Sara è morta nel 2006 nello stabilimento balneare “Stella Maris” di Villapiana in Calabria, dopo essere rimasta folgorata. Fu un incidente molto strano: la piccola (era in vacanza con la famiglia), era a cavalcioni di una giostra e per raccogliere un gettone a terra, toccò inavvertitamente un cavo scoperto e rimase fulminata.
Mamma Anna Armentano: “Dalla morte alla vita, dal buio alla luce attraverso la parola di Gesù, così abbiamo cercato le risposte alle nostre domande. Sara ci ha portato dalla Madonna, e la Madonna da Gesù. Anche io e Michele oggi siamo corpo di Cristo“.
Monsignor Luciano Paolucci Bedini: “Sara ci ha detto che il cielo è aperto, è quella la nostra casa”.
SAN MARTINO IN COLLE – Centinaia di persone di ogni età e provenienza, si sono ritrovate lunedì sera 5 agosto al Santuario di San Martino in Colle, per partecipare alla Santa Messa, celebrata dal Vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini, in occasione del 18esimo anno della “nascita in cielo” della piccola Sara Mariucci.
Sara è morta nel 2006 nello stabilimento balneare “Stella Maris” di Villapiana in Calabria, dopo essere rimasta folgorata. Fu un incidente molto strano: la piccola (era in vacanza con la famiglia), era a cavalcioni di una giostra e per raccogliere un gettone a terra, toccò inavvertitamente un cavo scoperto e rimase fulminata.
Inizialmente sepolta al Cimitero di San Martino in Colle, il 28 marzo 2016 la sua salma fu traslata al Santuario dove riposa in pace nella tomba di marmo bianco meta di un infinito pellegrinaggio di fedeli.
Ogni anno, il 5 agosto alle ore 19, a San Martino in Colle si celebra una Santa Messa per ricordarla. Papà Michele Mariucci ha parlato del progetto “Cascina del sorriso“, a favore di famiglie con ragazzi minori affetti da gravi disabilità. Con il ricavato delle donazioni raccolte in tutta l’Umbria, verrà realizzata un’area sanitaria vera e propria.
Molto atteso, come sempre, l’intervento di mamma Anna Armentano: “Siamo qui dopo 18 anni dalla morte di Sara. All’epoca avevamo il cuore spezzato dal dolore, e ci chiedevamo che senso ha la nostra vita se poi si muore.
Non ci siamo accontentati di parole terrene, ma abbiamo cercato di capire il senso del dolore.
Dalla morte alla vita, dal buio alla luce attraverso la parola di Gesù, così abbiamo cercato le risposte alle nostre domande.
Sara ci ha portato dalla Madonna, e la Madonna da Gesù. Anche io e Michele oggi siamo corpo di Cristo“.
Il Vescovo Luciano Paolucci Bedini ha detto: “Gesù spezza il pane per chi ha fame, e il nostro cuore è affamato del suo amore. La ferita del peccato originale che tutti portiamo, ci inganna. Noi abbiamo una fame immensa ma ci accontentiamo delle briciole del mondo.
In questa fame di infinito, il problema più grande per noi è la morte, ma il problema vero è il senso della vita, tutto ci lascia l’amaro in bocca. Sara ci ha detto che il cielo è aperto, è quella la nostra casa.
Nella storia della piccola Sara compare Maria, la sola che rimane sotto la Croce piena di speranza. Chiediamo a Maria di prendere per mano la nostra fede e così facendo camminiamo verso l’abbraccio del Padre“.
Nonno Palmiro, con la sua lunghissima barba bianca, che non si taglia più dal giorno della morte della nipote perchè quel giorno lei la toccò per l’ultima volta, ha letto i passi del Vangelo.
Sono state suonate musiche bellissime, sia prima che durante la Santa Messa, grazie alla presenza del Coro Magnificat di Perugia, con il fratello di Sara alla chitarra classica e voce.
Erano presenti tanti parroci locali e di Perugia, rappresentanti delle Forze dell’Ordine e dell’Associazionismo eugubino, ma soprattutto tante persone semplici, e alcuni malati giunti a San Martino in Colle per invocare la protezione della piccola Sara Mariucci.
Un flusso continuo di fedeli e gente comune, che arriva fino al Santuario per visitare in silenzio la tomba bianca della bambina di Gubbio morta nel 2006, realizzata dall’artigiano Luca Grilli. Ognuno prega a modo proprio, e tutti lasciano un pensiero sul grande quaderno di pagine gialle da diciotto anni presente accanto a Sara.
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Francesco Caparrucci – Fotografie Cronaca Eugubina