Monsignor Luciano Paolucci Bedini: “Lui è padre, guida, pastore e consolatore di questo popolo. Sta a noi, quando scendiamo dalla Basilica, portare la sua testimonianza“. La Santa Messa si è conclusa con “O Lume della Fede” cantato da tutti i fedeli presenti in Basilica. Al termine del canto, molte mani hanno “bussato” sui Ceri

GUBBIO – La Santa Messa di oggi pomeriggio in Basilica per i festeggiamenti per la Traslazione di Sant’Ubaldo, il cui corpo incorrotto l’11 settembre del 1194 fu trasportato dalla Cattedrale alla cima del monte Ingino, nell’antica pieve dedicata a San Gervasio, dove ora sorge la Basilica dedicata al Santo, ha visto una grande partecipazione popolare di eugubini.

Tante le persone che, sfruttando anche la calda giornata di sole, sono salite a piedi o in bicicletta fino alla vetta del Monte Ingino per assistere alla funzione religiosa officiata dal Vescovo Monsignor Luciano Paolucci Bedini.

In Basilica erano presenti come da tradizione, oltre ai Rettori don Giuseppe e don Pietro, il Cappellano don Mirko Orsini e don Stefano Bocciolesi, il sindaco Filippo Stirati, i Presidenti del Maggio Eugubino Marco Cancellotti e dell’Università dei Muratori Giuseppe Allegrucci, i Capitani della Festa dei Ceri, i Capodieci, le autorità militari cittadine e tanti rappresentanti del mondo ceraiolo e dell’associazionismo locale.

In rispetto della norme anti contagio, prima della Santa Messa, non si è tenuta la Processione che solitamente sale attraverso gli stradoni dalla Cattedrale alla Basilica.

Inizialmente, il Vescovo Luciano ha detto: “Da questo Monte chiediamo al Signore che abbia misericordia di noi, che su tutto risplenda la testimonianza luminosa di sant’Ubaldo, nostro Padre e guida“.

Dopo la lettura del Vangelo e alcuni canti, nell’omelia il Vescovo di Gubbio ha detto: “E’ commovente vedere come in certi giorni questa Basilica si riempia della speranza degli eugubini, questa è la casa di Sant’Ubaldo, questa è la nostra casa. Stiamo dicendo chi desideriamo essere in nome suo, una famiglia. 

Di fronte a Sant’Ubaldo siamo tutti figli amati, i nostri padri lo hanno traslato qui perché nessuno potesse smarrire la sua memoria e la sua devozione. Questa è la Basilica della consolazione, consolare significa stare con chi soffre perché non rimanga solo. Qui Sant’Ubaldo non è mai solo. 

Lui è padre, guida, pastore e consolatore di questo popolo. Sta a noi, quando scendiamo dalla Basilica, portare la sua testimonianza“.

La Santa Messa si è conclusa con “O Lume della Fede” cantato da tutti i fedeli presenti in Basilica. Al termine del canto, molte mani hanno “bussato” sui Ceri.

Francesco CaparrucciFotografie Cronaca Eugubina