinquanta eugubini, ma non se ne fece nulla. La Giunta confermò l’annullamento della Festa. Va precisato che un Regio Decreto del 23 maggio 1915 aveva vietato ‘le riunioni pubbliche, la processioni civili e religiose’.

Nel caso della Seconda Guerra mondiale non sono fino ad ora emersi documenti precisi sulla sospensione della Festa. Il podestà Lamberto Marchetti e il vescovo mons. Beniamino Ubaldi si dichiararono d’accordo per ‘ragioni contingenti’ e, magari, in base a qualche direttiva nazionale.

Dopo che nel 1941 fu fatta una semplice processione con i tre Santi guidata dal vescovo Ubaldi, negli anni seguenti la Festa si fece ma con l’uso dei Ceri mezzani“.

Il Sindaco Stirati coordina il Tavolo dei Ceri 2020

E’ mai esistito storicamente un organo simile all’attuale Tavolo dei Ceri?

Nel corso del Novecento, senza andare nel lontano passato, le decisioni sulla festa dei Ceri venivano prese, non sempre di comune accordo, dal Sindaco (che aveva la parola finale), dall’Università dei Muratori e dai Capitani.

Poi, in seguito, si aggiunsero altri enti, anche comitati temporanei (formati da cittadini eminenti per conoscenza e attaccamento alla tradizione), compresa l’Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo, la Società Balestrieri e il Maggio Eugubino.

Tutto in base alle esigenze e alle difficoltùà del tempo. L’attuale Tavolo dei Ceri è una evoluzione recente delle strutture del passato“.

Festa dei Ceri 1913

Quali sono i testi e i documenti storici alla base della sua ricerca sui Ceri?

I testi recenti sono costituiti dai cosiddetti ‘libretti gialli’ del prof. Adolfo Barbi che tra il 1993 e il 2015 ha pubblicato una serie di volumetti, distribuiti gratuitamente (è bene rimarcarlo) che rappresentano un punto di riferimento imprescindibile per chiunque si voglia accostare alla storia della manifestazione.

In queste pubblicazioni si dà conto ovviamente dei grandi studi realizzati nel passato dalla prof. Anita Seppilli (con i documenti forniti dal cap. Fernando Costantini) e dal dott. Piero Luigi Menichetti.

Personalmente ho accumulato migliaia di documenti sulla Festa dei Ceri durante le mie ricerche archivistiche svolte dal 1986 ad oggi“.

Fabrizio Cece

I suoi studi sulla Festa dei Ceri sono completi, o crede che vi siano aspetti storici della Festa che ancora devono essere approfonditi dal punto di vista della ricerca?

Credo che gli archivi di Gubbio, esplorati da diversi validi ricercatori, abbiano ben poco da raccontare sulla Festa presa in senso generale. Semmai vanno usati ed esplorati ulteriormente per approfondire alcuni elementi generali e mai indagati.

Faccio solo degli esempi riferiti agli ultimi tre secoli: la ‘responsabilità’ amministrativa comunale nella festa; la dualità città-campagna; i rapporti tra la festa laica e l’aspetto religioso; tra gli artigiani e gli ecclesiastici; lo scarso coinvolgimento della élite cittadina con il popolo festante, la festa vista da fuori, cioè con gli occhi dei viaggiatori, degli studiosi, degli antropologi etc.; i rapporti tra Comune, Università dei Muratori e Maggio Eugubino negli anni della rinascita, 1950-1965“.

Francesco CaparrucciFotografie di repertorio Cronaca Eugubina