Don Pasquale Criscuolo: “La sofferenza all’interno di una famiglia non divide, ma ci unisce in più. I rapporti diventano più forti e più veri. È quello che è successo nella famiglia di Giancarlo. Si lotta insiemeOra è scesa una grande pace, che ci permette di capire che l’amore profondo non è mai spezzato dalla morte

GUBBIO – Stamane (martedì 6 marzo) si sono tenuti alla Chiesa di San Secondo i funerali di Giancarlo Brugnoni, imprenditore eugubino e storico dirigente del Gubbio calcio, di cui ha ricoperto la carica di vice Presidente negli anni della gloriosa scalata alla serie B.

Gremita la Chiesa, con rappresentanti dell’imprenditoria edile locale e regionale, il Gonfalone dell’Università dei Muratori con il Presidente Fabio Mariani, rappresentanti del mondo dell’associazionismo e dello sport, con gli ex Presidenti rossoblù Fioriti e Lupini, e l’attuale Presidente Sauro Notari con il Ds Giuseppe Pannacci presenti in Chiesa.

Ad inizio Messa, don Pasquale Criscuolo, ha spiegato il significato della morte mettendolo in relazione con la vita. Poi ha chiesto silenzio per la memoria di Giancarlo Brugnoni, “Un silenzio fatto di preghiera, di vicinanza alla sua famiglia” ha detto il parroco di San Secondo.

Quindi sono seguite le letture di passi del Vangelo. Mentre nell’omelia don Pasquale Criscuolo ha affermato: “Nella vita ci sono esperienze che ci rendono più grandi e ci mettono alla prova con noi stessi. Sono la sofferenza e la malattia, capiamo che la nostra vita è fragile. E allora dobbiamo alzare le mani. Lottiamo ma alla fine dobbiamo arrenderci. Quanta differenza, quanto dolore. Queste lotte fanno emergere ciò che c’è di più bello nel cuore umano, cioè la condivisione del dolore e della sofferenza. Ogni uomo deve farsi carico della sofferenza degli altri uomini. 

La sofferenza all’interno di una famiglia non divide, ma ci unisce in più. I rapporti diventano più forti e più veri. È quello che è successo nella famiglia di Giancarlo. Si lotta insieme. Di fronte a tutto questo c’è una risposta: ora è scesa una grande pace, che ci permette di capire che l’amore profondo non è mai spezzato dalla morte. Non si può dimenticare un padre e un marito.

La risposta è nel cuore dell’uomo. Alla fine ciò che rimane sono i sentimenti più profondi nella sacralità della coscienza individuale“.

Prima che si concludesse la Messa, Bernardetta Radicchi e Massimo Boccucci hanno ricordato con parole commosse Giancarlo Brugnoni. In particolare, il Direttore Boccucci ha affermato: “Un imprenditore intelligente, serio, capace, arguto e lungimirante. Sempre pronto a mettersi in gioco nelle sfide anche più difficili. Mosso da un grande amore per la città e dall’idea che costruire – il suo mestiere – fosse sinonimo di sviluppare concretezza ed efficacia e di dare forma alle cose come ha dimostrato in tante occasioni.

Quella più conosciuta è stata sicuramente l’operazione di adeguamento e ammodernamento dello stadio ‘Pietro Barbetti’ che nel 2011, in appena tre mesi, ha dato alla squadra di calcio della città la possibilità di giocare nel proprio impianto in un percorso definito dagli organi federali come un modello nazionale.

Giancarlo Brugnoni, in una società sportiva forte e coesa che ha remato nella stessa direzione coinvolgendo le imprese locali, ha saputo guidare quella che si è rivelata una vera impresa, bruciando i tempi per realizzare qualcosa di cui Gubbio può andare orgogliosa oggi e per il futuro. Dirigere quell’operazione in piena estate gli è costato tempo, fatica, denaro, rinuncia alle vacanze, capacità di coinvolgere tante forze della città con i collaboratori più fidati, le maestranze della sua impresa e tanti amici che lo hanno sostenuto.

Si è reso disponibile anche a dare un contributo di idee nell’Anci, l’associazione dei costruttori edili, con la presidenza di Ance Perugia dal 2015 e la vicepresidenza di Ance Umbria dallo scorso anno. In queste ore sono tante le espressioni di cordoglio verso i familiari, arrivate da tante parti a testimoniare l’apprezzamento e la considerazione.

L’amore per la famiglia, con la moglie Lorenza, la figlia Sara e il genero Alessandro aspettando l’arrivo imminente di un nipote che lo aveva già reso fiero fin dall’inizio, si univa a quello per la professione, per gli amici con i quali ha condiviso tanti momenti speciali e per lo sport.

Amava il calcio: la Juve e soprattutto il Gubbio, che l’ha visto appassionato dirigente per trent’anni fino a ricoprire l’incarico di amministratore unico e vicepresidente durante la scalata alla Serie B.

Era anche nelle passioni un uomo pratico che cercava soluzioni, perché porsi un problema senza risolverlo è come diventare parte di quel problema. Giancarlo Brugnoni sapeva trovarle le soluzioni facendo leva sulla razionalità e l’intelligenza, che ha portato anche nell’esperienza dirigenziale nello sport.

Chi ha avuto il privilegio di conoscerlo sapeva anche del suo carattere burbero e soprattutto ha potuto apprezzarne il cuore grande e generoso. Era sempre pronto ad aiutare chi avesse bisogno di lui. Lascia proprio queste capacità e questo spirito“.

Già ieri, in un cominicato stampa, il sindaco Filippo Stirati aveva detto: “La comunità eugubina è profondamente addolorata per il lutto che l’ha colpita, con la scomparsa di una figura di riferimento come Giancarlo Brugnoni. Ha rappresentato con il suo impegno in tanti campi, da quello sportivo a quello imprenditoriale, a quello rappresentativo nell’ANCE e in Confindustria, un esempio di appassionata partecipazione alla crescita del tessuto sociale ed economico” 

Di Francesco Caparrucci – Fotografie Cronaca Eugubina