Prima del 15 settembre, l’economia locale era ripartita anche grazie alla Fiera del Cavallo che aveva fatto registrare 8mila presenze.
Poi l’alluvione che ha rovinato i sentieri di montagna del Catria e messo a rischio il turismo di trekking. Parlano i Soci del Centro Ippico “La Badia”: “Ci sono tante piccole attività come la nostra che provano a tenere vivo il territorio, perchè noi facciamo anche turismo: tanta gente viene a fare passeggiate e si tratta di un indotto che ricade su tutto il Paese”.

CANTIANO – A due mesi dall’alluvione del 15 settembre 2022, siamo tornati nelle Marche per intervistare i titolari di attività, e sapere da loro come sta andando il ritorno alla normalità e che prospettive ci sono per il rilancio del commercio e delle attività di impresa.

In occasione del passaggio delle auto degli “Sbiellati di Gubbio” a Cantiano, il 19 novembre scorso, durante il tour di 50 km tra Umbria e Marche, lungo il confine delle zone alluvionate, abbiamo visto il centro storico deserto, con due negozi aperti e gli altri ancora completamente distrutti dalla piena del Burano.

Le pochissime persone che abbiamo incontrato non avevano molta voglia di parlare, e ci hanno detto soltanto che “c’è grande determinazione e voglia di ripartire“.

A Chiaserna, abbiamo raccolto le opinioni dei Soci del Centro Ippico “La Badia”, con il Presidente Paolo Vitali, il Co-Presidente Massimiliano Matteacci, i Consiglieri Raffaela Morbidelli e Petra Ticha.

Queste le loro parole: “Fino al 15 settembre il lavoro è andato molto bene perchè abbiamo organizzato numerosi eventi e i nostri allievi hanno ottenuto ottimi risultati, e sono tutti uniti per il paese. Anche la Fiera del Cavallo del Catria, organizzata in primavera qui al Centro Ippico ‘La Badia’ in collaborazione con il Comune di Cantiano, è stata un successo con quasi 8mila presenze. Ora, invece, c’è molta incertezza soprattutto perchè le infrastrutture per arrivare a Cantiano sono rovinate.

Fare attività nell’entroterra è già di per se difficile, confidiamo nell’intervento celere delle Istituzioni perchè più tempo passa e più tutto si degrada e si spegne. Ci sono tante piccole attività come la nostra che provano a tenere vivo il territorio, perchè noi facciamo anche turismo: tanta gente viene a fare passeggiate e si tratta di un indotto che ricade su tutto il Paese.

Facciamo un esempio, le persone che vengono al Centro Ippico, poi acquistano il pane di Chiaserna o la carne a km zero che viene allevata qui. Noi non abbiamo subito danni diretti dall’alluvione, ma la sentieristica che avevamo tracciato per i nostri trekking è stata rovinata dalle frane e sarebbe da rifare.

Al momento siamo in attività di esplorazione, cioè andiamo a vedere nuovi sentieri, quindi non è semplice, ma si possono aprire nuove opportunità. Noi non molliamo e andiamo avanti”.

Francesco Caparrucci Fotografie Cronaca Eugubina