Barbara Marsili: “Consumi in linea con il 2020”. Loretta (Bar La Sosta Camporeggiano): “Abbiamo lavorato sei mesi in un anno”. Paola Anna: “Momento grave”. Sabina: “Mancano le persone che acquistano i prodotti tipici”

La Signora Loretta (Bar La Sosta)

GUBBIO – Il commercio è in crisi in città, ma lo è anche nelle frazioni eugubine dove le attività sono molto legate alla vita sociale del posto.

Il nostro approfondimento oggi si concentra sulle opinioni dei titolari di attività di Raggio Mocaiana e Camporeggiano, che forniscono al nostro giornale una chiave di lettura della situazione economica a livello periferico.

Le interviste

Loretta (Bar la Sosta Camporeggiano): “Per noi è stato un anno difficilissimo e continua ad esserlo. In un anno possiamo dire di aver lavorato forse 6 mesi, noi comunque andiamo avanti in maniera abbastanza positiva sperando che presto qualcosa cambi, non credo che ci sia una ripresa così semplice come molti si aspettano.

Abbiamo ricevuto tante promesse ma in sostanza nessun aiuto, abbiamo tante spese e non è facile andare avanti”.

Paola Anna (Il Mazzolino a Mocaiana): “Il momento è molto grave, la gente c’è sempre di meno e non è facile. L’anno scorso abbiamo chiuso solo per Pasqua ma naturalmente con la zona rossa la gente si sposta sempre di meno e anche la cattiva economia generale ha portato molti a evitare di comprare il superfluo”.

Paola Anna e Antonio (Il Mazzolino)

Barbara (Conad Marsili): “Rispetto all’anno scorso la situazione resta più o meno invariata, se non che sta aumentando la difficoltà delle persone a resistere a questa situazione.

La gente è stanca ed è molto evidente, comincia a non sopportare queste limitazioni se pur necessarie. Dal punto di vista dei consumi è in linea con quello che era precedentemente, noi siamo stati sempre aperti.

La Pasqua, quest’anno, penso che sia meglio dell’anno scorso nonostante i 4 giorni di zona rossa, a livello di consumi penso che qualcosa possa muoversi”.

Sabina (Forno di Raggio dal 1948): “Noi tutto sommato ci possiamo ritenere fortunati perché non abbiamo mai dovuto chiudere completamente e abbiamo sempre lavorato. Sicuramente il lavoro è calato perché sono venute a mancare le feste, il turismo e la gente che comprava i prodotti tipici della nostra città, poi perché restando a casa le persone cucinavano da loro. Abbiamo comunque sempre lavorato e questa è la cosa più importante”.

Viviana Barbi