“Nero è l’albero dei ricordi, azzurra l’aria”. L’arte degli Arteterapeuti nella relazione di aiuto: esposte a Perugia le opere di Silvia Baldelli e Silvia Lilli in un importante mostra dedicata alla relazione tra arteterapeuta e paziente. 

Silvia Baldelli durante la mostra a Perugia

Silvia Baldelli dal 2017 porta avanti il progetto “Diario Espressivo” testimone concreto di un processo individuale, di auto-espressione, esplorazione alla scoperta di risorse interiori e nuove possibilità.
Silvia Lilli ha presentato l’opera “Appunto”, carboncini e acquerello su carta Rosaspina (cm 32×42). “Con l’arteterapia mettiamo in gioco la creatività e ci predisponiamo a sentire le emozioni nell’atto creativo“. 

PERUGIA – E’ stata inaugurata nei giorni scorsi a Perugia, nelle sale espositive del complesso monumentale di San Pietro, nell’ambito del convegno internazionale ISPS di Perugia e del 1° Festival sulle artiterapie nella psicosi, un’importante mostra dedicata all’arte delle arteterapeute nella relazione d’aiuto con la partecipazione delle artiste eugubine Silvia Baldelli e Silvia Lilli che hanno esposto alcuni loro lavori.

La selezione di immagini, proposte da ogni partecipante, riguarda un percorso nel quale sia possibile individuare alcuni degli aspetti di quella implicita relazione creativa fra l’operatore e suo interlocutore.

E’ stata quindi richiesta una selezione nell’ambito della fotografia, della pittura, della grafica, della scultura, delle arti performative, degli audiovisivi, ciò indipendentemente dal formato e della tecnica e una scheda descrittiva motivazionale.

La selezione degli/delle autori/autrici e delle relative opere è stata affidata a uno specifico comitato di valutazione presieduto da Carlo Coppelli e composta da Marco Panizza, Maurizio Peciccia e Giulia Ayala. L’allestimento è stato curato da Carlo Coppelli e Marco Panizza.

Il significato dell’esposizione

L’esposizione ha lo scopo di aprire una finestra sulla relazione fra arte e cura e specificatamente fra arteterapeuta e paziente (o utente, o cliente, o interlocutore che a dir si voglia). Il punto di vista (assai poco frequentato) è  quello di considerare la relazione d’aiuto non in senso unidirezionale (il terapeuta che presta la propria competenza a chi ne ha bisogno) ma reciproco, considerando e cercando di dare risposte a questi interrogativi:

  • Quanto il rapporto continuativo con il paziente e le sue immagini può entrare in profondità nella relazione d’aiuto e influenzare anche l’arteterapeuta nella sua produzione espressiva?
  • Quanto, quando, come e perché la presa in carico del disagio altrui può determinare l’innesto di processi creativi?
  • Ancora, è possibile attivare una comunicazione sia empatica che terapeutica fra il curatore e il curato attraverso le reciproche immagini e come?
  • Infine, come, quando e dove il cosiddetto curatore può riconoscere parte di sé nelle altrui ferite?

Del resto chi lavora coscientemente, con adeguate motivazioni, nella relazione d’aiuto, è consapevole dell’azione esercitata su di sé dai meccanismi proiettivi di riconoscimento, identificazione e rispecchiamento con l’utente, anche attraverso la semplice vicinanza che a volte si realizza in una sorta di osmosi iconica.

Inoltre, egli è pure consapevole che la relazione con l’altro, attraverso la mediazione dell’immagine, è in grado di fornire gratificazioni ben superiori a quelle economiche. Insomma, nel setting di arteterapia molto ci si dà , ma molto (almeno altrettanto) si riceve.

Collage

Le “opere eugubine”

Silvia Baldelli dal 2017 porta avanti il progetto “Diario Espressivo” testimone concreto di un processo individuale, di auto-espressione, esplorazione alla scoperta di risorse interiori e nuove possibilità.

Silvia lavora anche nelle Scuole di ogni ordine e grado come esperta di arte espressiva. Nel 2020 ha fondato l’Atelier “Crescere con Arte Aps“, insieme a nuovi compagni di viaggio, un luogo dove le arti sono mezzo di cura e benessere.

Collabora con il MUAM (Museo delle Antiche Arti e Mestieri), con percorsi brevi di pittura ad olio, pittura naturale e arte terapia. Ha illustrato e scritto un libro con Marianna Urbani, “Bianco il colore della mia unicità”.

Silvia Lilli ha presentato a Perugia l’opera “Appunto”, carboncini e acquerello su carta Rosaspina (cm 32×42). “Con l’arteterapia mettiamo in gioco la creatività e ci predisponiamo a sentire le emozioni nell’atto creativo. – spiega al nostro giornale – Se le emozioni permettono il contatto del corpo con l’anima, la dimensione ludica infrange le regole delle tecniche artistiche e per questo è essenziale per liberare l’immaginazione“.

Il percorso artistico di Silvia Lilli è iniziato con il diploma in Restauro e Conservazione dei Beni Culturali all’Istituto Statale d’ Arte di Gubbio. In seguito si è laureata all’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia. Successivamente ha scelto studi e Master di perfezionamento dedicati all’Arteterapia: è fondatrice dell’Atelier “Crescere con Arte”, con sede in Gubbio.

L’esperienza mi ha spinto a sperimentare la mediazione artistica e l’arteterapia, aiutando bambini e adulti a utilizzare l’espressione grafica, plastica e pittorica, per esprimere ciò che le parole non possono.

Vivere il processo creativo in “gruppo” libera risorse che vanno oltre la propria individualità di artista, e si scopre che in noi esistono simboli universali e immagini che appartengono soltanto a noi stessi e che vale la pena dare voce”.

-RIPRODUZIONE VIETATA-

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Francesco Caparrucci Fotografie Cronaca Eugubina