Una giornata dedicata al ricordo del giovane Vigile del Fuoco Umberto Paruccini ucciso dai Tedeschi il 5 luglio 1944 sugli stradoni del Monte Ingino mentre stava rifornendo di viveri e medicinali i 230 ostaggi, tra cui 80 bambini, nel convento di Sant’Ubaldo.
L’operazione era stata concordata tra il Comando tedesco ed il vescovo del tempo Beniamino Ubaldi. Qualcosa purtroppo non funzionò ed Umberto Paruccini, impegnato nel sociale e nell’apostolato, fu colpito a morte lungo il terzo stradone, a salire, del Monte Ingino. Quest’anno ricorre l’80esimo anniversario dalla sua morte. 

Messa in ricordo di Umberto Paruccini celebrata da don Mirko Orsini e don Giuseppe Ganassin

Erano presenti il sindaco Vittorio Fiorucci, il professor Giancarlo Pellegrini. rappresentanti dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Locale, Vigili del Fuoco. Messa celebrata da don Mirko Orsini e don Giuseppe Ganassin. 
E’ stata ricordata anche la Comandante partigiana Walkiria Terradura, nata a Gubbio il 9 gennaio 1924, durante la Resistenza a capo della squadra “Settebello V Brigata Garibaldi Pesaro”, Walkiria nel 1971 è stata insignita della medaglia d’argento al Valor Militare.

GUBBIO – Le Istituzioni locali hanno ricordato oggi pomeriggio, presso la lapide che porta il suo nome sugli stradoni del Monte Ingino, il Vigile del Fuoco Umberto Paruccini ucciso dai Tedeschi il 5 luglio 1944, pochi giorni dopo l’eccidio dei Quaranta Martiri.

Quest’anno ricorre l’80° anniversario della morte di Umberto Paruccini, ferito mortalmente da un soldato tedesco mentre stava rifornendo di viveri e medicinali i 230 ostaggi, tra cui ottanta bambini, nel convento di Sant’Ubaldo.

In una realtà ancora provata e sconvolta dall’eccidio dei Quaranta Martiri, l’operazione era stata concordata tra il Comando germanico ed il vescovo del tempo Beniamino Ubaldi. Qualcosa purtroppo non ha funzionato ed Umberto Paruccini, impegnato nel sociale e nell’apostolato, fu colpito a morte lungo il terzo stradone, a salire, del Monte Ingino.

Per onorarne la memoria, si è celebrata la Messa alla prima “Capeluccia” del Monte Ingino, e l’Amministrazione  Comunale ha deposto una corona di alloro dinanzi al cippo eretto sul  luogo del ferimento mortale.

La lapide che ricorda Umberto Paruccini

Erano presenti il sindaco Vittorio Fiorucci, i rappresentanti di Carabinieri, Guardia di Finanza e Vigili del Fuoco, la Polizia Locale con il Gonfalone del Comune di Gubbio, il professore Giancarlo Pellegrini che ha scritto un libro sugli eccidi compiuti dai tedeschi tra il 1944 e il ’45.

La Messa è stata celebrata congiuntamente dal vicario generale della Diocesi don Mirko Orsini e da don Giuseppe Ganassin Rettore della Basilica di Sant’Ubaldo.

Un anno fa la scomparsa di Walkiria Terradura

L’Anpi di Gubbio, unitamente all’Anpi provinciale di Roma,  a un anno dalla sua scomparsa (avvenuta a Roma il 5 luglio 2023)  ricorda la partigiana Walkiria Terradura, a cui la sezione eugubina è intitolata.

Nata a Gubbio il 9 gennaio 1924, comandante della squadra Settebello V Brigata Garibaldi Pesaro, Walkiria nel 1971 è stata insignita della medaglia d’argento al Valor Militare.

Donna straordinaria, per tutta la sua vita è stata testimone attenta e attiva della guerra di Liberazione. “Ho fatto la Resistenza con il cuore di donna” amava dire, citando Carla Capponi. E sul nome di battaglia: “Il mio me lo hanno dato i miei genitori quando sono nata. Meglio di questo?

Fedele al suo nome, la “ragazza guerriera” Walkiria,  appena ventenne, da ottobre 1943 ad agosto 1944 ha combattuto contro tedeschi e fascisti, orgogliosa di quella scelta “perché ho contribuito anch’io a sconfiggere le dittature che allora soffocavano il mondo”.

Walkiria Terradura

Questa la motivazione della medaglia al valore: “Donna dotata di forte e generoso animo, entrava, malgrado la giovane età, nelle formazioni partigiane della sua zona portandovi entusiasmo e fede.

In lunghi mesi di lotta partecipava a numerose azioni contro il dotato avversario, mettendo in luce non comuni doti di coraggio e di iniziativa.

Dopo essere riuscita con la squadra da lei comandata a fare saltare un ponte stradale, accortasi del sopraggiungere di un reparto avversario, incurante della grande sproporzione delle forze, attaccava con bombe a mano, di sorpresa e con un solo gregario l’avversario, infliggendogli dure perdite, ponendolo in fuga e recuperando gli automezzi e le armi abbandonate.

Valido esempio di determinazione, coraggio e alto spirito patriottico”.

Un nome vero che sembra inventato, Walkiria. Walkiria bella e armata. Comandante partigiano col cuore di donna sui sentieri della Liberazione.

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Francesco CaparrucciFotografie e video Fernando Sebastiani