All’interno della struttura l’artista eugubino Alessandro Campanella ha realizzato degliaffreschi“. Cecilia Capacciola: “Abbiamo anche intitolato le camere con le vie di Gubbio, come ad esempio via Piccardi, via Dante, via Cavour ed intitolato la camera più bella all’ultimo piano con tutta la vista sulla città via dei Consoli

GUBBIO (F.C.) – Ieri (mercoledì 12 aprile) una coppia di giovani eugubini, Valerio Mischianti e Cecilia Capacciola, hanno inaugurato a Gubbio una nuova struttura alberghiera “Hotel Porta Marmorea” con l’intento di raccontare la città e di invogliare ancora di più il turista a visitare Gubbio. Abbiamo intervistato Cecilia Capacciola, che ci ha spiegato qualche dettaglio in più su questa loro nuova avventura lavorativa.

Come mai avete scelto il nome “Hotel Porta Marmorea”?

Abbiamo scelto questo nome perché ricorda l’unica porta d’accesso di Gubbio, che non esiste più. In fondo alla via, infatti, si trova il Largo di Porta Marmorea. Abbiamo voluto dare questo nome perché rievoca l’antica porta d’ingresso, ma anche per dare un significato importante alla struttura. Noi vogliamo raccontare la storia di Gubbio, partendo proprio dalla pietra”.

All’interno sono presenti delle opere, che possiamo definire degli affreschi. Ci vuole spiegare il significato e il motivo di queste decorazioni?

Abbiamo riproposto e ricostruito antichi affreschi, cosa che sta a significare anche la forte presenza di affreschi in città. Sono stati realizzati dall’artista eugubino Alessandro Campanella. In tutto l’hotel è possibile trovare questi dipinti che sembrano invecchiati, come se fossero vecchie opere.

Il nostro intento è quello di raccontare la storia Gubbio in una maniera innovativa, perché grazie a queste opere il turista può trovare già nell’hotel dei piccoli spunti della città, per valorizzare di più l’hotel ed invogliare ancora di più il turista ad andare a scoprire la città, per questo abbiamo anche intitolato le camere con le vie di Gubbio, come ad esempio via Piccardi, via Dante, via Cavour ed intitolato la camera più bella all’ultimo piano con tutta la vista sulla città via dei Consoli”.

In un periodo difficile dal punto di vista economico, com’è nata l’idea d’intraprendere questa nuova avventura?

L’idea è nata a piccoli passi, ci sono capitate delle occasioni favorevoli: io avevo un negozio di abbigliamento che ho chiuso e avevo necessità di trovare un lavoro, essendo anche diplomata all’indirizzo linguistico-turistico, la mia vocazione era sempre quella di lavorare dietro un front-office o una reception di una albergo, poi Valerio con il suo spirito imprenditoriale senza fine, un vulcano d’idee, è riuscito a trovare l’occasione giusta.

È stata un’accoppiata casuale e vincente. Noi comunque abbiamo la speranza nel turismo, perché essendo giovani, se non abbiamo la speranza è finita qui. Crediamo anche nell’arrivo di qualche sostegno dalla Regione o dallo Stato che può venire dopo questa tragedia del terremoto, magari ci saranno delle politiche di pubblicità e comunicazione per far tornare i turisti nelle zone che sono state danneggiate dalle notizie sul terremoto, ma non dal terremoto stesso, anche perché comunque Gubbio vive di turismo”.

Che cosa sperate per il futuro? Qual è il vostro obiettivo?

L’obiettivo è creare un luogo accogliente e sereno. Di poter lavorare sia con i giovanissimi o anche con coppie giovani che vengono solo il sabato e la domenica, o ospitare i tanti parenti che vengono a Gubbio per le feste da tutte le parti del mondo, cerchiamo di accogliere un po’ tutti, questa è la nostra speranza”.

Di Ilaria StiratiFotografie Cronaca Eugubina