I Tedeschi uccisero persone inermi che stavano tornando dal lavoro con le greggi. Testimonianze storiche parlano di case date alle fiamme sulla cima dell’Acera. “Li seppellimmo come Martiri” nel piccolo Cimitero di Torre alta.

Commemorazione eccidio Torre alta 1944

Giovedì pomeriggio la commemorazione ufficiale con la presenza del sindaco Filippo Stirati e del Gonfalone del Comune di Gubbio a lutto. E’ stato suonato il silenzio da un Bersagliere della Fanfara di Gubbio. 

TORRE CALZOLARI – Nei mesi che precedettero l‘eccidio di Branca del 13 giugno 1944 in cui persero la vita 9 civili del posto a causa di un bombardamento Alleato che aveva come obiettivo la distruzione del ponte sul fiume Chiascio per ostacolare la ritirata tedesca, e il successivo eccidio dei 40 Martiri a Gubbio il 22 giugno del 1944, altre quattro persone persero la vita per mano dei tedeschi a Torre Calzolari il 27 marzo 1944.

Si tratta di Lamberto Anemone di 61 anni e Nazzareno Petrini Rossi di 33 anni uccisi dai tedeschi a vocabolo Cavallara, Adolfo Bicchielli di 31 anni e Amato Lorenzi di 18 anni uccisi a vocabolo Caloniche.

Su questa vicenda abbiamo cercato di fare luce sentendo fonti dirette ed indirette grazie alle quali siamo in grado di dare la seguente ricostruzione giornalistica dei fatti.

La strada per le Coloniche di Torre Calzolari

La storia

Un cittadino di Torre Calzolari (fonte diretta) racconta: “Quella mattina del 27 marzo del 1944 mentre Lamberto andava con il biroccio al molino di Branca venne fermato da una donna del posto, che lo informava che era in atto un rastrellamento dei tedeschi in ritirata.

I tedeschi secondo la donna stavano portando via tutti gli uomini che trovavano durante il rastrellamento: Lamberto tornò a casa e non appena arrivato alla sua abitazione a Cavallara di Torre Calzolari ricevette la visita di tre soldati tedeschi che gli perquisirono casa.

Vicino l’abitazione di Lamberto c’era una casa poderale che in quel momento era chiusa perché non c’era nessuno al suo interno, i tedeschi sfondarono la porta e perlustrano l‘interno dell’abitazione dove venne ritrovato un fucile da caccia.

I tedeschi sequestrarono il fucile e ripartirono, poco dopo ne vennero altri tre per perquisire di nuovo la stessa casa, la seconda pattuglia tedesca trovò delle cartucce che si presume fossero le cartucce del fucile da caccia. I tedeschi rimasero li sul posto quasi a presidiare l’abitazione.

In quel momento tornava dal pascolo Nazzareno con un garzone e il gregge di pecore, Nazzareno fu ucciso all’istante, venne ferito anche il garzone che però riuscì a ripararsi in mezzo al gregge di pecore, subito dopo i tedeschi uccisero anche Lamberto che si trovava di fronte la propria abitazione”.

La Fanfara dei Bersaglieri di Gubbio a Torre alta in onore dei Martiri

Sempre nel corso della giornata del 27 marzo 1944 sarebbero successi questi altri fatti, di cui ci parla questa volta una fonte indiretta, cioè la figlia di una delle due persone uccise, che a quel tempo non era ancora nata ma che ha saputo quanto accaduto dai racconti della madre nel frattempo deceduta.

La signora racconta: “Mio padre aveva prestato servizio militare in Albania, era tornato da poco per andare a lavorare presso la miniera di Branca. La mattina del 27 marzo 1944 a Torre Alta mio padre stava potando un piccolo vigneto, quando una donna del posto lo chiamò e gli disse che era in atto un rastrellamento dei tedeschi e quindi doveva mettersi al sicuro.

Mio padre decise di andare a informare del pericolo anche gli abitanti delle case alle Caloniche, che si trovavano oltre la cresta della collina da cui si può vedere il territorio di Sigillo.

Mio padre e Amato Lorenzi, all’epoca diciottenne, per sfuggire al rastrellamento tedesco si nascosero in una di queste abitazioni alle Caloniche, ma sulla cima dell’Acera c’erano già i tedeschi che probabilmente li videro mentre arrivavano e quindi scesero subito dalla cresta verso le abitazioni dove li trovarono e li uccisero entrambi. Le case furono incendiate”.

La signora non ricorda quando e in che modo vennero recuperate le salme, ricorda però che vennero immediatamente seppelliti come Martiri di guerra presso il cimitero di Torre Calzolari assieme agli altri due morti della stessa giornata Lamberto Anemone e Nazzareno Petrini Rossi, con l’apposizione di una lapide a ricordo negli anni successivi.

Francesco CaparrucciFotografie Cronaca Eugubina