Daniele Cavaleiro spiega il testo Referendario e le ragioni dei due schieramenti

GUBBIO – Domenica 17 aprile 2016 tutti gli italiani che hanno compiuto il diciottesimo anno di età, sono chiamati ad esprimere il proprio voto in merito al Referendum popolare abrogativo sulle trivellazioni in mare. Cerchiamo di capire, data anche la latitanza della maggior parte di chi dovrebbe garantire un’adeguata informazione a tutti ed a ciascuno, di cosa si tratta.

Il referendum, per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana, non è stato proposto tramite una raccolta firme ma da una scelta politica fatta dalla maggioranza di 9 Consigli Regionali (Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna e Veneto), i quali sono preoccupati per le conseguenze, che un maggior sfruttamento degli idrocarburi nel nostro mare, potrebbe avere sull’ambiente, sul turismo e sulla pesca.

Il quesito che si troverà stampato sulle schede è: “Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”.

In altre parole il quesito chiede se volete che quando scadranno le concessioni per l’estrazione di idrocarburi nelle acque italiane entro le 12 miglia (circa 20 chilometri) dalle coste, l’estrazione venga fermata anche se nei giacimenti ci sono ancora idrocarburi.

Una vittoria del SI bloccherebbe tutte le concessioni per estrarre il petrolio entro le 12 miglia dalla costa alla scadenza dei contratti attualmente attivi.

Una vittoria del NO, o il mancato raggiungimento del quorum (50% + 1 degli aventi diritto al voto), lascerebbe la situazione inalterata. Ovvero, le ricerche e le attività petrolifere attualmente in corso non avranno una scadenza certa e potrebbero proseguire fino all’esaurimento del giacimento.

I due schieramenti sono rappresentati, da un lato dal comitato “Vota sì per fermare le trivelle” (www.fermaletrivelle.it), a cui hanno aderito oltre 160 associazioni (dall’Arci alla Fiom, da quasi tutte le associazioni ambientaliste a quelle dei consumatori, dal Touring Club all’alleanza cooperative della pesca) e dall’altro da un gruppo che si definisce “ottimisti e razionali” (www.ottimistierazionali.it) e comprende nuclearisti convinti come Gianfranco Borghini e Chicco Testa.

Le motivazioni dei due schieramenti sono visionabili sui rispettivi siti internet che vi invito a visitare.

Daniele Cavaleiro