Si è tornati alla tradizionale investitura alla Chiesa dei Neri dopo due anni di stop dovuti all’emergenza sanitaria. Passaggio di stemma del Cero e di consegne al Primo Capodieci 2023 Riccardo Martiri. Alberto Capannelli ha ricordato Renato Martiri e Marcello Cecilioni.
Il Vescovo Luciano: “Forti si diventa quando ci si avvicina a Dio. Che Sant’Antonio interceda per noi, affinché la nostra vita sia al servizio del bene“. Sfilata per la Calata e Corso Garibaldi fino a Piazza Oderisi, canti e musiche ceraiole, grande entusiasmo.
GUBBIO – Una giornata di festa e di forti emozioni, nonostante il maltempo, per celebrare di nuovo senza restrizioni Sant’Antonio Abate, con la tradizionale Messa alla Chiesa dei Neri e l’investitura del Primo Capodieci 2023 Riccardo Martiri.
Per l’occasione alla Chiesa dei Neri erano presenti tutti i rappresentanti della Festa dei Ceri 2023, a cominciare dai Capitani Luca Cecchetti (Primo Capitano) e Roberto Pierotti (Secondo Capitano), i Capodieci Corrado Fumanti (Sant’Ubaldo) insieme a Euro Bellucci (San Giorgio), i Presidenti dell’Università dei Muratori Giuseppe Allegrucci e del Maggio Eugubino Marco Cancellotti, oltre ai Presidenti delle Famiglie ceraiole Ubaldo Minelli, Patrick Salciarini e Alfredo Minelli.
Hanno concelebrato la Santa Messa per Sant’Antonio Abate, il Vescovo di Gubbio Monsignor Luciano Paolucci Bedini, il Cappellano dei Santantoniari don Marco Cardoni e quello dei Ceri don Mirko Orsini. Erano presenti anche il sindaco Filippo Stirati e il Capitano dei Carabinieri di Gubbio Fabio Del Sette.
Il Presidente della Famiglia dei Santantoniari Alfredo Minelli ha detto: “Qui alla Chiesa dei Neri si mescola la parte religiosa e la nostra passione ceraiola. Qui noi oggi festeggiamo Sant’Antonio“.
Durante l’Omelia, Monsignor Luciano Paolucci Bedini ha detto: “I Santi sono potenti perchè sono vicini a Dio. Sant’Antonio ci aiuta a capire quanto è bella la vita che fa il bene e combatte il male. Sant’Antonio viene descritto come un uomo forte e potente, ma ha vissuto la debolezza della vita umana.
La fragilità che ci appartiene ci ricorda che siamo fatti di carne e ossa, ma c’è anche un’altra fragilità, quella che si manifesta quando il male entra dentro di noi e fa male agli altri… Questa fragilità morale, Sant’Antonio l’ha combattuta.
Antonio ha ceduto le ricchezze ed è diventato uomo di preghiera, ci ha detto che le cose del mondo non devono inquinare il nostro cuore.
Forti si diventa quando ci si avvicina a Dio. Che Sant’Antonio interceda per noi, affinché la nostra vita sia al servizio del bene“.
L’investitura del Primo Capodieci
Momenti emozionanti quelli in cui sono state recitate la “Preghiera a Sant’Antonio Abate” scritta da Pietrangelo Farneti in occasione della visita ad Arles in Francia il 2 novembre 2002, e la “Preghiera del Ceraiolo” composta dall’avvocato Giorgio Gini a Gubbio il 14 settembre 1977.
Quindi l’investitura ufficiale del primo Capodieci di Sant’Antonio, con la lettura del verbale di elezione da parte di Alberto Capannelli (che ha ricordato Renato Martiri e Marcello Cecilioni), e il passaggio dello Stemma del Cero di Sant’Antonio al Capodieci 2023 Riccardo Martiri.
I festeggiamenti sono proseguiti lungo la Calata e Corso Garibaldi, con il Capodieci Martiri portato a spalla dai ceraioli fino in Piazza Oderisi, e con canti e musiche ceraiole accompagnati dalla Banda Musicale. In Piazza Oderisi è stato acceso il tradizionale fuoco simbolico di Sant’Antonio.
La serata si concluderà con la cena dei Santantoniari sotto gli Arconi di Palazzo dei Consoli.
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Francesco Caparrucci – FOTOGRAFIE PIETRO BIRASCHI