Approfondimento sull’agricoltura locale con l’intervista a Vinicio Ciaccasassi di Confagricoltura Gubbio.
“L’acino del grano è piccolo, non è maturato, e la resa sarà sicuramente inferiore rispetto a quella dell’anno scorso. La produzione agricola eugubina è passata da 60/70 quintali ad ettaro, agli attuali 30 quintali ad ettaro“.
GUBBIO – Il caldo torrido delle ultime settimane e la siccità rischiano di compromettere l’agricoltura eugubina, vista anche la difficoltà da parte degli agricoltori locali di irrigare i campi e le coltivazioni dal momento che torrenti come la Saonda e l’Aquina sono ridotti a rigagnoli di acqua rafferma o del tutto secchi.
“Una situazione di emergenza per la grande siccità e per l’aumento del prezzo del grano. – la definisce Vinicio Ciaccasassi dell’Ufficio Confagricoltura di Gubbio – L’acino del grano è piccolo, non è maturato, e la resa sarà sicuramente inferiore rispetto a quella dell’anno scorso.
La scarsità di acqua per l’irrigazione delle coltivazioni ha indotto molti agricoltori locali a fare una selezione, il mais, che richiede parecchia acqua, non è stato neppure piantato“.
I problemi di questi giorni di grande caldo e siccità, rischiano di essere amplificati anche da quelli della diga sul Chiascio, che sarà parzialmente svuotata per verificare le frane. Per Vinicio Ciaccasassi, “la diga a piena portata può assicurare acqua per un territorio molto vasto che comprende l’eugubino, Valfabbrica, Todi fino a Roma“.
A livello locale la Saonda e l’Aquina sono quasi del tutto secchi e in alcuni punti l’acqua è rafferma e non scorre più. Mentre il Chiascio ancora regge come portata grazie alle molte sorgenti che vi scorgano durante il suo percorso da Sigillo e Monte Cucco fino a Colpalombo, Vallingegno e Valdichiascio.
Una sorgente famosa è la Fonte di Sant’Ubaldo che sgorga direttamente nel Chiascio. alimentandone la portata. Le coltivazioni eugubine della stagione 2022 sono orzo, grano, foraggio, con l’aggiunta di qualche appezzamento coltivato a girasoli e mais.
“I coltivatori eugubini sono tornati alle coltivazioni classiche perchè danno maggiori garanzie. – spiega Vinicio Ciaccasassi di Confagricoltura Gubbio – Grano, orzo, frumento e avena hanno bisogno di una minore quantità di acqua. La produzione agricola eugubina è passata da 60/70 quintali ad ettaro, agli attuali 30 quintali ad ettaro.
Soltanto dalla prossima settimana è previsto un abbassamento delle temperature generali, con possibilità di piogge, che per essere incidenti devono durare almeno l’arco di una mattinata e non essere a carattere temporalesco altrimenti conteremo soltanto danni all’agricoltura“.
Tre sono le strutture nel comune di Gubbio dedite allo stoccaggio, stiamo parlando del Molino di Branca, del Molino Popolare e del Consorzio agrario che storicamente stoccavano più di 10mila quintali di cereali a stagione. Quest’anno la previsione è sicuramente inferiore, con il prezzo del grano che è salito da 16 euro pre pandemia a 34/36 euro al quintale attuali.
Ad incidere sui prezzi anche i costi di produzione praticamente raddoppiati: soltanto per fare un esempio, il gasolio agricolo è aumentato da 80 centesimi ivati al litro agli attuali 1,40 al litro. I cereali eugubini vengono stoccati, e poi acquistati per lo più dai grandi commercianti di di mangimi e concimi. Una piccola parte viene acquistata da acquirenti locali.
“La qualità del grano eugubino è ottima perchè i coltivatori eugubini rispettano tutte le prescrizioni europee. – conclude Vinicio Ciccasassi di Confagricoltura Gubbio – Si è scelto di valorizzare la vecchia tradizione che mantiene la naturalezza del prodotto. Ad esempio, da noi ancora si concimano i campi con il letame.
In questi giorni di fine giugno molti agricoltori stanno trebbiando altrimenti i cereali si seccano troppo e perdono peso specifico, che è molto importante per fare il pane. Più alto è il peso specifico del grano, più buono è il pane“.
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Francesco Caparrucci – Fotografie Cronaca Eugubina