Presenti i presidenti delle Famiglie ceraiole Minelli Salciarini Gini, i Capodieci Fumanti Bellucci Martiri, i Capitani 2023 Cecchetti e Pierotti e quelli della Festa dei Ceri 2024 Luigino Bei e Fabio Mariani, il presidente del Maggio Eugubino Marco Cancellotti e dell’Università dei Muratori Giuseppe Allegrucci. Il Sindaco Stirati e le autorità militari della città. 

Gonfalone del Comune di Gubbio, autorità e componenti ceraiole

Monsignor Luciano Paolucci Bedini nell’omelia ha detto: “Da quassù capiamo dove sta andando il mondo, noi che siamo protagonisti della nostra storia grazie all’amore di Dio. Qui si viene accolti dalla luce. Nessuno può vivere da solo coltivando esclusivamente i propri interessi, la vita è eternità“. 

GUBBIO – Uno splendido pomeriggio estivo ha accompagnato dentro e fuori la Basilica, i festeggiamenti per la Traslazione di Sant’Ubaldo, il cui corpo incorrotto l’11 settembre del 1194 fu trasportato dalla Cattedrale alla cima del monte Ingino, nell’antica pieve dedicata a San Gervasio, dove ora sorge la Basilica dedicata al Santo Patrono.

Tanti eugubini sono arrivati in vetta al Monte Ingino per partecipare alla Santa Messa officiata dal Vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini.

Come da tradizione, erano presenti i Rettori della Basilica don Giuseppe Ganassin e don Pietro Benozzi, il Cappellano della Festa dei Ceri don Mirko Orsini, il sindaco Filippo Stirati, i Presidenti del Maggio Eugubino Marco Cancellotti e dell’Università dei Muratori Giuseppe Allegrucci.

I presidenti delle Famiglie ceraiole Ubaldo Minelli, Patrick Salciarini e Ubaldo Gini, i Capitani della Festa dei Ceri 2023 Luca Cecchetti e Roberto Pierotti, i Capitani della Festa dei Ceri 2024 Luigino Bei e Fabio Mariani.

I Capodieci Corrado Fumanti (con il capocetta Maurizio Fumanti), Euro Bellucci (con il capocetta Mauro Mischianti), Riccardo Martiri (con il capocetta Marco Tosti), oltre alle autorità militari della città di Gubbio.

Il Vescovo Luciano

Prendendo la parola, Monsignor Luciano Paolucci Bedini ha detto: “Ieri sera con la Processione abbiamo risalito gli stradoni del Monte Ingino per portare nuovamente qui, davanti a Sant’Ubaldo, le nostre preghiere e la nostra speranza, e di fronte al suo corpo incorrotto abbiamo di nuovo sentito la sua voce dirci ‘fratelli carissimi non smette mai di fidarvi del Signore’. 

La scelta di realizzare quassù la Basilica è stata fatta perchè gli eugubini potessero guardare il cielo guardando Sant’Ubaldo. Da quassù, il Santo Patrono, ci insegna a non abbassare lo sguardo e a non farci trasportare dalla frenesia della vita quotidiana. Sant’Ubaldo ci obbliga a guardare il cielo e ci indica Dio.

Da quassù capiamo dove sta andando il mondo, noi che siamo protagonisti della nostra storia grazie all’amore di Dio. Qui si viene avvolti dalla luce. Nessuno può vivere da solo coltivando esclusivamente i propri interessi, la vita è eternità“.

Al termine della funzione religiosa, alcuni ceraioli, in particolare i Santantoniari, hanno offerto un piccolo rinfresco sul retro della Basilica, nell’area verde riqualificata accanto alla scalea principale. Un momento bello, in cui sono riecheggiati anche i canti della tradizione ceraiola.

La Processione interna arriva all’altare della Basilica

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Francesco CaparrucciFotografie Pietro Biraschi (Photostudio Gubbio)