Don Stefano, vice parroco di Casamorcia e Semonte, ha intervistato un giovane 20enne parrocchiano sui temi dell’impegno sociale e del lavoro. Lorenzo: “Ho la fortuna di lavorare nell’ambito che più mi piace e che preferisco. E poi con le persone con cui lavoro si è creato, fin dall’inizio, un bel rapporto.

Lorenzo Fiorucci con altri ragazzi di Casamorcia

Quello che, più di tutti, mi è mancato sono stati i fine settimana perché, per un lungo periodo di tempo, i locali dove di solito passavamo i sabati sera sono rimasti chiusi, discoteche comprese“.

GUBBIO – Don Stefano Bocciolesi, vice parroco delle parrocchie di Casamorcia e Semonte, ha intervistato un giovane della parrocchia di Casamorcia, Lorenzo Fiorucci.

Un giovane di 20 anni veramente in gamba che, nonostante i tempi e le situazioni non facili che stiamo vivendo, non ha mai perso la speranza e non si è mai arreso.

Questa intervista semplice ma significativa credo che può aiutare tanti giovani a capire che con impegno e determinazione è possibile raggiungere dei traguardi importanti quali, per esempio, trovare lavoro nel settore in cui ci si è formati e preparati negli anni dello studio.

Lorenzo, come hai vissuto l’esperienza del Covid-19?

Quando è iniziata la pandemia frequentavo l’ultimo anno delle superiori, IIS, indirizzo agrario. Sinceramente non ho vissuto in maniera traumatica l’esperienza del Covid-19 perché, nei due mesi di chiusura assoluta, mi sono dedicato con maggior assiduità allo studio e il tempo mi è passato veloce.

Poi, durante l’estate e con il rallentamento delle restrizioni governative, ho passato il tempo frequentando il campetto della parrocchia di Casamorcia con un bel gruppo di amici. Abbiamo portato avanti anche delle iniziative insieme.

Quello che, più di tutti, mi è mancato sono stati i fine settimana perché, per un lungo periodo di tempo, i locali dove di solito passavamo i sabati sera sono rimasti chiusi, discoteche comprese“.

E poi hai iniziato a lavorare, giusto?

Si, ho iniziato a maggio di anno scorso. Lavoro presso un’azienda agraria del posto“.

Don Stefano Bocciolesi

Di che cosa ti occupi di preciso?

Lavoro sulle vigne. In gennaio mi occupo della potatura, in estate della schiacciatura per terminare in settembre con la vendemmia vera e propria. Poi mi occupo anche di tutto ciò che riguarda la manutenzione del vigneto“.

Sei soddisfatto del tuo lavoro?

Si, anche perché avendo fatto l’indirizzo agrario e avendo già avuto esperienze lavorative nei settori agricoli mi trovo perfettamente a mio agio in questo ambiente. Ho la fortuna di lavorare nell’ambito che più mi piace e che preferisco. E poi con le persone con cui lavoro si è creato, fin dall’inizio, un bel rapporto.

Siamo diventati come una famiglia. Proprio per questo il lavoro non mi pesa più di tanto. È bello andare a lavorare! Un’altra cosa molto bella è che si lavora all’aperto e questo ci ha permesso di lavorare anche in tempo di pandemia. Non abbiamo, da questo punto di vista, sofferto per via delle restrizioni imposte dal covid, come invece è accaduto ad altri settori“.

Servizio a cura di don Stefano Bocciolesi