Si è tornati in presenza dopo due anni di stop dovuti all’emergenza sanitaria. A Madonna del Ponte la benedizione degli animali, don Gabriele: “Sono i compagni della nostra bella avventura umana“. Nel pomeriggio in Taverna consegna delle cavje ai ceraioli delle classi 1955, 1956, 1957 (tra i premiati Pietro Biraschi, Alfredo Minelli, Giampietro Rampini). 

Alfredo Minelli, consegna delle cavje

Durante l’investitura il Primo Capodieci 2023 Riccardo Martiri è parso molto emozionato. Era presente alla Chiesa dei Neri anche il Capodieci storico Elvezio Farneti. Bellissima la sfilata fino in Piazza Oderisi, poi la cena dei Santantoniari sotto gli Arconi. 

GUBBIO – Una giornata di emozioni intense, la ripresa delle tradizioni storiche della città di Gubbio senza più restrizioni dovute all’emergenza sanitaria, dopo due anni di stop per il Coronavirus, è coincisa con la Festa di Sant’Antonio Abate.

Una giornata di festa e di devozione al Santo, iniziata la mattina presto con la Messa a San Secondo e proseguita con la benedizione degli animali alla Chiesa di Madonna del Ponte da parte di don Gabriele: “Gli animali sono i compagni della nostra bella avventura umana“.

Consegna delle cavje, Roberto Acciaio e Pietro Biraschi

Nel pomeriggio, in Taverna, la consegna delle cavje ai ceraioli delle classi 1955, 1956, 1957, un appuntamento tradizionale che negli ultimi anni era stato sospeso per l’emergenza sanitaria (sono stati premiati tra gli altri Pietro Biraschi, Alfredo Minelli, Giampietro Rampini).

La Messa delle ore 18:30, è stata preceduta dalla benedizione dei bambini nati negli ultimi due anni, con tante giovani coppie presenti in Chiesa e fotografia finale di Pietro Biraschi.

Nell’Omelia, il Vescovo Luciano ha detto: “La fragilità che ci appartiene ci ricorda che siamo fatti di carne e ossa, ma c’è anche un’altra fragilità, quella che si manifesta quando il male entra dentro di noi e fa male agli altri… Questa fragilità morale, Sant’Antonio l’ha combattuta. 

Antonio ha ceduto le ricchezze ed è diventato uomo di preghiera, ci ha detto che le cose del mondo non devono inquinare il nostro cuore. Forti si diventa quando ci si avvicina a Dio. Che Sant’Antonio interceda per noi, affinché la nostra vita sia al servizio del bene“.

I Capodieci 2023 Bellucci, Fumanti, Martiri

Poi l’investitura ufficiale del primo Capodieci di Sant’Antonio, con la lettura del verbale di elezione da parte di Alberto Capannelli (che ha ricordato Renato Martiri e Marcello Cecilioni), e il passaggio dello Stemma del Cero di Sant’Antonio al Capodieci 2023 Riccardo Martiri.

I festeggiamenti sono proseguiti lungo la Calata e Corso Garibaldi, con il Capodieci Martiri portato a spalla dai ceraioli fino in Piazza Oderisi, e con canti e musiche ceraiole accompagnati dalla Banda Musicale. In Piazza Oderisi è stato acceso il tradizionale fuoco simbolico di Sant’Antonio e sono state offerte frappe, castagnole e vino.

La serata si è conclusa con la cena dei Santantoniari sotto gli Arconi di Palazzo dei Consoli. Il “Gran Ballo dei Santantoniari” è in programma il 18 febbraio al Park Hotale Ai Cappuccini, l’ultimo vejone che da tradizione chiude il carnevale ceraiolo.

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Francesco CaparrucciFOTOGRAFIE PIETRO BIRASCHI