Il Dottor Roberto Tanganelli spiega i principali problemi strutturali del nostro Paese: dal caro energia al fisco, dalla fine del Superbonus 110% alla crisi del settore del lusso. “Servono soluzioni realistiche”.
“L’Agenzia delle Entrate sta inviando comunicazioni alle ditte individuali, società, professionisti (quindi il mondo delle partite Iva) per debiti erariali superiori ai 5 mila euro in cui fa presumere l’esistenza di possibili sintomi di crisi d’impresa con la conseguente necessità che l’imprenditore debba rivolgersi alla camera di commercio per farsi nominare l’esperto negoziatore“.
GUBBIO – Tanti e tali sono gli argomenti che si potrebbero trattare nel rappresentare le difficoltà di imprese, dipendenti e famiglie che solo a metterli in fila prende lo sconforto.
La Bce annuncia, dopo un decennio, l’aumento dei tassi d’interesse e la fine degli acquisti dei titoli di Stato (soprattutto dei nostri!). Lo spread risale, la borsa crolla, il prezzo dei carburanti alla pompa torna alle stelle nonostante l’intervenuto taglio delle accise.
La fiammata inflazionistica si rivela come un fenomeno tutt’altro che passeggero e l’auspicata conclusione della guerra in Ucraina, con tutte le sue ricadute sul conto dell’energia e dei prodotti alimentari, sembra lontana.
In questo contesto a vedere segnali positivi si fa veramente fatica, soprattutto se consideriamo che il nostro è un Paese altamente indebitato e caratterizzato da una crisi trentennale di produttività stagnante. Abbiamo più che mai bisogno di ricette credibili, anche dolorose nell’immediato, ma in grado di attraversare le difficoltà per approdare a soluzioni realistiche e concrete.
Il caro energia
Per contrastare il caro energia, il nostro governo ha utilizzato pesantemente la leva fiscale. Circa 30 miliardi sono stati spesi in un anno per contenere gli effetti sulle bollette, sui pieni di carburante e per altri provvedimenti che hanno assicurato bonus per le famiglie a basso reddito e crediti d’imposta a favore delle imprese ad alto consumo energetico.
Possibili soluzioni in questo ambito potrebbero essere due: la riduzione dei consumi tramite una campagna comunicazione per promuovere il risparmio energetico e la moderazione dei consumi, così come vanno incoraggiate le imprese ad investire con maggiore coraggio nelle fonti alternative, valutando con effettiva scientificità se alcuni pregiudizi del passato.
La seconda è l’aumento dell’offerta, su questo punto va considerato se l’introduzione della tassa sugli extra-profitti non abbia creato un limite proprio agli investimenti, non induca sfiducia alle imprese in un panorama fiscale tanto incerto come è quello italiano.
Il fisco:
Superbonus 110%: Semplicemente “Game Over”! Sono finiti i fondi per il Superbonus 110% e non sarà solo un problema per chi doveva ancora richiederlo ma anche e soprattutto per chi lo aveva già richiesto e ottenuto. Gli effetti di questo pasticcio ricadrà sulle imprese, famiglie e professionisti.
Cartelle Esattoriali in arrivo: Sono già arrivate in parte e continueranno ad arrivare una montagna di notifiche da parte dell’Amministrazione finanziaria, da quelli di pagamento emessi all’esito dei controlli automatizzati alle cartelle esattoriali degli anni 2017-2018-2019.
Crisi d’impresa: L’impresa che non ha pagato anche solo 5 mila euro del debito Iva del primo trimestre 2022 deve adeguarsi o valutare se è in crisi. L’Agenzia delle Entrate sta inviando comunicazioni alle ditte individuali, società, professionisti (quindi il mondo delle partite Iva) per debiti erariali superiori ai 5 mila euro in cui fa presumere l’esistenza di possibili sintomi di crisi d’impresa con la conseguente necessità che l’imprenditore debba rivolgersi alla camera di commercio per farsi nominare l’esperto negoziatore.
Il settore del lusso
A fianco a questo quadro deprimente per famiglie ed imprese, c’è l’altra faccia della medaglia e cioè settori, come quello del lusso, di chi vende gioielli e diamanti che hanno difficoltà a farsi consegnare questi beni per mancanza di manodopera.
Le problematiche legate al mondo del lusso per lo più riguardano l’aumento delle materie prime (anche del 30%) ed il fatto che per la prima volta dal 2002 euro e dollaro sono vicini alla parità, comporta un aumento dei prezzi degli oggetti provenienti dai paesi extra Europa.
Dott. Roberto Tanganelli