Il concerto dei “Tre tenori” Davide Sotgiu, Edoardo Milletti e Claudio Rocchi, accompagnati al pianoforte da Stefano Ragni, organizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia (lodevolissima la raccolta di fondi Pro Unicef destinata ai bambini terremotati)

Il concerto si è tenuto in Basilica a Sant Ubaldo
GUBBIO – L’atmosfera crepuscolare e il teatro all’aperto per un attimo hanno fatto pensare a Torre del Lago. E quando David Sotgiu ha intonato “E lucean le stelle” dalla Tosca, con le colline davanti a Gubbio come sfondo, il pensiero è corso davvero al Gran Teatro e al Festival Pucciniano. ‘
L’incanto è stato totale quando più tardi sempre Sotgiu ha fatto sognare gli oltre 200 spettatori presenti all’emiciclo della Basilica di Sant’ Ubaldo con un “Nessun dorma” che ha ammalato di Tutandotmania tutti gli spettatori improvvisati in un coro emozionante. Ma non c’è stato solo Puccini al concerto dei “Tre tenori” Davide Sotgiu, Edoardo Milletti e Claudio Rocchi, accompagnati al pianoforte da Stefano Ragni, organizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia (lodevolissima la raccolta di fondi Pro Unicef destinata ai bambini terremotati).

Emiciclo a Sant Ubaldo con quasi 200 spettatori
Il tutto per l’elaborazione e la sovrintendenza di Laura Musella e l’organizzazione dell’Associazione “Omaggio all’Umbria” (presidente onorario Mauro Masi). Ma anche due “pennellate” di Giuseppe Verdi di… quello buono. Tanto per rompere il ghiaccio con “La donna è mobile” dal Rigoletto e “E lucean le stelle” dalla Tosca.
Applausi a scena aperta con il pensiero che per un attimo è volato a un tenore straordinario interprete verdiano quale è stato il compianto Salvatore Licitra.

Basilica di Sant Ubaldo
Il programma dell’evento voluto fortemente da Carlo Colaiacovo, già presidente della Fondazione, da suo fratello Giovanni, entrambi sempre in prima linea per sostenere iniziative in favore della Basilica di Sant’Ubaldo, dove il rettore don Fausto Panfili e il suo vice don Stefano Bocciolesi, geniale “invenzione” del vescovo emerito Mario Ceccobelli, sono superattivi, è filato via in maniera straordinaria passando attraverso le coloriture armoniche dei Pagliacci di Leoncavallo, e poi Ponchielli, Massenet, Mascagni, Donizetti.
Per concludere con un po’ di canzone napoletana d’autore (“Torna a Surriento“, “Musica proibita“, “Core ‘ingrato“) e a chiudere “Oh sole mio!” di Edoardo Di Capua con i tre tenori insieme sul palco, pronti al bis mentre all’orizzonte il sole s’eclissava… arrossendo.