Il tecnico rossoblù: “La prima vera impressione che abbiamo della terna arbitrale è durante l’appello. A seconda di come viene effettuato ci facciamo una prima idea su che tipo di arbitraggio potremo avere in quella partita“
Andrea Pannacci: “Il calcio è uno spettacolo che è composto da diversi attori, i quali sono tutti parte di uno stesso gioco. Nessuna parte può esistere senza le altre. Ognuna di esse ha un solo ed unico obiettivo: quello di garantire il livello più alto di spettacolo a chi paga il biglietto”

Un momento della serata al Pietro Barbetti
GUBBIO – Mercoledì sera presso la sala stampa dello stadio “Pietro Barbetti“, l’AIA (Associazione Italiana Arbitri) “Carlo Angeletti” di Gubbio, ha organizzato l’incontro dal titolo “Arbitri e società: il quarto tempo“, che ha avuto come graditi ospiti il tecnico rossoblù Giuseppe Magi e i calciatori Alfredo Romano e Francesco Bergamini, che hanno parlato a tutto tondo del mondo del calcio e del rapporto con gli arbitri.
La relazione introduttiva di Andrea Pannacci
Naturalmente a fare gli onori di casa è stato il Presidente della locale sezione arbitri Andrea Pannacci, che ha introdotto alla folta platea il significato del titolo della serata: “Il calcio è uno spettacolo che è composto da diversi attori, i quali sono tutti parte di uno stesso gioco. Nessuna parte può esistere senza le altre. Ognuna di esse ha un solo ed unico obiettivo: quello di garantire il livello più alto di spettacolo a chi paga il biglietto.
Abbiamo scelto di chiamare questa nostra riunione quarto tempo – ha spiegato Pannacci – perché secondo noi questo è il tempo in cui tutte le componenti che concorrono a creare lo spettacolo del calcio, si possono confrontare sui vari aspetti regolamentari e non che riguardano il nostro amato sport. Questa sera vogliamo porre l’accento sul rapporto tra arbitri, giocatori e allenatori. Per questo vogliamo ringraziare la Gubbio calcio che ci ha permesso di utilizzare la sala stampa, mister Magi, capitan Romano e Bergamini, che hanno accettato il nostro invito“.

Giuseppe Magi
L’intervento di mister Giuseppe Magi
Molto interessante e significativo è stato l’intervento di Giuseppe Magi: “Sono io a dover ringraziare voi per l’invito. Sfortunatamente ammetto di non studiare la personalità dell’arbitro durante la settimana perché la mia concentrazione è rivolta alla squadra e a cosa posso fare io per aiutarla.
In futuro però vorrei poter approfondire questo discorso poiché sicuramente posso trarre importanti informazioni per preparare al meglio le partite. La prima vera impressione che abbiamo della terna arbitrale ce la da l’appello.
A seconda di come viene effettuato ci facciamo una prima idea su che tipo di arbitraggio potremo avere in quella partita. Anch’io però posso dire di essere un arbitro durante le partitelle settimanali ed utilizzo la mia posizione per vedere le reazioni dei miei giocatori alle diverse decisioni arbitrali. Molto spesso infatti, ad esempio, accordo appositamente rigori inesistenti per analizzare il comportamento dei giocatori che hanno subito la mia decisione.

Sono intervenuti mister Magi e Francesco Bergamini
Credo infatti che bisogna essere più forti dell’errore – ha proseguito Magi – anche perché questo può essere frutto di un cattivo stato d’animo. Se ci si sofferma su esso, anche quello arbitrale, vuol dire che non si è lucidi e all’altezza della situazione. A volte si enfatizza l’errore dell’arbitro per giustificare una sconfitta o una brutta prestazione.
Purtroppo ammetto che mantenere la lucidità non è facile perché la tensione del match non aiuta ad essere tranquilli nell’analisi delle varie situazioni di gioco”.
A questo proposito torna alla mente di mister Magi un sabato non propriamente felice per il suo Gubbio in questo campionato, riguardo al rapporto con arbitri e assistenti: Gubbio – Maceratese.

Gubbio-Maceratese, l’espulsione di Rinaldi nel finale di partita (Foto Simone Grilli)
“Alla fine di quella partita arbitrata dal signor De Remigis – ha precisato l’allenatore rossoblù – ho fatto da paciere, nonostante fossi molto arrabbiato con l’arbitro per la sua gestione di gara, in quanto avevo capito che egli aveva sbagliato tutto perché non era sereno. Ecco, se noi portiamo in campo i nostri problemi esterni di sicuro non riusciamo a fare la nostra professione nel migliore dei modi. Oltretutto i grandi interessi economici che ruotano attorno al nostro sport tendono ad ingigantire ogni cosa e ad esasperare gli animi“.
Parlano Romano e Bergamini
Capitan Romano e Bergamini si sono invece soffermati su altri due aspetti del rapporto calciatori arbitri. “Io credo – ha affermato il capitano del Gubbio – nella buonafede delle nostre terne, e credo anche che ci voglia più collaborazione e buon senso da parte di tutti nel capire i vari momenti della partita. Infatti ritengo che l’arbitro bravo è colui che accetta e favorisce il dialogo. Al contrario quello che sta sulla difensiva oppure è arrogante denota insicurezza. Sono d’accordo anch’io che è inutile protestare quando la decisione è già stata presa“.

Francesco Bergamini tra i migliori in campo
Francesco Bergamini: “So che spesso si protesta per mettere pressione all’arbitro ma, in tutta sincerità, non è il mio caso poiché ritengo che protestare in maniera educata sia legittimo se si ritiene non giusta una determinata decisione“.
L’ultima parte della serata è stata dedicata alle domande del pubblico e alla visualizzazione di alcuni casi recentemente modificati dal nuovo regolamento.
Giovanni Alessi – Fotografie Cronaca Eugubina e Simone Grilli