Tre gli artisti espositori: l’eugubina Catia Ceccacci, l’umbro Paolo Canevari e l’olandese Toos van Holstein. Il Sindaco Stirati: “E’ una Mostra che è un elemento di grandissima qualificazione per la nostra città e la sua inaugurazione è un momento sentito da tutta la città”.
Lo storico dell’arte Ettore Sannipoli ha ricordato Giampietro Rampini, e ha detto che la sua generosità nel mettere a disposizione il laboratorio di famiglia e la sua esperienza artistica, sono state fondamentali per la riuscita nel tempo di “Brocche d’autore”.
GUBBIO – E’ stata inaugurata oggi pomeriggio al Museo Brocche d’autore in via Baldassini, la ventesima edizione della Mostra, alla presenza degli artisti espositori Catia Ceccacci (eugubina), Paolo Canevari (umbro) e Toos van Holstein (internazionale – olandese).
Il Presidente del Maggio Eugubino, Marco Cancellotti, ha presentato gli artisti e ha ricordato le finalità della Mostra: “Allestire una significativa esposizione tesa a sottolineare il rapporto tra i Ceri e la ceramica d’arte contemporanea”.
L’edizione 2023 di “Brocche d’autore” è dedicata alla memoria di Giampietro Rampini, ceramista e artista eugubino recentemente scomparso, che “ha collaborato alla nascita dell’iniziativa già a partire dal 2002, mettendo tante volte a disposizione il suo laboratorio e la sua esperienza di ceramista con grande generosità, e partecipando come artista espositore nel 2010”. Per l’occasione era presente la figlia Giulia Rampini.
Il sindaco Filippo Stirati ha detto: “Si tratta di una Mostra che è un elemento di grandissima qualificazione per la nostra città perchè ospita prestigiosi artisti italiani e internazionali. La sua inaugurazione è un momento sentito da tutta la città”.
Lo storico dell’arte Ettore Sannipoli ha spiegato il significato artistico delle Brocche realizzate da Ceccacci, Canevari e Van Holstein, con queste parole: “Le Brocche di Catia Ceccacci vogliono sottolineare il ruolo del Capodieci. La raffigurazione stessa della mano tesa a tirare la brocca è un’immagine della brocca nell’opera d’arte.
Paolo Canevari si è limitato ad un intervento minimale, utilizzando due elementi base: la terracotta e una colorazione scura nella parte bassa realizzata con l’olio combusto. D’altronde le prime brocche tirate, erano proprio quelle con le quali si andava a prendere l’acqua di sorgente. E’ una sorta di interpretazione critica di questo modello antico.
La Holstein ha lavorato nella fabbrica di Giampietro Rampini e ha scelto l’uovo come forma base, simbolo femminile e generativo. L’uovo è stato realizzato materialmente dall’artigiano eugubino Daniele Minelli. I simboli dei tre Santi, l’elmo, la mitria e la fiammella sono i beccucci delle brocche”.
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Francesco Caparrucci – Fotografie Cronaca Eugubina