Lettera aperta dell’Associazione Gubbio Partecipa indirizzata al Sindaco di Gubbio e Giunta Comunale, al Presidente del Consiglio Comunale e Consiglieri Comunali in merito alla vicenda del Complesso storico di Santa Illuminata.
“Si porta a conoscenza la stessa lettera anche alla Presidente della Regione dell’Umbria, per quanto di sua competenza.
La nostra Associazione, da sempre attenta alle problematiche sociali, con questa lettera intende avviare un dibattito pubblico su temi fondamentali quali il diritto alla salute, l’assistenza agli anziani e alle persone con disabilità grave prive di supporto familiare, ovvero il cosiddetto ‘Dopo di noi’.

Passaggio pedonale a Santa Illuminata

Riteniamo che, al di là delle divergenze politiche, sia possibile affrontare e risolvere insieme questioni che riguardano l’intera comunità eugubina”.

GUBBIO – Il Consiglio Comunale di Gubbio, nella seduta del 1° aprile 2025, ha approvato la modifica della destinazione d’uso del complesso di Santa Illuminata, su richiesta della proprietà.

Si tratta di un atto legittimo sotto ogni profilo, sia giuridico che amministrativo, finalizzato a rendere l’immobile più appetibile sul mercato. L’obiettivo è aumentarne la redditività a beneficio della sanità umbra, essendo la proprietà pubblica. Un diniego avrebbe solo innescato una sterile controversia tra Enti pubblici.

L’attuale proprietario è l’Azienda Unità Sanitaria Locale Umbria n.1, istituita nel 2013 in base alla Legge Regionale n.18/2012. Il complesso di Santa Illuminata è passato alla Regione a seguito delle riforme sanitarie introdotte con la L. 132/1968 (riforma ospedaliera), la L. 386/1974 (trasferimento delle competenze ospedaliere alle Regioni) e la L. 833/1978 (istituzione del Servizio Sanitario Nazionale).

Alcuni consiglieri hanno sottolineato che la possibilità per un privato di acquistare l’immobile per trasformarlo in una struttura ricettiva è del tutto legittima. Altri hanno sostenuto che, la città, sempre più orientata al turismo, necessita di un maggior numero di posti letto per essere competitiva rispetto ad altre destinazioni umbre.

Ovviamente meglio questa soluzione che il degrado di un’area così significativa per Gubbio. Tuttavia, la questione non si esaurisce nella semplice ridefinizione dell’uso del bene. Santa Illuminata non è un immobile qualsiasi: la sua storia e il suo vincolo di origine pongono interrogativi che meritano attenzione.

Il complesso ha origini antiche. Costruito alla fine del 1500 dagli Eremiti di Montecorona come oratorio, fu espropriato nel 1861 dal governo sabaudo e trasformato più volte, fino a diventare una casa colonica e la chiesa di Santa Illuminata in fienile.

Strada delle vigne a Santa Illuminata

Successivamente fu acquistato dal marchese Toschi Mosca Vincenzo, che restaurò l’ospizio, riservandosi di restaurare la chiesina per aprirla al pubblico culto, ma il Marchese morì prima del restauro e il figlio Bettino, dopo aver lasciato quel luogo in abbandono fino al 1890 lo vendette al Signor Raffaele Achilli per farvi una casa di villeggiatura nei mesi estivi e la chiesa di Santa Illuminata di nuovo venne trasformata in casa colonica.

Negli anni ’30 del Novecento, la Marchesa Caterina Benveduti Massarelli nata Della Porta, rispondendo alla necessità di un sanatorio per la lotta alla tubercolosi, realizzò la struttura e la donò agli eugubini tramite l’Ente Comunale “Opera Pia Ospedale”.

Una lapide all’ingresso dell’Immobile ricorda ancora oggi questo gesto di amore verso i propri concittadini. Considerata la volontà dei membri della famiglia Benveduti di quei anni, di destinare i propri beni alla comunità eugubina, ai giovani, ai malati, sorge un dubbio: potrebbe esistere un vincolo testamentario simile a quello dell’Astenotrofio Mosca, che ne impedirebbe l’alienazione?

Difatti sulla proprietà di questa opera, le riforme sanitarie non consentirono i trasferimenti di proprietà per effetto testamentario. Fino ad oggi la questione sulla proprietà di Santa Illuminata non si è mai posta perché comunque ha svolto una funzione sociale, ma ora diventa cruciale.

Possiamo ipotizzare che l’Opera Pia Ospedale abbia trasferito il possesso del bene, mentre la proprietà, per effetto testamentario, sia rimasta alla Città di Gubbio? In ogni caso, al di là delle risposte formali, resta il fatto che questo patrimonio è stato ereditato dalla comunità con una chiara finalità sociale.

La Regione deve prenderne atto, come già avvenuto in situazioni analoghe in altre città umbre. A tal proposito, condividiamo il pensiero del Sindaco Fiorucci, già espresso il 30 maggio 2024 in cui si impegnava per il recupero del complesso nel rispetto degli scopi per cui fu realizzato:

La strada delle vigne a Santa Illuminata

“… Noi crediamo sia arrivato davvero il momento di riqualificare Santa Illuminata e tutta la zona adiacente. Perché non pensare di destinarla a una moderna e polifunzionale residenza per l’assistenza delle persone con disabilità grave e prive del sostegno familiare, la cosiddetta ‘Dopo di noi’? Questo consentirebbe, per esempio, di garantire loro la possibilità di continuare a vivere anche quando i genitori non possono più occuparsene, in contesti il più possibile simili a una casa familiare.

Un’altra possibile destinazione d’uso potrebbe essere quella di una Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) per anziani, inserita in un contesto paesaggistico ideale. E potrei continuare… Ciò che però conta davvero è prendere in mano la situazione e dare il via a un progetto che valorizzi l’intera area, affinché questa zona torni a vivere, insieme ai suoi abitanti. Con noi si può. Noi ci siamo”.

Nel condividere questa idea riteniamo che questo impegno può oggi tradursi in atti amministrativi concreti, proponendo soluzioni che restituiscano dignità all’area, nel rispetto della sua storia e delle ragioni della sua esistenza.

La popolazione invecchia, e sempre più anziani si trovano a vivere soli. L’Astenotrofio eugubino, per quanto capiente, non è più sufficiente. Santa Illuminata potrebbe diventare una Struttura di accoglienza per anziani autosufficienti, soli, di cui la comunità eugubina non può fare finta di non vedere e di non sapere, in sintonia con i servizi sociosanitari del territorio.

Si potrebbero coinvolgere le organizzazioni dei pensionati dei sindacati e il Centro Anziani, oppure creare un’associazione tra pubblico e privato per il recupero dell’immobile. In molte città del Nord Italia, esperienze simili si
sono dimostrate vincenti: strutture riconvertite in centri per anziani soli, gestite da enti pubblici e finanziate, in parte, dai proventi delle farmacie comunali, affidate in gestione allo stesso ente.

Un’alternativa potrebbe essere un intervento esclusivamente privato, con un accordo ultradecennale che trasferisca il possesso e la gestione del bene ai privati, mantenendo la sua finalità sociale.

Le idee ci sono. Ora, seguendo l’intuizione del Sindaco, il Consiglio e l’Amministrazione Comunale dovrebbero muoversi in questa direzione. Come è accaduto per la realizzazione del nuovo Ospedale di Branca, alla fine i fondi si
trovano: servono solo volontà politica, impegno e perseveranza.

Associazione Gubbio Partecipa