Don Mirco Orsini leggendo il Vangelo: “Avere memoria non significa restare fermi ed ancorati a qualcosa che deve rimanere sempre immobile, ma al contrario chi ha memoria è colui che vive bene il tempo presente e con speranza il futuro perché sa chi è e da dove viene

Foto Capitani dei Ceri 2017

Foto alla Chiesetta dei Muratori

GUBBIO – Sabato 17 dicembre presso la Chiesetta dei Muratori si è svolta la messa di investitura dei Capitani della Festa dei Ceri 2017, Giorgio Fiorucci (I° capitano) e Marco Moscatelli (II° capitano), officiata dal cappellano dei Ceri don Mirco Orsini.

La funzione religiosa è stata molto toccante, e questo era ben visibile nelle espressioni dei fedeli presenti, molti dei quali muratori o parenti di muratori defunti ai quali l‘Università dei Muratori, scalpellini e Arti congeneri Innocenzo Migliarini” ha consegnato una pergamena al termine della cerimonia, a ricordo di quanti nella loro vita terrena hanno lasciato un segno tangibile della loro presenza.

Il Vangelo che è stato proclamato riguardava la genealogia di Gesù Cristo: “Una lettura apparentemente inutile – come ha detto don Mirco Orsini nell’introdurre la sua omelia – ma in realtà il Vangelo di oggi ci è utilissimo per tante ragioni. La liturgia infatti ci propone questo elenco di nomi a pochi giorni dal Natale perché vuol farci fare una sosta.

Foto Capitani dei Ceri 2017

I Capitani della Festa dei Ceri 2017

L’albero genealogico di Gesù infatti non è soltanto una mera successione di nomi, ma è memoria; attraverso di esso la liturgia ci descrive non solo le origini messianiche di Cristo ma ci rimanda all’importanza di ricordare chi siamo e da dove veniamo. Ognuno di noi è chiamato a fare memoria della propria vita sia a livello personale che comunitario.

Nessuno è nè si può ritenere l’ultimo anello di questa immaginaria catena che percorre le generazioni perché la vita che verrà dipende sia da quello che ci è stato tramandato, ma anche da quello che noi siamo capaci di fare nel presente. Avere memoria non significa restare fermi ed ancorati a qualcosa che deve rimanere sempre immobile, ma al contrario chi ha memoria è colui che vive bene il tempo presente e con speranza il futuro perché sa chi è e da dove viene.

La nostra società ha un compito importantissimo, quello di capire e far capire che la Storia serve per leggere il presente e trasformare il futuro. Oltretuttoha detto in conclusione don Mircoquesta lettura ci fa capire che soltanto Cristo è il compimento della Storia attraverso il ripetersi del numero 14. Questo numero infatti rappresenta la pienezza del tempo. Cristo rappresenta la pienezza proprio perché stravolge la storia“.

Di Giovanni AlessiFotografie Cronaca Eugubina