Valerio è un giovane eugubino laureato in Economia, che si è specializzato in un master in ambito bancario e assicurativo a Pisa, e oggi insegna all’Istituto Cassata Gattapone.
E’ stato tra i primi a credere nel progetto “Pi Network” lanciato da tre geni di Stanford Nicolas Kokkalis, esperto di blockchain e docente a Stanford, Chengdiao Fan, specializzata in antropologia computazionale, e Vincent McPhillip, che ha conseguito un MBA (Master in Business Administration) a Stanford.
Il 20 febbraio 2025, Pi Network ha fatto il salto di qualità: con l’apertura della mainnet e l’ingresso nei principali exchange, il valore iniziale è stato di 2$ per Pi Coin, con un picco vicino ai 3$. Per chi aveva creduto nel progetto sin dall’inizio, è stata una grande soddisfazione.

Cronaca Eugubina n.283
“A Gubbio ci sono persone che hanno aderito da subito e che oggi si ritrovano con un bel gruzzoletto“.
GUBBIO – Valerio Merli, giovane eugubino laureato in Economia, ha avuto anni fa una intuizione illuminante, che anni dopo lo ha premiato con grande soddisfazione.
Parliamo del progetto “Pi Network” nato nel 2019 dall’idea geniale di tre laureati di Stanford, che ci ha messo alcuni anni per affermarsi e diventare economicamente vantaggioso. Oggi Valerio spiega in esclusiva al nostro giornale cosa sono i “Pi Coin”.
“Sono laureato in Economia e oggi insegno all’Istituto Cassata Gattapone. Dopo la laurea, all’inizio del 2020, fui selezionato per un master in ambito bancario e assicurativo a Pisa. Eravamo circa una trentina di ragazzi e ragazze, tutti con percorsi diversi ma accomunati dalla voglia di imparare e crescere nel settore finanziario.
Fu proprio lì che un collega mi parlò di un progetto nato nel 2019 da tre laureati di Stanford: Pi Network. A differenza delle criptovalute più famose, come Bitcoin, Pi non richiedeva enormi potenze di calcolo per essere ‘minato’, ma si basava su un sistema chiamato Proof of Consensus. In pratica, bastava un’app gratuita per accumulare Pi Coin senza consumare energia o dover acquistare costosi hardware.
I fondatori del progetto sono Nicolas Kokkalis, esperto di blockchain e docente a Stanford, Chengdiao Fan, specializzata in antropologia computazionale, e Vincent McPhillip, che ha conseguito un MBA (Master in Business Administration) a Stanford. Il loro obiettivo era rendere le criptovalute accessibili a tutti, senza le barriere tecniche e finanziarie tipiche del settore.
All’inizio, il tasso di mining era molto alto: si potevano ottenere tra i 2 e i 3 Pi all’ora, semplicemente aprendo l’app e confermando la propria partecipazione ogni 24 ore. Con la crescita della rete, però, il tasso di assegnazione si è ridotto gradualmente, proprio per evitare inflazione.
Oggi si guadagnano solo pochi centesimi di Pi all’ora, ma chi ha aderito nei primi anni ha accumulato una quantità significativa di questa criptovaluta.
Il 20 febbraio 2025, Pi Network ha fatto il salto di qualità: con l’apertura della mainnet e l’ingresso nei principali exchange, il valore iniziale è stato di 2$ per Pi Coin, con un picco vicino ai 3$. Per chi aveva creduto nel progetto sin dall’inizio, è stata una grande soddisfazione.
A Gubbio ci sono persone che hanno aderito da subito e che oggi si ritrovano con un bel gruzzoletto. Pi Network mi ha fatto scoprire un lato del mondo delle criptovalute più accessibile e democratico, dimostrando che l’innovazione può davvero premiare chi ha visione e curiosità.
E il bello è che tutto questo è stato possibile senza investire un solo euro”.
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Francesco Caparrucci – Fotografie Cronaca Eugubina