Alle ore 3:00 raccogliamo l’opinione del titolare di uno storico locale del centro storico di Gubbio, che a Cronaca Eugubina spiega: “Abbiamo servito ai tavoli circa una cinquantina di persone tra aperitivi e cena, ma quasi tutti i clienti si sono alzati alle ore 23:30 per tornare a casa, come se ci fosse stato ancora il coprifuoco. Oggi è stato così, magari durante il fine settimana la situazione si normalizza“.

Il centro storico di Gubbio

Alle ore 1:30 di notte, in via Campo di Marte una ragazza tornava a casa camminando scalza sull’asfalto, con le scarpe con il tacco in mano

GUBBIO – Prima serata con l’Umbria e Gubbio in zona bianca e senza coprifuoco da novembre 2020, quando l’emergenza sanitaria tornò ad aggravarsi portando il Governo ad adottare il Dpcm del 3.11.2020 che stabiliva il coprifuoco alle ore 22.

Così, questa sera, raccontiamo due storie parallele che sono la fotografia dei tempi che viviamo.

La voglia e il desiderio da parte della collettività eugubina di tornare alla vita normale senza costrizioni e limitazioni delle libertà personali, e la storia del Signor Mario (57enne residente nella zona ovest di Gubbio) che cerca di tornare ad una vita normale dopo essere stato malato di Covid-19.

“Una serata normale”

La città di Gubbio nel fine settimana

E’ stata una serata normale.spiega il titolare di un’attività di GubbioDa parte nostra c’era un po’ di emozione a lavorare senza più restringimenti di orario dopo così tanti mesi. Essendo lunedì non c’è stato un grande afflusso, però è stato un lunedì sera sicuramente più importante e vivace rispetto al passato. 

Credo che per tornare ai livelli lavorativi degli anni passati servirà del tempo. Ciò che si è perso in un anno, non si potrà riconquistare in poco tempo. Noi abbiamo stretto i denti, e ora speriamo che si torni a lavorare bene“.

Alcuni pubblici esercizi hanno continuato a chiudere presto, non oltre le ore 22, abbiamo contato diverse attività già chiuse al pubblico. Questo sia in città, che in periferia e nelle frazioni.

Alle ore 3:00 di notte, raccogliamo l’opinione di fine serata del titolare di uno storico locale del centro di Gubbio. A Cronaca Eugubina ha spiegato: “Abbiamo servito ai tavoli circa una cinquantina di persone tra aperitivi e cena, ma quasi tutti i clienti si sono alzati alle ore 23:30 per tornare a casa, come se ci fosse stato ancora il coprifuoco.

Dalle ore 23:30 alle 2:00 di notte, abbiamo servito altre 20 persone. Oggi è stato così, magari durante il fine settimana la situazione si normalizza“.

La storia di Mario 

Lo svincolo di Mocaiana della SS 219 Pian D’Assino

A metà serata, incontriamo in un Bar di una frazione nella zona ovest di Gubbio, dove stava prendendo un caffè, il signor Mario, che qui è molto conosciuto per il suo lavoro e per essere un grande appassionato di calcio. Mario ha 57 anni e oggi è costretto a vivere con la cannula nasale per ossigenoterapia.

Ci racconta che ha contratto il Coronavirus tra le mura domestiche, all’inizio di aprile, come tutti i componenti della sua famiglia, “nessuno dei quali per fortuna ha avuto sintomi o complicazioni particolari, tranne io, che ho avuto la polmonite bilaterale“.

Ho iniziato a stare male progressivamente, poi ho avuto un improvviso peggioramento. – racconta il Signor Mario al nostro giornaleSono stato con la mascherina per l’ossigeno cinque giorni, poi ho iniziato a stare meglio, e piano piano mi sono guarito ma non completamente.

Nel senso che il Coronavirus mi ha lasciato l’affanno. Per questo sto facendo una sorta di riabilitazione dei polmoni a respirare, con la cannula nasale per l’ossigenoterapia“.

Lo vediamo sorseggiare il caffè e ci sembra ancora sofferente. E’ anche un po’ spaventato, glielo si legge negli occhi a quest’uomo di 57 anni, con una bella famiglia, un lavoratore vero, una persona che si è concessa pochi agi nella vita ma che tanto ha lavorato: ha avuto paura. “E’ andata così.dice salutandociE spero presto di tornare alla vita normale“.

Chiudiamo questo breve articolo, raccontando che alle ore 1:30 in via Campo di Marte una ragazza tornava a casa camminando scalza sull’asfalto, tenendo le scarpe con il tacco in mano.

Francesco CaparrucciFotografie Cronaca Eugubina