Dopo 4 settimane di Terapia intensiva neonatale all’Ospedale di Perugia, i bambini sono tornati a casa e stanno bene. La nascita è avvenuta a 32 settimane con parto cesareo, 11 giorni prima della data prestabilita a causa di alcune complicazioni.

Ospedale di Perugia

Mamma Michela: “Dall’Ospedale ci hanno informati che si conoscono ben pochi casi come il mio e mi hanno richiesto le cartelle di entrambe le gravidanze per sottoporle a studi specifici”.

CANTIANO – Un evento lieto quanto raro per la neomamma di 31 anni che ha partorito all’Ospedale Silvestrini di Perugia ben 3 gemelli eterozigoti: benvenuti Gea, Emily e Ethan.

Dopo quattro settimane di TIN (terapia intensiva neonatale) i bambini sono tornati a casa e attualmente pesano rispettivamente 2,600 kg, 2,900 kg e 3,100 kg. La nascita è avvenuta a 32 settimane con parto cesareo, 11 giorni prima della data prestabilita a causa di alcune complicazioni.

I bambini erano tutti e tre sotto i 2 kg “in breve tempo però hanno acquistato peso” racconta serena Michela che sta bene e ha piacere di ringraziare quanti hanno contribuito all’evento, a partire dai medici dell’Ospedale di Perugia, in particolare il Dott. Arduini e il Dott. Mazzucca, il reparto di terapia intensiva neonatale e la Dottoressa Claudia Minelli di Gubbio per aver scoperto e annunciato loro la splendida notizia.

Una vera e propria sorpresa per la mamma e il babbo Juri che non solo non si aspettavano una gravidanza, ma addirittura trigemina e assolutamente naturale. Ad attenderli a casa c’erano i fratellini Daniel e David di 5 anni, anch’essi gemelli.

I parti trigemellari in caso di gravidanza spontanea sono 1 su 10000 (fonte web), il destino ha quindi sfidato il calcolo delle probabilità in questo caso e vinto alla grande.

Dall’Ospedale ci hanno informati che si conoscono ben pochi casi come il mio e mi hanno richiesto le cartelle di entrambe le gravidanze per sottoporle a studi specifici” comunica Michela. A loro tutti vanno i nostri migliori auguri, queste sono le notizie che vorremmo sempre sentire.

Serena Agostinelli